Da Ciamorciaa verso Marmolada e Gran Vernel
Un itinerario poco conosciuto, sul
versante nord della Marmolada, visto tante volte sulla carta ma mai fatto. Rompo dunque gli indugi perché ci sono molti elementi che mi attraggono:
l’Avisio nascente, la
Grande Guerra, i
paesaggi glaciali, la
meraviglia naturale delle Marmitte di Ciamorciaa.
Dove nasce l'Avisio
Paesaggi spettacolari sul letto dell'Avisio
Risalito il greto del rio, inizio ad alzarmi di quota
Voglio fare un anello con salita al
Col de Bousc m 2490, poco sotto il
Pian dei Fiacconi, dove c’era un
presidio militare della Grande Guerra con una teleferica che portava in quota sul ghiacciaio gli approvvigionamenti. La spianata di
Pian Trevisan in basso era un presidio strategico per le retrovie austriache che riforniva di materiali i soldati sul
fronte della Marmolada e alla
“Città di Ghiaccio”.
Il torrente Avisio in secca
La mulattiera segue una cengia sotto le rocce a picco
Parcheggio sul
grande spiazzo lungo la strada che sale a Fedaia, e scendo in pochi minuti al
Pian Trevisan, a monte della cava. Abbandono subito il sentiero e raggiungo
l’alveo del fiume Avisio, una grande spianata di ghiaia dove scorrono pochi rivoli d’acqua. Risalgo il letto del torrente, dove sorprendentemente l’acqua scompare e proseguo per il “fiume di ghiaia” che si inoltra nel bosco con scorci spettacolari. In alto sono sovrastato dalle
colossali bastionate rocciose del Gran Vernel che incombono quasi minacciose.
Gran Vernel e Roda de Mulon
Da Ciamorciaa
Dopo alcuni km la valle si biforca e intercetto il
sentiero 619 che sale per la vecchia e bellissima mulattiera militare austriaca della Grande Guerra, realizzata dai prigionieri russi, con muri a secco e grosse massicciate nei tornanti.
Si arrampica con larghi zig zag con pendenza costante su un
grande spallone roccioso, percorrendo anche alcune cenge un po’ esposte. Circa a metà c’è una
grossa targa dell’epoca degli artefici della spettacolare mulattiera.
Mulattiera della Grande Guerra realizzata dai prigionieri russi
Sguardo verso valle, con Penia in basso sovrastata dalla Crepa Neigra e a dx il Gruppo del Catinaccio
Roda del Mulon
Inizio delle Marmitte di Ciamorciaa
Rimontata la grossa dorsale la mulattiera spiana in una radura, il Pian de Scalet m 2032, dove
c’era un accampamento militare dove arrivava una teleferica da pian Trevisan. Proseguo e in breve sono a
Ciamorciaa (camosciaia in ladino), un valloncello con un piccolo torrente. Poco sopra una (brutta) briglia che convoglia l’acqua tramite i canali di gronda che vanno alla diga, si apre
una meraviglia naturale: le Marmitte di Ciamorciaa, un fenomeno erosivo creato dall’acqua del ghiacciaio che ha scavato nel calcare un piccolo ma lungo canyon punteggiato di pozze d’acqua limpidissima come cristallo. Costeggio a lungo le marmitte, che sono a pochi metri dal sentiero, in alcuni tratti sono profonde anche 7-8 metri e bisogna sporgersi con prudenza: sul fondo tra una pozza e l’altra e scivoli d’acqua, scorre un piccolo rio che gorgoglia tra le rocce. Bellissimo.
Le marmitte di Ciamorciaa
Giunto a un colossale macigno le marmitte si esauriscono, la mulattiera fa una decisa svolta verso est, dove ci sono
i resti di un altro grande accampamento militare con una piccola fontanella con l'acqua che sgorga dalla roccia: anche qui arrivava
una teleferica da Pian Trevisan, che poi si diramava per il
Gran Poz più in basso e verso il
Col de Bousc in alto. Nella grande depressione del Gran Poz c’era un
grosso acquartieramento militare, che nel 1916 fu travolto da una enorme slavina che fece 300 morti.
Vista su Sassolungo e Sella
Cime della Marmolada
Roda de Mulon, vista dal traverso per il Col de Bousc
Proseguo per il sentiero 619 in uno scenario epico, con la gigantesca
Roda del Mulon 2883 a ovest, le
cime della Marmolada verso sud. A monte del
Col dele Baranchie il sentiero si biforca, un ramo scende verso il Gran Poz,
io prendo quello alto che con un traversone su roccia attraversa dei magnifici paesaggi glaciali con una vasta placconata rocciosa con tratti di sentiero attrezzato (facili).
Cumulo di rovine di un appostamento militare con vista su Sassolungo e Sella
Sguardo verso le cime della Marmolada
Il traversone finale al Col de Bousc con tratti di cordino
Foto dell'epoca dal Gran Poz verso Col de Bousc: nel 1916 una valanga travolse il villaggio militare uccidendo 300 soldati
Sono finalmente alla base del Col de Bousc, coi ruderi delle fortificazioni militari. Da qui partiva
l’ultimo tratto della teleferica che riforniva i trinceramenti in quota e soprattutto gli approvvigionamenti della incredibile “Città di Ghiaccio” scavata nelle viscere del ghiacciaio fino sotto
Serauta e
Cima Rocca.
Lo sperone del Col de Bousc
Foto d'epoca con le postazioni e l'arrivo della teleferica
In questa immagine 3D ho provato a ricostruire con Google Earth le gallerie e il sistema di teleferiche. Provo a salire alla cima, sono meno di 100 metri di dislivello ma c’è un traverso, breve ma esposto col solito ghiaino dolomitico, dove bisogna prestare attenzione. Superato questo ostacolo salgo per prati ripidi fino alle
caverne di guerra della cima del Col de Bousc m 2494 con vista strepitosa verso tutto il ghiacciaio della Marmolada, purtroppo ridotto ormai al lumicino.
In azzurro le gallerie della Città di Ghiaccio, in blu le teleferiche da Pian Trevisan
Attenzione perché il versante est è un precipizio verticale da far paura. Dopo le foto di rito, visto che il tempo non è un granché, scendo alla base dove faccio una sosta panini. Chiaramente da questa parte sono svaniti il silenzio e la solitudine perché c’è un discreto via vai di turisti verso il
Pian dei Fiacconi che sale e scende.
Dalla vetta del Col de Bousc verso le cime della Marmolada
Le postazioni alla base del Col de Bousc
Dalla cima verso Cima Undici e Dodici e Pian dei Fiacconi
Postazione sulla cima con vista verso la Mesolina
Dalle postazioni di vetta verso il bacino di Fedaia
Vista verso il Sassolungo
Vista verso il Sella
Ruderi della Grande Guerra al Col de Bousc
Si scende a valle
Scendo per il
sentiero spaccagambe su placche di roccia fino alla partenza della cabinovia, quindi cerco il
sentiero 618 che si infila nella ripida valle sotto la diga di Fedaia, la
Val de Ciampié. Arrivato sul fondovalle, guado l’Avisio ridotto a un piccolo rio che fa quasi tenerezza, e proseguo sull’altro versante per il
bel sentiero 605 che procede in costa fino alla
caratteristica Cappella sotto il Colmer con la statua del “Crist de Fedaa”. Quindi giù con ripida discesa gradinata fino al “
Rif. Villetta Maria” (in realtà è un albergone che ha preso il nome della costruzione precedente, andata distrutta in un incendio). Di qui ritorno sul greto dell’Avisio e torno alla macchina per la stessa via dell’andata.
Il bel sentiero 618 che cala ripidi nella Val di Ciampié a valle della diga di Fedaia
Rieccomi a valle, ultimo sguardo in alto
La ripida discesa verso Pian Trevisan
Torno sul greto dell'Avisio asciutto
Ed eccomi a Pian Trevisan, sano e salvo anche stavolta
Bellissimo giro, abbastanza facile, nei
maestosi panorami glaciali della Marmolada. Splendide anche le Marmitte di Ciamorciaa. Consigliato! Sviluppo 14 km, dislivello 900 metri.
Il percorso