La spettacolare frana delle Marmolade, scendendo dal Col del Becher: sullo sfondo Cima Uomo
Un giro assolutamente magnifico, partendo dal territorio
trentino ma sconfinando ampiamente nel
Veneto. L’obiettivo iniziale, visto il vento forte e il tempo incerto delle previsioni, era in realtà modesto, la forcella della Forca Rossa m 2490. Ma poi in corso d’opera l’escursione si è “ingigantita” fino a diventare una signora escursione.
La parte iniziale dell'escursione
Dal
Passo S. Pellegrino scendiamo brevemente lungo la provinciale verso Falcade per poi deviare e salire fino al
parcheggio nei pressi della Malga Col de Mez 1840, dove lasciamo l’auto. Ci incamminiamo per pochi minuti su strada forestale quindi
giriamo a nord risalendo quella che sembra una pista da sci, che in pochi minuti ci conduce allo spettacolare colpo d’occhio della piana di Fuciade con le piccole baite sparse e i fienili.
La spettacolare piana
La conca di Fuciade
Stemma su una baita
Tra le baite di Fuciade
Col sentiero pianeggiante attraversiamo i meravigliosi prati fino al
Rif. Fuciade, dove facciamo qualche foto, contornati dalle spettacolari cime dolomitiche: da
Cima Uomo a
Sass de Valfreida. Il cielo è velato ma sembra in deciso miglioramento, anche il vento sta calando e non è freddo.
Baite di Fuciade, al centro si scorge Cima Cadine
Ripartiamo verso la Forca Rossa
Col
sentiero 670 saliamo con pendenze modeste una dorsale prativa, scollinata la quale svoltiamo verso NE per inoltrarci nel
vasto anfiteatro di prati alpini sotto al Formenton. Il sentiero, l’
Alta Via dei Pastori, attraversa il
Pian de la Schità, una serie di vallette e pianori veramente splendidi. Il sentiero diventa quindi un po’ più ripido e con larghi zigzag raggiunge senza alcuna difficoltà la sella della
Forca Rossa m 2490. Il panorama verso sud è grandioso:
Civetta,
Pelmo (si intravede), le Pale di
Cime d’Auta e il Barbagin, i
Lastei di Pape,
Pale di S. Martino col coloassele pilastro del M. Agner,
Catena di Bocche,
Lagorai,
Cima Uomo.
La nostra mèta
Verso il Pizzo Forca e le Pale di S. Martino
Vista su Cima Uomo a sx e Cima Cadine a dx
Verso la piana di Schità
Il percorso si infila in vallette e pianori
Zoomata su Cima Uomo
Quasi in vetta alla Forca Rossa
Val Franzedaz dalla Forca Rossa, a dx la Forcella del Col Becher
Ora resta da capire come proseguire il giro. Preventivamente avevo guardato varie mappe per ipotizzare un giro ad anello
scendendo col 692, ma restavano dei grossi dubbi su come riuscire a rientrare verso il Passo S. Pellegrino risalendo le varie Mandre (Caviole e del Zot) per incerte tracce non ufficiali.
La strada militare italiana della Gande Guerra scende in val Fanzedaz
Ci siamo quasi, la forcella e a sx il Barbagin
Forcella Col del Becher: in centro Cima Pape, di rocce vulcaniche, e sullo sfondo l'Agner
Sguardo indietro verso il M. Fop
Su OpenStreetMap le tracce sono segnate, quindi sono relativamente fiducioso. Decidiamo di provare:
dalla Forca Rossa caliamo per la bella strada militare italiana della Grande Guerra, che con vari zig zag ci porta in alta
Val Franzedaz, dove deviamo per aggiungere il
Passo del Col Becher 2310. Qui iniziamo la lunga discesa, di circa 1100 metri di dislivello, per le ripidissime balze prative del
Col Becher 2444: il sentiero tuttavia è molto ben tracciato e con varie “zete” cala rapidamente di quota stando a ridosso del crinale. Qui si spalancano squarci impressionanti verso la
Frana delle Marmolade, una spaventosa voragine che si apre sotto il
Pizzo Forca 2285. Una specie di libro di geologia a cielo aperto: si possono osservare i vari strati di roccia e gli imponenti fenomeni di erosione del suolo.
Le spaventose voragini sotto il Pizzo Forca, sullo sfondo spunta Cima Uomo
Poco più a sud, su una parete, si vedono gli strati di roccia che si contorcono e piegano come fossero plastilina, davvero sorprendente. In vista del
M. Vallesella 2020 il panorama si addolcisce con una serie di prati e collinette punteggiati da boschetti di larice dagli splendidi colori autunnali.
Scendendo verso il Col Valsella
Le rocce contorte
Un attimo di sosta durante la lunga discesa con sfondo delle Pale di S. Martino
Vista verso il possente Gruppo del Civetta
Sulle nostre teste svettano le Cime d'Auta
Spettacolari la vista verso il
grandioso gruppo dolomitico del Civetta, cui fa da contraltare le cupe cime dei Lastei di Pape di origine vulcanica. Sopra le nostre teste svettano imponenti le due
Cime d’Auta. Scendiamo ancora lungamente, a ridosso di notevoli precipizi ma sempre al sicuro, per ottimo sentiero che cala fino alla bella frazione di
Meneghina 1368, il punto più basso dell’escursione.
La discesa diventa meno impervia
Cima di Pape
Barbagin e Cime D'Auta
La cupa cima di Pape di roccia vulcaninca fa da contraltare a quelle calcaree sullo sfondo del Gruppo dell'Agner
Sosta su una bellissima panchina fatta di tronchi con belvedere sulle Pale
Vista sulla Valle di Falcade
Ora tocca risalire per 500 m di dislivello per tornare all’auto, che è ancora lontanissima. Raggiungiamo il
rif. Barezze 1380, il
ponte di Barezze e quindi la forra da dove parte il sentiero, per fortuna ben tracciato, che risale il costone della
Mandra di Caviole.
Eccoci nel punto più basso della discesa, la bella frazione di Meneghina
Il colossale pilastro dell'Agner, la sua parete verso la Valle di S. Lucano è alta più di 1500 m ed è la più alta delle Dolomiti
Intercettiamo l
a strada forestale che scende dal rif. Malga ai Lach, quindi caliamo ancora di quota, mentre sta facendo buio, per intercettare l’ultimo traversone, lunghissimo e in leggera salita con vari strappi, che ci riporta al
rif. Flora Alpina e quindi alla macchina. Arriviamo ben cottarelli che sono ormai le 19.30. Salvi ancora una volta
Le baite a Fuciade
Conclusioni: giro magnifico praticamente privo di difficoltà ma piuttosto lungo, con un orientamento molto articolato e non banale. Utilissimo come sempre il gps del cellulare con l’app cartografica Mytrails, per districarsi nel complesso dedalo di sentieri, strade forestali, tracce, bivi senza indicazioni e segnaletica a volte scarsa o assente. Sviluppo 22 km, dislivello 1450 m
Il percorso