Cima Uomo da Cima Cadine, con vista su Forcella del Laghet
Ritorno sul logo del misfatto, nel
sottogruppo di Cima Uomo (Marmolada), dopo aver salito
Cima Ombrettola m 2931 l'anno scorso, per tentare stavolta la salita a
Cima Cadine m 2885. In realtà voglio andare a vedere delle
postazioni di guerra che si notano sul fianco est tramite ortofoto. Stavolta
parto dal Passo S. Pellegrino per la strada forestale, che con un traverso porta alla
conca sempre meravigliosa di Fuciade. Qui faccio una sosta per un té e riparto per il percorso noto, salendo il lungo ghiaione fino al
Passo dele Zirele.
Fuciade con le caratteristiche baite
Risalgo per circa un centinaio di metri di quota e poi abbandono la traccia per spostarmi verso ovest e grazie al GPS del cello arrivo perfettamente alle
postazioni che avevo visto in foto: è facile ma bisogna stare un filo attenti perché sotto i roccioni fanno un salto. In un ripiano scavato apposta, c'è una lunga serie di travi, ancora intatte dopo un secolo, che dovevano fare da basamento alla fila di baracche dei soldati.
I resti dei baraccamenti, col Sass dela Tascia sullo sfondo
Un pezzo di scarpa
Vista verso Sasso Vernale, Pas del Ombretòla, Cima Ombretòla e dietro il Sass di Valfreida, la Pala de Jigolè a dx
Visito altre postazioni, con la paleria ancora dell'epoca, poche caverne crollate. Salgo quindi per il costone verso la
Cima Cadine 2885, che raggiungo senza difficoltà, stando a debita distanza ovviamente dal ciglio a precipizio. Dalla cima approfitto per dare una occhiata della Forcella del Laghet, che mi è del tutto ignota, e che ho intenzione di valicare.
In vetta a Cima Cadine, Cima Uomo al centro
Vista sulla Val Contrin, con Sassolungo e Sella sullo sfondo
Vista verso il Gruppo del Catinaccio
Marmolada col Sasso Vernale a dx
Dopo la sosta panini e le foto di rito, inizio a scendere,
torno alla Forcella delle Zirele e scendo fino in fondo al ghiaione, dove inizia la
Val Tascia (tabella). Qui c'è una traccia che sale lungo l'ìmpluvio, abbastanza scomodo, poi ancora più scomodo più in alto dove bisogna camminare tra pietraie faticose.
Val Tascia
Mi inoltro un bel po' in val Tascia, guadagnando lentamente quota, poi il sentiero/traccia fa una decisa svolta verso sud. Risalgo quindi un costone di sfasciumi fino a raggiungere la bella, ampia e pianeggiante
Forcella del Laghét m 2765. Vedo il famoso "imbuto" col pozzo d'acqua.
Incrocio il sentiero che sale verso il percorso attrezzato Bepi Zac, ma non trovo altre tracce che scendono. Quando mi affaccio alla forcella prendo paura: non c'è alcuna traccia, roccette insidiose da una parte e sfaciumi orrendi dall'altra. Sono quasi tentato di tornare indietro. Poi mi siedo un po' per osservare meglio la situazione. Cerco di capire se ci sono salti di roccia, ma dopo aver scrutato il canalone da varie angolazioni, mi pare di no. Così decido di provare a scendere.
La discesa dalla Forcella del laghet
Qui sono quasi a metà discesa, la parte più brutta è passata
La prima parte è ostica, le
pietraie sono molto instabili su fondo duro, ma con calma riesco a scegliere il percorso meno ostico. Passo anche sotto a un macigno incastrato di almeno una tonnellata. Poi sempre con attenzione a non pigliare storte scendo abbastanza bene trovando anche qualche canalino di ghiaia più cedevole.
Quasi in fondo
Ecco in fondo al ghaione, mi pare di rivivere a poggiare i piedi su qualcosa che non si muove!
Nella valletta tra i macigni sorprendo una volpe: mi fissa un attimo e poi fugge via
Ecco la discesa appena fatta, sono molto soddisfatto
Il lago all'inizio della strada per Fuciade: non l'avevo mai visto!
Giro molto bello, facile nella prima parte ma molto impegnativo nella seconda, specie la discesa del canalone è piuttosto ostica, per la pendenza ma soprattutto per il fondo di pietre mobili. Dislivello circa 1250, km 18.
Il percorso