Girardi è senza dubbio una persona tenace: il presidente del Comitato "Transdolomites" infatti non perde occasione per propagandare in ogni dove la sua idea di una nuova linea ferroviaria che colleghi Trento con Canazei, passando per la Val di Cembra. Shakesperare direbbe “C’è del metodo in questa follia.” Un’idea che è diventata una ossessione e, come tale, pericolosa. Perché gli impedisce di vedere la realtà: la sua è anzitutto un’idea antistorica.
Le ferrovie sono nate quando non esisteva letteralmente il trasporto di massa privato. Le ferrovie dell'epoca ancora esistenti, cioè che non sono state smantellate perché antieconomiche, vivacchiano robustamente sostenute dai quattrini pubblici. Sono nate in un contesto, circa un secolo fa, totalmente diverso da quello d’oggi. Intorno alla ferrovia locale dell'epoca, come nel vecchio West, si è sviluppato tutto il resto. Non risultano ferrovie costruite ex-novo in epoca moderna sulle Alpi, di tratta locale, che siano economicamente sostenibili. Pretendere ora di fare l’operazione inversa, cioè calare una ferrovia dall’alto in un territorio già ultra antropizzato, è follia pura, delirio patologico.
Significherebbe la distruzione ambientale e costi spaventosi del tutto insostenibili. Consideriamo infine che siamo in Italia, patria delle “magnadore” per antonomasia. Già "Metroland" è stata affossata, per fortuna, dai costi spaventosi prima ancora che dal buon senso e dalla logica. Nulla di buono può venire da una nuova ferrovia che collegi valli del tutto secondarie, Transdolomites compresa.