Alta Via Fdederspiel, sullo sfondo la Catena di Costabella e, dietro, Gran Vernel e Marmolada
Decidiamo di provare l’
Alta Via Bruno Federspiel nel gruppo dei
Monzoni, in
Val di Fassa. Dalla
Val S. Nicolò raggiungiamo
Malga Crocefisso quindi deviamo per la forestale che si inoltra in Valle dei Monzoni fino a
Malga Monzoni 1862, dove parcheggiamo. C’è un freddo micidiale e per scaldarci partiamo di buona lena per il sentiero 603 raggiugendo in breve il Rif. Taramelli 2040.
Rif. Taramelli
Salendo verso Passo Selle
Risaliamo quindi il vallone sotto alla
Pala de Crapela e arriviamo al
Passo delle Selle m 2528. C’è un vento gelido che spazza le creste, il cielo è velato e fa un freddo becco. Ci ristoriamo con un tè caldo al rifugio. Passo Selle è il cardine tra le due Alte Vie Bepi Zac e Bruno Federspiel che qui si incontrano.
Rifugio Passo Selle, sullo sfondo la Catena di Costabella
Foto d'epoca con gli accampamenti militari della Grande Guerra al Passo Selle
L'inizio della traversata
Rifugio Passo Selle
Il cippo commemorativo sull'Alta Via intitolata all'alpinista Bruno Federspiel
Resti di baraccamenti della Grande Guerra
Inizio traversata
Iniziamo dunque la
lunga traversata della Federspiel, che secondo il gestore dura
5 ore fino al Passo Costela. L’inizio è decisamente tranquillo per comoda
cresta pressoché pianeggiante, con parecchie deviazioni per visitare le
varie postazioni della Grande Guerra, gallerie, fortificazioni, caverne che ospitavano cannoniere.
La catena da attraversare fino a Passo dela Costela
Postazione di cannoniera; Cima Uomo vista da una caverna di guerra
I prati della Campagnaccia
Nei pressi di
Punta Alochet la musica cambia: il crinale si frastaglia e discreti baratri si aprono sotto la cresta che si fa tortuosa e dirupata. In basso verso est i dolci
declivi prativi della Campagnaccia, a ovest i precipizi verso la Val Monzoni. In compenso si aprono dei grandiosi panorami da lasciare senza fiato. Si possono osservare, tutti assieme, i principali gruppi dolomitici del Trentino orientale:
Latemar,
Catinaccio,
Sassolungo,
Sella,
Marmolada,
Pelmo,
Civetta,
Pale di S. Martino, uno spettacolo. In una conca sotto di noi pascolando placidamente una ventina di imperturbabili camosci.
Gruppo del Sassolungo con il Sassopiatto a sx
g
Punta Alochet
La cresta inizia a frastagliarsi
Indossiamo gli imbraghi e procediamo per facili tratti con staffe e cordino di sicurezza, sia pure discretamente esposti. Si prosegue in costa o con modesti salsicendi, scalando cimotte o aggirandole per ripidi versanti esposti e spesso senza alcuna protezione. Il percorso è mediamente facile ma da non prendere sottogamba: basta uno scivolone e ciao.
Tratti di facile ferrata ed altri senza nessuna protezione
Gli impressisonati strapiombi verso la Val Monzoni
Vista sul Cantinaccio
Contrasti tra le rocce chiare di dolomia e quelle scure magmatiche
Verso la metà del percorso, sullo sfondo al centro si distingue Cima Vallazza
Quando ci sembra di essere lietamente incamminati verso la metà del percorso, superando uno gradone leggermente strapiombante attrezzato con cordino e staffe, ci appare una scena horror: un
traversone inclinato ed esposto su roccia è coperto da una orrenda lastra di ghiaccio! Il cordino in alto che corre sotto le rocce è praticamente inservibile. Panico! In quel momento ci raggiunge una coppia di escursionisti che ha l’aria di sapere il fatto suo, ci supera e prosegue sia pure con massima cautela, cercando gli appoggi sui pochi sassi scoperti e nei punti senza l’infido vetrato. Facciamo questo tratto assieme.
Le creste cominciano a farsi impegnative con parecchi tratti esposti senza protezione
I tratti più scabrosi sono attrezzati con cordino
Vista sul Catinaccio
Uno dei tratti più rognosi per via del vetrato sulle rocce
Oltrepassiamo il punto più scabroso serrando le chiappe, poi superiamo altri passaggi infidi e assai esposti, senza alcuna protezione ma soprattutto con il maledetto sentiero ricoperto di neve e ghiaccio che ci obbliga a procedere con mille attenzioni per non volare di sotto. Arrivati a una forcelletta possiamo finalmente salire al sole e senza ghiaccio e risaliamo il ripido versante del
Spiz de Taricogn 2647, massima elevazione della traversata. Qui ci fermiamo per una sosta, il vento gelido cala quasi per incanto e possiamo fermarci a mangiare qualcosa finalmente al caldo.
Vista sulla Marmolada parete sud
Tratto ostico con neve e vetrato
Coi tempi siamo in campana, tuttavia è meglio non dormire sugli allori, non sappiamo infatti ancora cosa ci aspetta e, speriamo in cuor nostro, di non trovare più altro infame vetrato. Scendiamo per il ripidissimo versante alla forcella Ricoleta 2431, quindi affrontiamo una erta salita fino alla cima della erbosa
Cima Malinvern 2630.
Discesa verso forcella Ricoleta e salita a Cima Malinvern
E’ incredibile come si passi dal caldo africano dei versanti sud al gelo quasi polare ogni qual volta ci si affacci ad una forcella dove spira un vento teso freddissimo. Da Cima Malinvern ci aspetta un altro
tratto attrezzato in ripida discesa: dopo rapido consulto decidiamo di rimettere gli imbraghi, quindi affrontiamo altri maledetti passaggi esposti senza protezione sull’infame vetrato appena il sentiero gira a nord.
Ultimo tratto di creste verso forcella dela Costela
Discesa ripida da Cima Malinvern
Vista sulla valle dei Monzoni
Girando lo sguardo verso cima Malinverno discesa dal versante ovest
Vista verso il Lusia
Finalmente arriviamo a una forcelletta dove sembrano finiti i patemi, ora si prosegue al sole ma con traversi su costoni pratosi assai ripidi, dove l’esile traccia è larga appena uno scarpone. Anche qui si procede con la massima attenzione, un piede in fallo e lo sfracello è garantito. Dopo altri saliscendi che cominciano a essere un po’ sfiancanti, arriviamo finalmente a
Forcella La Costela. Leviamo gli imbraghi e tiriamo il fiato, più per la tensione nervosa dei passaggi col vetrato che per la fatica. Iniziamo quindi la discesa verso il
rif. Valacia per lo splendido v
allone di Gardecia fino in fondovalle, dove chiudiamo l’anello tornando a Malga Monzoni dove abbiamo la macchina.
Nei pressi di forcella Costela
L'incantevole Rifugio Valacia
Discesa verso Malga Monzoni
In conclusione: bellissima traversata in quota con panorami grandiosi, percorso abbastanza impegnativo sul filo dei 2500-2600 metri, fisiamente ma anche mentalmente perché i molti tratti esposti senza alcuna protezione impongono di non abbassare mai l’attenzione.
Sviluppo km 16.2, disl. circa m 1400. Escursione del 26/09/2014
Il percorso