GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
ESCURSIONI IN MONTAGNA => Trentino Orientale => Escursioni estive in Trentino => Sella - Marmolada - Monzoni - Bocche => Topic aperto da: AGH - 27/05/2016 21:45
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Dai pressi della cima del Mulat verso la Catena del Lagorai
La montagna che sovrasta Predazzo è il Monte Mulat m 2150, ultima propaggine occidentale della lunga e magnifica Catena di Bocche che si esaurisce a Passo Valles. Nel tentativo di traversata della Catena (http://girovagandoinmontagna.com/gim/sella-marmolada-monzoni-bocche/(catena-di-bocche)-traversata-passo-valles-predazzo-per-catena-di-bocche/msg91975/#msg91975) fatto qualche anno fa, avevamo dovuto rinunciare proprio in vista del traguardo a causa di un poderoso temporale con tuoni fragorosi e terrificanti saette. Rintanati come topi in un provvidenziale bivacco a 2000 metri di quota Malga delle Vacche, avevamo profittato di una fugace schiarita per scendere precipitosamente a valle con le pive nel sacco, dopo oltre 30 km di marcia.
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La partenza è a Predazzo, sullo sfondo il Lagorai
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Maso Pinzan
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Lungo la dorale ovest, con la piana verde di Predazzo
Restava dunque un conto aperto da saldare. La cosa curiosa è che il Mulat l’ho visto milioni di volte dalle cime circostanti e mai però ci avevo messo piede per la sua apparente insignificanza. Invece grande è stata la sorpresa quando, partendo da Predazzo, ho iniziato ad alzarmi di quota attraversando magnifici boschi col sentiero 659. Sentiero piuttosto duretto in verità, la pendenza è costantemente sostenuta anche se la traccia è facile e sale a zig zag senza difficoltà.
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Le cime del Lagorai teatro della Grande Guerra
Occasionali radure si spalancano all’improvviso su panorami da levare il fiato: proprio di fronte, verso sud, si staglia all’orizzonte la spettacolare sequenza di cime del Lagorai che hanno fatto la storia della Grande Guerra in Trentino: Canzenàgol, Busa Alta, Cardinal, Cauriol. Si vede bene tutta la Catena dalle Pale di S. Martino a est fin giù al Fregasoga a ovest. Sembra un paesaggio delle Montagne Rocciose, c’è ancora parecchia neve sulle vette e il contrasto col verde brillante del fondovalle, dove è già primavera, è spettacolare. Un cartello indica una deviazione per la vecchia miniera di Bedovina, sarei tentato di andare a vedere ma preferisco proseguire per la mia mèta e tenere questa esplorazione per un’altra volta.
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Vista sulla Val di Fiemme col Lagorai centrale
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Bait de Mulat, un po' rudimentale all'interno ma con vista da urlo
Le sorprese si susseguono sopra i 2000 metri: la dorsale è soprendentemente ampia e per vasti tratti pianeggiante, con magnifiche radure di prato e con un minuscolo baito-bivacco, il Baito Mulat, con una vista da sogno sul Lagorai, per il quale progetto all’istante un ritorno. Aggirato il montarozzo boscoso e ripido della Soposa, altri prati portano dolcemente alla cima del Monte Mulat 2150 con una grande croce in legno e panorama grandioso. Si vede l’impervio gruppo dolomitico del Latemar, tutta la Val di Fassa fino al Sassolungo e Sella, un colpo d’occhio magnifico; a sud la Catena del Lagorai si distende in tutto il suo selvaggio splendore.
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Vista sul Latemar
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Veduta sulla Val di Fassa
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I prati che conducono all'ampia cima
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Vista sul Lagorai nordorientale
Tanta imprevista magnificenza richiedeva evidentemente la giusta penitenza :). Dopo la sosta panini infatti mi salta il ghiribizzo di tentare un anello dei miei, andando a cercar rogne per tracce in disuso per rientrare dal versante nord. Grazie al GPS trovo il vecchio sentiero segnato sulla Kompass. Pur non avendo alcuna indicazione, sembra ben tracciato e quindi lo seguo con una certa baldanza calando decisamente di quota.
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La dorsale è punteggiate di piccoli stagni
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Vista sul Monte Viezzena
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Spunta dai prati la Pulsatilla Vernalis
Man mano che calo però le cose però si mettono male: dei bivi segnati in mappa nessuna traccia, il sentiero diventa sempre più esile, quindi anziché scendere prende una direzione non prevista verso est, portandomi totalmente fuori obiettivo. Quando me ne accorgo devo tornare indietro un bel po’ e risalire gratis almeno 150 m di dislivello, fino ad un impluvio sconvolto da un disbosco in cui la traccia si perde fatalmente.
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Si ravana come al solito, in discesa sul versante nord, cercando la traccia dispersa dai disboschi. Almeno c'è una splendida vista sul Latemar...
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Il faticoso e lungo rientro, in basso, sul versante nord del Mulat, mettendo insieme monconi di sentiero, tracce e forestali
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Grandi disboschi hanno cancellato le tracce dei sentieri non ufficiali...
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Bellissimi squarci sulla Val di Fassa, in basso la radura di Malga Peniola
Col Gps riesco a ritrovarla più in basso, dopo varie peripezie tra le ramaglie dove faccio un notevole “volo” per fortuna senza conseguenze, grazie ai bastoni che attutiscono la caduta. Una traccia di sentiero non segnata sulla mappa mi porta verso la strada forestale, grazie alla quale riesco finalmente a scendere a valle fino alla ciclabile, con la quale raggiungo in un paio di km la macchina.
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L'incantevole radura di Medil, ai piedi del Latemar
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La strada forestale che scende a valle fino alla ciclabile
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Zoomata sula frazione di Medil
Il Mulat è una montagna bellissima, ingiustamente trascurata e sconosciuta ai più. Il percorso ad anello dal versante nord resta, almeno per il momento, una incognita, però si può scendere dal versante sud verso Zaluna e rientrare a Predazzo per la strada provinciale. Dislivello m 1150, sviluppo 20 km.
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Il percorso
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Molto bello, mi piacciono i monti poco griffati, e sembra il tracciato ideale per andare con Woman - eliminando magari la ravanata :)
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Riguardando mappe e tracciati, mi sono convinto che la ravanata è evitabile, proseguendo per la traccia verso nord a maso Pianejel, rientrando poi per forestali o scendendo fino alla ciclabile di fondovalle. Certo si allunga un po' (sui 25 km complessivi) ma il rientro è sicuro