Autore Topic: [CATENA DI BOCCHE] Col de Le Palue 2266 e Cima Juribrutto 2697  (Letto 6598 volte)

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Cima Juribrutto con il Col de le Palue

La necessità di controllare le postazioni austriache in località Fango, a valle del Passo S. Pellegrino, indusse i Comandi italiani ad ordinare la conquista della quota 2262 denominata Busa d'Orso (Pas de l'Ors), a nord di Cima Juribrutto. Il 5 giugno 1915 una mezza compagnia del XXV Battaglione Bersaglieri dopo breve combattimento raggiunse ed occupò la posizione, che fu successivamente rinforzata con la costruzione di alcuni ricoveri in caverna sul costone del limitrofo Col de le Palue.


L'artiglieria austriaca batteva il Col de le Palue da Malga Colvere

La Catena di Bocche con la Valle di S. Pellegrino

Le postazioni furono cannoneggiate da numerosi colpi dell’artiglieria austriaca, sparati dalle postazioni di Malga Colvere. Ci furono anche numerosi tentativi di riconquista da parte delle truppe austriache: nel maggio 1916 un forte attacco costrinse i fanti italiani a ritirarsi temporaneamente dall'avamposto, che fu però riconquistato poco dopo da tre compagnie del II/215° fanteria. Anche queste postazioni sono state recentemente ripristinate e rese agibili dall’Associazione “Sul Fronte dei ricordi”. Decido dunque di andare a vedere, anche per “esplorare” questo versante di Cima Juribrutto che conosco meno.


Partenza da Passo S. Pellegrino

Parto dal passo, dai pressi della malga S. Pellegrino, dove una mulattiera selciata della Grande Guerra - segnavia 628- sale con pendenza modesta per un lungo traversone. Dopo mezz’ora di marcia la mulattiera entra in uno spettacolare piccolo altopiano, “Le Palue”, solcato da un torrente: un posto veramente magnifico!


Il magnifico paesaggio de le Palue, al centro il Sforzelin e a dx Cima Juribrutto

Attraverso il valloncello che si apre sotto al Sforcelin, quindi inizio salire lentamente verso un ampio promontorio. Presso una sella ecco le prime caverne, tiro fuori la pila ed entro. Sono subito dolorose zuccate sul soffitto: il ripristino si è limitato a liberarle dalla terra senza scavare il fondo, per cui le gallerie sono piuttosto basse. Onore comunque a chi si è preso la briga di fare lavori di recupero certamente pesanti. Le gallerie sono piuttosto brevi e si limitano a forare la sommità del promontorio per poter osservare la Valle S. Pellegrino verso Moena.


La bellissima vallata dele Palue

Vista su Jurbrutto

Cima Juribrutto

Vado a vedere anche la caverna dove c’era una postazione di mitragliatrice, attraversando l’ampia cima pianeggiante dove c’è uno specchio d’acqua. La galleria è ostruita dalla neve: entro a fatica ma riesco a raggiungere l’apertura sul lato opposto a picco su un precipizio roccioso da paura.


Le prime caverne

Caverne sul Col de le Palue

Ingresso della caverna

Salita alla postazione di osservazione

Sul Col de le Palue, da dx Cima Juributto e Cima Bocche

Ingresso della postazione di mitragliatrice

Sono entrato a stento...

Dentro la galleria

Eccomi sulla feritoia di osservazione verso la Val S. Pellegrino

Torno sui miei passi, il tempo sembra tenere decido quindi di salire a Cima Juribrutto, valicando il passo omonimo. Un lungo traversone sale in costa, alcuni nevai ripidi però mi obbligano ad abbandonare il sentiero e scendere tra pietraie infami per andare a prendere il 628A, che è senza neve e sale dal Ciamp de l’Ors. L’avvicinamento alla forcella è molto più lungo di quel che ci si aspetta, il panorama comunque è magnifico.


Verso la forcella Jurbrutto o Vallazza
L'avvicinamento è molto lungo con molti nevai che obbligano a deviare dal sentiero

Ci sono quasi!

Eccomi alla forcella col bivacco-tettoia, sullo sfondo a sx cima Juribrutto

Anche qui parecchi nevai obbligano a deviare dal sentiero. Arrivato alla forcella tiro il fiato per una breve sosta: visto che il tempo tiene proseguo col E695, anche qui nevai residui mi obbligano a scegliere vie alternative, il terreno comunque è molto facile e non ci sono problemi. Arrivo in vetta a Cima Juribrutto 2697, l’avrò salita quante volte, 20? Eppure è sempre bellissima! Mi fermo a fare parecchie foto, c’è una bella luce che invoglia e le trincee sono spettacolari.     


Palificazioni della Grande Guerra ammassati tra le rocce, sullo sfondo il Lagorai

Quasi in cima, camminando sulle "laste", sullo sfondo il profilo di Cima Bocche

Eccomi in vetta, sullo sfondo Cima Bocche, dietro il Gronton

Trinceramenti in vetta


Cima Juribrutto

Trinceramenti con lo sfondo delle Pale

Gli imponenti trinceramenti sulla cima

Trincea verso la cima

La vetta coi poderosi trinceramenti

Vista sulle Pale

Vista verso Cima Malinverno, nei Monzoni: sullo sfondo il Gruppo del Catinaccio

Una incredibile postazione a nido d'aquila a picco sui dirupi, si scorgono ancora le assi dell'epeoca

Le trincee sono lunghissime e attorniamo la vetta, sullo sfondo Cima Bocche

Quindi riprendo la marcia con l’idea di arrivare fino al Col Margherita percorrendo l’Alta Via dela Mariota. Costeggiando numerosi trinceramenti scendo il ripido versante sopra la Forcella di Vallazza 2521 (o Sforcelin), dove posso rilassarmi un attimo prima di iniziare il lungo attraversamento in quota.


Scendendo allo Sforcelin, verso il Col S. Margherita

Rovine di accampamenti

Vista sul Col de le Palue

"Squarcio" su Passo S. Pellegrino

Sembrava corto ma è davvero eterno, c’è di buono che i panorami sono grandiosi, e il percorso aereo costeggia il crinale con leggeri saliscendi e toccando varie cime senza nome. Da una parte a picco sulla Valle di S. Pellegrino e dall’altra le Pale di S. Martino all’orizzonte con il Lagorai in lontananza. Posso chiedere di più?


Vista verso il Lagorai

Trinceramenti su Cima Juribrutto, sullo sfondo Cima Bocche

Dopo la lunga marcia arrivo finalmente al Col S. Margherita sconciato dagli impianti. La cima è stata riempita da opinabili installazioni “didattiche”.  La discesa in mezzo agli impianti non è un granché: stringe il cuore vedere posti così belli rovinati per sempre. Trovo con una certa fatica il sentiero 658 (le piste hanno sconvolto tutto il territorio), e con quello riesco a tornare a valle, attraversando più volte lo sfacelo delle piste. Arrivo al Passo S. Pellegrino alle ore 20, dopo una lunga e bellissima giornata in quota. La Catena di Bocche è davvero un paradiso terrestre (impianti a fune a parte). Sviluppo 21 km, dislivello 1000 m circa coi vari saliscendi.


Verso il Col Margherita

Pale di S. Martino

Il percorso
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 Bel giro complimenti!
Queste escursioni belliche sono molto interessanti per quel che mi riguarda, offrono lo spunto e lo stimolo per visitare dei luoghi che rimarrebbero sconosciuti ai più.
La Val S Pellegrino è ricca di posizioni militati, sul versante opposto una visita meriterebbero le postazioni del Colifon e del Sass Dal Musc dove passava la prima linea italiana, il campo trincerato di Fango e la soprastante galleria della Ricoletta percorribile con una torcia 

Bisogna andare dove pochi sono andati per vedere   
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La Val S Pellegrino è ricca di posizioni militati, sul versante opposto una visita meriterebbero le postazioni del Colifon e del Sass Dal Musc dove passava la prima linea italiana, il campo trincerato di Fango e la soprastante galleria della Ricoletta percorribile con una torcia

le postazioni di Campagnacia (Colifon e Sas dal Musc) non le ho mai viste, tu si? Credo ci sia poca roba...
Su questo sito si trova parecchia documentazione http://www.fassafront.com/
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Offline SPIDI

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Le avevo viste qualche anno fa e non erano in buone condizioni ...non so se le hanno sistemate ultimamente, si tratta per lo più di caverne  :)
Grazie per la segnalazione del sito  ;)
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Aggiornamento: sono ripassato oggi e le postazioni italiane che erano state economiabilmente ripristinate anni fa, sono in gran parte crollate, e quindi inagibili (c'è un cartello di divieto di entrata)
« Ultima modifica: 01/08/2022 11:11 da AGH »
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