Autore Topic: [MARMOLADA] Forca Rossa m 2490 e Alta via dei Pastori (anello)  (Letto 6803 volte)

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La spettacolare frana delle Marmolade, scendendo dal Col del Becher: sullo sfondo Cima Uomo

Un giro assolutamente magnifico, partendo dal territorio trentino ma sconfinando ampiamente nel Veneto. L’obiettivo iniziale, visto il vento forte e il tempo incerto delle previsioni, era in realtà modesto, la forcella della Forca Rossa m 2490. Ma poi in corso d’opera l’escursione si è “ingigantita” fino a diventare una signora escursione.


La parte iniziale dell'escursione

Dal Passo S. Pellegrino scendiamo brevemente lungo la provinciale verso Falcade per poi deviare e salire fino al parcheggio nei pressi della Malga Col de Mez 1840, dove lasciamo l’auto. Ci incamminiamo per pochi minuti su strada forestale quindi giriamo a nord risalendo quella che sembra una pista da sci, che in pochi minuti ci conduce allo spettacolare colpo d’occhio della piana di Fuciade con le piccole baite sparse e i fienili.


La spettacolare piana

La conca di Fuciade

Stemma su una baita

Tra le baite di Fuciade

Col sentiero pianeggiante attraversiamo i meravigliosi prati fino al Rif. Fuciade, dove facciamo qualche foto, contornati dalle spettacolari cime dolomitiche: da Cima Uomo a Sass de Valfreida. Il cielo è velato ma sembra in deciso miglioramento, anche il vento sta calando e non è freddo.


Baite di Fuciade, al centro si scorge Cima Cadine

Ripartiamo verso la Forca Rossa

Col sentiero 670 saliamo con pendenze modeste una dorsale prativa, scollinata la quale svoltiamo verso NE per inoltrarci nel vasto anfiteatro di prati alpini sotto al Formenton. Il sentiero, l’Alta Via dei Pastori, attraversa il Pian de la Schità, una serie di vallette e pianori veramente splendidi. Il sentiero diventa quindi un po’ più ripido e con larghi zigzag raggiunge senza alcuna difficoltà la sella della Forca Rossa m 2490. Il panorama verso sud è grandioso: Civetta, Pelmo (si intravede), le Pale di Cime d’Auta e il Barbagin, i Lastei di Pape, Pale di S. Martino col coloassele pilastro del M. Agner, Catena di Bocche, Lagorai, Cima Uomo.


La nostra mèta

Verso il Pizzo Forca e le Pale di S. Martino

Vista su Cima Uomo a sx e Cima Cadine a dx

Verso la piana di Schità

Il percorso si infila in vallette e pianori

Zoomata su Cima Uomo

Quasi in vetta alla Forca Rossa

Val Franzedaz dalla Forca Rossa, a dx la Forcella del Col Becher

Ora resta da capire come proseguire il giro. Preventivamente avevo guardato varie mappe per ipotizzare un giro ad anello scendendo col 692, ma restavano dei grossi dubbi su come riuscire a rientrare verso il Passo S. Pellegrino risalendo le varie Mandre (Caviole e del Zot) per incerte tracce non ufficiali.


La strada militare italiana della Gande Guerra scende in val Fanzedaz

Ci siamo quasi, la forcella e a sx il Barbagin

Forcella Col del Becher: in centro Cima Pape, di rocce vulcaniche, e sullo sfondo l'Agner

Sguardo indietro verso il M. Fop

Su OpenStreetMap le tracce sono segnate, quindi sono relativamente fiducioso. Decidiamo di provare: dalla Forca Rossa caliamo per la bella strada militare italiana della Grande Guerra, che con vari zig zag ci porta in alta Val Franzedaz, dove deviamo per aggiungere il Passo del Col Becher 2310. Qui iniziamo la lunga discesa, di circa 1100 metri di dislivello, per le ripidissime balze prative del Col Becher 2444: il sentiero tuttavia è molto ben tracciato e con varie “zete” cala rapidamente di quota stando a ridosso del crinale. Qui si spalancano squarci impressionanti verso la Frana delle Marmolade, una spaventosa voragine che si apre sotto il Pizzo Forca 2285. Una specie di libro di geologia a cielo aperto: si possono osservare i vari strati di roccia e gli imponenti fenomeni di erosione del suolo.


Le spaventose voragini sotto il Pizzo Forca, sullo sfondo spunta Cima Uomo

Poco più a sud, su una parete, si vedono gli strati di roccia che si contorcono e piegano come fossero plastilina, davvero sorprendente. In vista del M. Vallesella 2020 il panorama si addolcisce con una serie di prati e collinette punteggiati da boschetti di larice dagli splendidi colori autunnali.


Scendendo verso il Col Valsella

Le rocce contorte

Un attimo di sosta durante la lunga discesa con sfondo delle Pale di S. Martino

Vista verso il possente Gruppo del Civetta

Sulle nostre teste svettano le Cime d'Auta

Spettacolari la vista verso il grandioso gruppo dolomitico del Civetta, cui fa da contraltare le cupe cime dei Lastei di Pape di origine vulcanica. Sopra le nostre teste svettano imponenti le due Cime d’Auta. Scendiamo ancora lungamente, a ridosso di notevoli precipizi ma sempre al sicuro, per ottimo sentiero che cala fino alla bella frazione di Meneghina 1368, il punto più basso dell’escursione.


La discesa diventa meno impervia

Cima di Pape

Barbagin e Cime D'Auta

La cupa cima di Pape di roccia vulcaninca fa da contraltare a quelle calcaree sullo sfondo del Gruppo dell'Agner

Sosta su una bellissima panchina fatta di tronchi con belvedere sulle Pale

Vista sulla Valle di Falcade

Ora tocca risalire per 500 m di dislivello per tornare all’auto, che è ancora lontanissima. Raggiungiamo il rif. Barezze 1380, il ponte di Barezze e quindi la forra da dove parte il sentiero, per fortuna ben tracciato, che risale il costone della Mandra di Caviole.


Eccoci nel punto più basso della discesa, la bella frazione di Meneghina

Il colossale pilastro dell'Agner, la sua parete verso la Valle di S. Lucano è alta più di 1500 m ed è la più alta delle Dolomiti

Intercettiamo la strada forestale che scende dal rif. Malga ai Lach, quindi caliamo ancora di quota, mentre sta facendo buio, per intercettare l’ultimo traversone, lunghissimo e in leggera salita con vari strappi, che ci riporta al rif. Flora Alpina e quindi alla macchina. Arriviamo ben cottarelli che sono ormai le 19.30. Salvi ancora una volta :)


Le baite a Fuciade

Conclusioni: giro magnifico praticamente privo di difficoltà ma piuttosto lungo, con un orientamento molto articolato e non banale. Utilissimo come sempre il gps del cellulare con l’app cartografica Mytrails, per districarsi nel complesso dedalo di sentieri, strade forestali, tracce, bivi senza indicazioni e segnaletica a volte scarsa o assente. Sviluppo 22 km, dislivello 1450 m



Il percorso
Blog di Montagna
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