Pale di S. Martino
Amo la meravigliosa
Catena di Bocche, soprattutto per i grandi spazi aperti, con la
possibilità di camminare per ore fuori da ogni sentiero. Il vasto versante sudorientale, formato da
grandiose lastronate di roccia moderatamente inclinate, è punteggiato di piccoli laghetti e specchi d’acqua. Decido di partire senza una meta precisa, esplorando il territorio secondo l’estro del momento.
L’idea è di cercare un po’ di questi piccoli laghetti che non hanno neppure un nome.
Sguardo verso le Pale, salendo verso forcella Vallaccia
Parcheggio poco sotto Passo Valles, a quota 1950 circa, quindi mi inoltro per delle belle radure pianeggianti con l’intenzione di imboccare il valloncello che sale alla
Forcella Vallazza. Non ci sono sentieri ma, come sospettavo,
qualche vaga traccia c’è. La vegetazione è rada, il terreno erboso e salgo senza difficoltà fino alla
meravigliosa spianata a quota 2145, che evidentemente un tempo era un lago ora intorbato.
La meravigliosa piana dove un tempo c'era un lago
La piana intorbata vista da sopra
Appena si supera il limite della vegetazione il paesaggio inizia a farsi grandioso: verso sud, tra i radi boschi di cirmoli, spuntano le maestose
Pale di S. Martino. Memorizzo dei
posti fantastici per venirci in tenda, col ruscello vicino, un sogno. Attraversata la spianata, inizio a salire di quota, la valletta si incassa parecchio ma si riesce a salire bene sulla riva sx orografica.
Col Gps del cello è quasi un gioco da ragazzi orientarsi: superata una balza la valletta si apre e spiana di nuovo, dove intravedo una evidente strada militare selciata che sale verso la forcella. Io però svolto a est superando un piccolo passo: ed ecco il
primo splendido laghetto a quota 2320! E’ ancora ghiacciato, bellissimo il colpo d’occhio con le Pale onnipresenti sullo sfondo.
Il primo laghetto
Il secondo laghetto, sullo sfondo a sx Pelmo e Civetta, a dx spunta il M. Agner
Oro provo a seguire la curva di livello per arrivare al lago successivo, ma arrivo troppo alto e il versante è dirupato. Pazienza, del resto l’avevo già visto da vicino in una escursione invernale precedente. Riprendo a salire
verso il Col Margherita, il paesaggio è spettacolare.
Zoomata sul Passo delle Farangole
Pausa pranzo con supervista
Zoomata sul mitico pilastro del M. Agner
A quota 2400
icomincio a pestolare neve in modo continuo, per fortuna è portante. C’è un vento freddo, trovo un posto riparato sull'erba per fare pausa panini. Contemplo il panorama spettacolare a lungo, non andrei più via. Riprendo quindi la marcia salendo ora in direzione ovest, verso il crinale, fino ad un altro
laghetto senza nome a quota 2490.
Vista sulla Catena del Lagorai
Terzo laghetto, sullo sfondo lo spallone di Cima Juribrutto
Trinceramenti salendo a Cima Juribrutto, sullo sfondo le Pale di S. Martino
A questo punto mi dico che non posso non salire Cima Juribrutto: c’è un ripido costone ma è tutto pulito senza neve, quindi mi metto in marcia e raggiungo
Forcella Vallazza 2521 dove intercetto il sentiero
“Alta Via della de la Mariota”che percorre lungamente
il crinale dal Col Margherita. Salgo per l’erto e panoramico sentiero che passa tra
trinceramenti e vari resti di baracche della Grande Guerra. Arrivato in cima allo spallone, resta un facile traversone nevoso costeggiando una grossa trincea fino in vetta a
Cima Juribrutto m 2697.
Nei pressi della Forcella Vallazza
Vista sulle Pale, Passo Rolle, Catena del Lagorai
Ultimo traverso verso Cima Juribrutto, segnata da trincee ovunque
Il grande trincerone verso la cima
Trinceramenti con vista verso il Sassolungo
Vista verso i Monzoni con cima Malinverno, sullo sfondo il gruppo del Catinaccio
Sempre meraviglioso il panorama, anche se l’ho visto ormai mille volte
. Per la discesa scendo liberamente sfruttando i costoloni rocciosi senza neve, mantenendo la rotta comunque lungo l’amplissima dorsale.
Ancora trincee su cima Jurbrutto, sullo sfondo Cima Bocche
Trinceramenti con vista sul Cimon della Pala
Raggiungo altri 3 specchi d’acqua a quota 2300, quindi intercetto il
sentiero 631 ed avvisto dall’alto il
Lago di Juribrutto 2206 ancora ghiacciato nella conca. Potrei ora risalire brevemente e scendere direttamente a Malga Vallazza, ma decido di allungare il giro e
scendere col 620 per la splendida Val Juribrutto, con spettacolari squarci sulle Pale ormai al tramonto.
Altro laghetto senza nome
Lago Juribrutto ancora ghiacciato
Calando verso Malga Juribrutto
Arrivato alla
Malga Juribirutto a quota 1912, prendo il
sentiero 623 che mi riporta a Malga Vallazza con un lungo traversone quasi in piano, e quindi fino alla macchina.
Cimon della Pala e Castelaz in basso
Squarcio sulle Pale al tramonto
Bellissimo giro rilassante che mi ha permesso di girovagare in quota
scovando ben 7-8 laghetti, senza contare gli specchi d’acqua più piccoli. Difficoltà praticamente nessuna, salvo quella di muoversi in grandi spazi al di fuori di qualsiasi traccia e quindi senza punti di riferimento. Anche il semplice Gps del cellulare con una app cartografica come “MyTrails” in questo caso aiuta parecchio. Sviluppo 15 km, dislivello circa 800 m.
Il percorso, nei cerchi i laghetti