Pale di S. Martino e Lago di Bocche, dalla dorsale SO di Cima Bocche
Non ero mai stato al
Lago di Bocche. Visto tante volte dalla cima omonima, o nell’ultima
mega traversata di tutta la Catena di Bocche con Angela. Così decido di salire per la “direttissima” sud per andare a vedere, l’intenzione è di fare anche la vetta, neve permettendo.
Parcheggiata l’auto poco oltre Paneveggio a quota 1600 circa, prendo la forestale che mi porta rapidamente a
Malga Bocche 1946, uno dei posti più belli del mondo con una vista sulle
Pale di S. Martino vista tante volta ma da lasciare ogni volta senza fiato. Dopo breve pausa tè fuggo dal turistame che sta arrivando a frotte.
Pale di S. Martino viste dai pressi di Malga Bocche
Malga Bocche con lo sfondo del Lagorai orientale: a sinistra il Colbricon con le due cime est e ovest, al centro il Piccolo Colbricon
Pale di S. Martino, in primo piano a dx la Tognazza
Pale di S. Martino
Il Lago Bocche sembra vicino sulla carta, ma ci vuole invece una bella ora di marcia, passando per la magnifica radura col
Bait dele Vedele. Quindi con ultimo strappo per vecchia strada militare arrivo al
Lago di Bocche m 2258. La salita vista da sud pare sgombra da neve ma io so che appena girato il crinale la situazione può cambiare anche di parecchio. Faccio sosta panini in riva al lago, quindi decido di abbandonare il sentiero e salire liberamente fuori traccia per il
crinale SO.
Bait dele Vedele, una specie di rude bivacco con un misero tavolaccio all'interno
Cima Vezzana e Cimon della Pala svettano all'orizzonte
Voglio vivere qui!
Malga Bocche col Lagorai sullo sfondo, ancora notevolmente innevato
Lago di Bocche, in alto il crinale percorso per salire alla cima
Le Pale emergono dalle nuvolaglie, uno spettacolo che lascia senza fiato
Cimon della Pala visto dalla feritoia di una della tante trincee
Il terreno è piuttosto facile anche senza sentiero, il crinale abbastanza largo, a quota 2500 la vista si apre sui
Laghi di Lusia ancora innevati e sull’immense distese delle
Laste di Bocche. Man mano che salgo però il crinale si assottiglia ed eccomi ad affrontare dei traversoni abbastanza ripidi sulla neve, che per fortuna è cedevole e permette di piantare bene lo scarpone.
Tutto il crinale è trincerato da chilometri di trincee che si affacciano sui baratri verso il Lago di Bocche. Vedo un
simpatico leprotto che fugge tra le trincee. Riesco a forografarlo, per fortuna avevo dietro la Canon Sx1 (20x) invece della scarsa Lumix.
La salita per il crinale SO
Il crinale del Gronton
Lepre tra le trincee
Come previsto, appena si gira il crinale verso nordovest... nevai ovunque, da attraversare con attenzione
A quota 2700 trovo un muraglione di neve molto ripido, una scivolata e rischio di precipitare a valle. Mi fermo quindi e mi metto i ramponi. Fatti esattamente dieci metri, sbuco sul facile costone finale con neve a chiazze
Tolgo i ramponi e raggiungo la cima poco distante, dal panorama davvero eccezionale che non mi stancherei mai di guardare, se non fosse per l’ora ormai tarda che mi consiglia di rientrare.
Il costone finale a pochi metri dalla vetta
Vista su Colbricon est e ovest a sx, al centro il Piccolo Colbricon
Le Pale al tramonto danno spettacolo
Il crocifisso di vetta a Cima Bocche
A scendere metto stavolta i ramponcelli e calo per i facili nevai che hanno assunto una strana colorazione rosata. Costeggio impressionanti
trinceramenti della Grande Guerra, mura fortificate, resti di baracche. Una pernice bianca appare improvvisamente tra le trincee, riesco a fotografarla un attimo prima che spicchi il volo.
Pernice bianca
Discesa dalla cima verso Val Miniera
Scendendo per i nevai, sulla falsariga del sentiero che riporta vero Lago Bocche e Val Miniera
Mi dirigo con percorso libero verso la
Val Miniera. I panorami che si vedono scendendo per le Laste sono grandiosi, con lo sfondo delle Pale a Sud e a SO la lunga Catena del Lagorai ancora stracarica di neve nonostante la stagione avanzata. Raggiungo l’
Obelisco in memoria dei caduti della Grande Guerra, quindi perdo ancora quota fino al
Bivacco Val Miniera 2145.
Obelisco della Val Miniera in memoria dei caduti della Grande Guerra
La mulattiera militare per la val Miniera: intanto il tempo volge al brutto verso il Lagorai coi primi tuoni
Bivacco di Val Miniera, anche questo molto spartano con un focolare e un tavolaccio
Ultime vedute sulle Pale
Qui le cartine danno ciascuna la loro versione, con sentieri e tracce più o meno fantasiose. Decido di seguire ora il sentiero ufficiale
sat 623, onde evitare infognamenti, verso
Malga Juribrutto visto che il meteo si sta mettendo male e si sentono i primi tuoni verso il Lagorai. Per fortuna poche gocce, a Malga Juribrutto inzio il rientro con un dietro front e un lunghissimo traversone per bel sentiero nel bosco perlatro non segnato e con molte piante crollate da scavalcare. Arrivo alla macchina che sono le 20, giornata bella piena come piace a me
Per la cronaca, gli scarponi Meindl che avevo messo per la neve, mi hanno massacrato ancora una volta i piedi e le caviglie
Il Cimon scompare dietro le nuovaglie che avanzano inesorabili
Sviluppo 20 km, disl. 1150. Giro maestoso, con panorami straordinari tra i più belli del Trentino. Tecnicamente privo di difficoltà eccetto per alcuni delicati traversoni con neve lungo il crinale finale alla cima, e l’orientamento non sempre facile in discesa per la segnaletica a tratti scarsa e con le varie cartine piuttosto confusionarie.
Il percorso