Poco da dire sul piano tecnico-progettuale,ma resta il grave peccato originale di chi non tollera che certe zone restino il più possibile naturali e fruibili da quanti accettano una certa dose di disagio e rischio!
Questi sì che sono oltranzisti per i quali TUTTA la montagna deve essere fruita da tutte le tipologie di escursionisti,preferibilmente in massa,condizione unica per alimentare la fornace del consumo....
Questo è il muro evidentemente invalicabile che divide il nostro modo di pensare dal loro.
Eppure il Trentino ha ormai "sviluppato",antropizzato,infrastrutturato quasi tutto il territorio idoneo a favorire il turismo di massa:è davvero così sacrilego chiedere che una porzione sia risparmiata?
E' così stravagante chiedere di sperimentare un diverso schema di rilancio promuovendo le attività agro-silvo-pastorali,integrate in modo sostenibile con la fornitura di servizi agli escursionisti?
Cosa c'è di sbagliato nel sostegno pubblico a chi vive in montagna e di montagna,rispetto allo spreco di fondi che sostengono le strutture alberghiere,gli impianti ecc,individuati come UNICO volano per l'economia del territorio.
Eppure sono ormai tanti e autorevoli gli economisti che sostengono come l'attuale modello economico che prevede uno sviluppo senza termine , comporta il consumo di risorse territoriali,una serie di attività energivore,una dequalificazione culturale degli utenti,non possa avere un futuro ed anche nel presente mostra segni innegabili di fragilità.
Perchè chi argomenta in modo civile come nella riunione SAT,le proprie contrarietà viene catalogato come estremista,dietrologo,veteroambientalista ecc?
Forse perchè stuzzica i nervi esposti di chi in realtà è consapevole che le regole sono cambiate nel rapporto uomo- ambiente,che gli errori del passato tornano presentando un conto salato,che lo sviluppo senza limiti temporali e quantitativi è un assurdità concettuale in un mondo terreno limitato nello spazio,nel tempo e nelle risorse disponibili.
Questa è la realtà del contendere:una visione radicalmente diversa tra chi ha preso consapevolezza e chi si rifugia in modelli ben conosciuti,rassicuranti,ma oggi fuori contesto.
Sicuramente in questo gioco entra anche la malafede di tanti che mirano a guadagnare anche a scapito di chi verrà dopo,di molti che vivono di queste situazioni intrecciate fra piccola e meschina politica locale e economia di lobbies,facilitati dalla ignoranza dilagante,dal fatto che in troppi hanno altre priorità ecc.
Sarà difficile che le cose si aggiustino e il contrasto durerà ancora,ma io sento come un dovere la resistenza a queste iniziative,una difesa che devo a chi ,dopo di me, deve poter avere ancora spazi in cui sognare,sperimentare,rischiare,in sostanza spazzi di vita in libertà. tanto fisica quanto mentale.