Autore Topic: Telelavorare in montagna si può! (forse)  (Letto 17565 volte)

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Offline AGH

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Telelavorare in montagna si può! (forse)
« il: 21/09/2012 22:36 »
Luca Mercalli scrive un post per impostare il dibattito che volentieri riportiamo di seguito:

Si può lavorare dalla montagna rapportandosi con la città e con il mondo intero? Ma certo che si può! Ed è una vera rivoluzione, resa possibile dalla diffusione di Internet. Quel sottile doppino telefonico, o in altri casi le onde radio wi-fi, sono sufficienti a far sì che chi lavora con la testa, scrive, progetta, corregge, disegna, calcola, inserisce, compila, chi cioè non ha bisogno di una presenza fissa sul posto di lavoro, possa esercitare la propria attività in un ambiente di eccezionale bellezza e tranquillità. Aria pura, poco traffico, paesaggio tonico, qualità della vita e del lavoro.
Noi della Società Meteorologica Italiana l'abbiamo fatto. Stufi dei problemi della città, dell'ingorgo mattutino, del parcheggio che non c'è, del rumore, dello smog, abbiamo optato per un castagneto a 630 metri di quota in Valle di Susa. Davanti il Rocciamelone, dietro Pian Cervetto, dove si potrebbe anche andare nell'intervallo del pranzo (poi non ci si va mai, perchè il telefono squilla sempre anche in montagna...). Tra cinghiali e caprioli, ai confini tra mondo abitato del fondovalle e mondo selvatico del Parco Orsiera-Rocciavré, l'importante è che arriva l'ADSL. Un severo castello medievale alpino riattato, un server e dieci postazioni di lavoro alimentati a pannelli solari (http://www.nimbus.it/fotovoltaico/Fotov ... orello.asp ) e si lavora come in città, meglio che in città. La posta elettronica non ha pace, il web ti fa consultare in un secondo tutto ciò che accade nel mondo, in un attimo condividiamo i nostri dati con il Colorado o con l'Himalaya. E intanto fuori è la montagna che veglia su di noi, ispira, rilassa, nutre. Inoltre il telelavoro permette a tutti i membri dello staff di fruire dell'ufficio comune solo quando lo desiderano: un giorno alla settimana ci si ritrova tutti davanti a un'insalata coltivata nell'orto adiacente, e negli altri giorni presidiano l'ufficio i colleghi più prossimi alla sede e gli altri lavorano da casa propria, dialogando via skype e posta elettronica. Meno spese di viaggio, meno tempo perso, meno CO2, più qualità di vita.
Cosa servirebbe? Che i collegamenti telefonici di qualità raggiungessero tutte le borgate, come fu l'elettrificazione cinquant'anni fa. La vera grande opera che connette le persone, rivitalizza i territori montani, crea opportunità e contatti, è un piccolo cavo elettrico o un ripetitore su un campanile. Non certo 57 km di tunnel per l'alta velocità ferroviaria pronto forse tra vent'anni. I bit e le idee corrono infinitamente più rapidi dei treni, non deturpano il territorio e costano molto meno alla collettività.
Luca Mercalli

dal forum http://www.dislivelli.eu/forum/viewtopic.php?f=6&t=13
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Offline pianmasan

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #1 il: 23/09/2012 11:41 »

Si può lavorare dalla montagna rapportandosi con la città...
Come in un banco di nebbia. In questo articolo c'è qualcosa che non mi convince e non riesco a capire cosa. Senza alcuna ironia.

Offline Pistacchio

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #2 il: 23/09/2012 13:37 »
Come in un banco di nebbia. In questo articolo c'è qualcosa che non mi convince e non riesco a capire cosa. Senza alcuna ironia.

Forse perchè il telelavoro potrebbe essere svolto solo da un esigua minoranza? Perchè si parla di un tema a casaccio per dire no alla TAV? Perchè se li ho 10 postazioni in qualche modo la gente ci deve pur arrivare. Il telelavoro funziona in "singolo" ovvero ognuno da casa sua. Ma se devo organizzare un ufficio la gente deve per forza prendere auto o qualsiasi altra cosa per arrivarci. Mi vengono in mente un paio di motti: Liberiamo la città dallo smog! Tutti in Marmolada al lavoro. Oppure salva un albero, uccidi un castoro.

Offline AGH

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #3 il: 24/09/2012 09:40 »
Forse perchè il telelavoro potrebbe essere svolto solo da un esigua minoranza? Perchè si parla di un tema a casaccio per dire no alla TAV? Perchè se li ho 10 postazioni in qualche modo la gente ci deve pur arrivare. Il telelavoro funziona in "singolo" ovvero ognuno da casa sua. Ma se devo organizzare un ufficio la gente deve per forza prendere auto o qualsiasi altra cosa per arrivarci.

chiaramente la strada per uscire dal concetto ottocentesco di lavoro, con l'operaio al tornio per 8 o 12 ore, è ancora lunga. E in Italia è ancora più lunga (te pareva), siamo infatti in fondo a tutte le classifiche per il telelavoro. L'Istat neppure ha statistiche sul telelavoro: semplicemente non se ne occupa!

Secondo gli ultimi dati disponibili diffusi da Eurofound http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlfiles/ef0698.htm, in Italia sono solo il 3,9% degli occupati a telelavorare (poco più di 700mila persone) contro una media europea dell’8,4%. Prima la Danimarca (16%) seguita da tutti i paesi del Nord Europa che si attestano intorno al 14% e da Regno Unito (9,6%), Germania (8,5%), Spagna (8,4%) e Francia (7%). Molto diversa la situazione negli Stati Uniti dove esiste una cultura ben più radicata del lavoro a distanza che rappresentava nel 2007 già il 16,5% della forza lavoro (quasi 22 milioni i teleworkers per almeno un giorno alla settimana).

Coi problemi della crisi economica, dell'inquinamento e del traffico, del consumo foresennato di risorse per far spostare le persone, un ragionamento serio sul telelavoro dovrà essere fatto prima o poi. Si dovrà misurare la qualità e la quantità di lavoro prodotto dal lavoratore piuttosto che le ore in cui scalda la sedia sul posto di lavoro. I lavori manuali stanno progressivamente sparendo, molti lavori ormai potrebbero essere svolti in una sede diversa da quella aziendale. Purtroppo però la politica ragiona in direzione opposta: anziché decentralizzare e sviluppare le attività in periferia, l'idea "geniale" qui da noi è «Metroland» (metropolitana che collega tutte le valli con Trento), ovvero pendolarizzare ancor di più tutti i trentini. I soldi stanziati finora per lo sviluppo della banda larga, infrastruttura indispensabile perché il telelavoro possa seriamente decollare (oltre a tutto il settore legato all'online, l'unico che ha tassi di sviluppo a due cifre) corrispondono a quelli necessari per realizzare qualche rotatoria o galleria, o molto meno di un solo impianto di sci.

Poi si straparla di valli dormitorio e spopolamento della montagna...
« Ultima modifica: 24/09/2012 09:58 da AGH »
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Offline Pistacchio

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #4 il: 24/09/2012 10:50 »
Concordo pienamente con la geniale idea di metroland, aggiungo anche una chicca che forse non sai. Il progetto prevede il collegamento Tione-Trento, giustamente passando per Rovereto...  ::) allungando così i tempi di percorrenza Tione-Trento (prevedo affollamento, chi non allungherebbe il tragitto!)

Torno IT, nel link che hai postato non ho trovato i dati che hai trascritto. In primis gli USA non sono contemplati, la media UE di chi pratica il telelavoro è inferiore al 3%, per chi telelavora per almeno 3/4 del tempo. Sale al 12%per chi lavora almeno 1/4 del tempo.  Il discorso telelavoro inizia a pagina 41.
E stai parlando con uno che ha sempre penato per avere una connessione decente.

Offline AGH

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #5 il: 24/09/2012 11:07 »
Concordo pienamente con la geniale idea di metroland, aggiungo anche una chicca che forse non sai. Il progetto prevede il collegamento Tione-Trento, giustamente passando per Rovereto...  ::) allungando così i tempi di percorrenza Tione-Trento (prevedo affollamento, chi non allungherebbe il tragitto!)

Torno IT, nel link che hai postato non ho trovato i dati che hai trascritto. In primis gli USA non sono contemplati, la media UE di chi pratica il telelavoro è inferiore al 3%, per chi telelavora per almeno 3/4 del tempo. Sale al 12%per chi lavora almeno 1/4 del tempo.  Il discorso telelavoro inizia a pagina 41.
E stai parlando con uno che ha sempre penato per avere una connessione decente.

i dati li ho ricavati da questo articolo
http://www.girlgeeklife.com/2012/03/telelavoro-questo-sconosciuto/

Riguardo al resto, io considero il treno un mezzo antistorico per le tratte brevi. Il treno è stato inventato quando non esisteva il trasporto di massa (con l'automobile privata). Ora si vorrebbe reintrodurlo ma:

1) per essere competitivo con l'auto deve impiegare meno tempo (cosa impossibile con le fermate)
2) per abbreviare i tempi bisogna rettificare i percorsi, ergo sfasciare il territorio oppure scavare sottoterra facendo schizzare in alto i costi
3) abbiamo giù una metropolitana di superficie, che è il trenino della val di non, usato in buona sostanza solo dai pendolari (soprattutto studenti). L'afflusso di turisti in treno è risibile.
4) resta il fatto che una volta collegata trento con, poniamo, cavalese, poi come ci si sposta? Se devi andare a Varena, o al Passo Lavazè, perdi mezza giornata!
5) ed è il punto cruciale: davvero vogliamo un popolo di pendolari che va avanti e indietro da trento? ma che senso ha? Ma perché?
La Provincia è il primo responsabile della pendolarizzazione selvaggia, avendo accentrato tutto a trento dagli anni 50 in poi. Ora invece di invertire la tendenza vorrebbe accentuarla ancora di più mettendo altri trasporti! In questo modo si vorrebbe "modernizzare" e valorizzare il Trentino? Sfasciando tra l'altro quel poco di ambiente rimasto nei fondovalle, visto che l'infrastrutturazione necessaria a Metroland avrà un impatto devastante? E non consideriamo i costi spaventosi di gestione... che indebiteranno le future generazioni.

Penso che in trentino abbiamo abbastanza strade (qualcuno può seriamente sostenere il contrario?), si può migliorare l'esistente senza consumare ulteriore territorio per megalomanie da fine impero. La vera rivoluzione è NON spostare inutilmente le persone, non spostarle più velocemente!
« Ultima modifica: 24/09/2012 11:13 da AGH »
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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #6 il: 24/09/2012 13:25 »
Io sarei già pronto, spiritualmente e fisicamente, per il telelavoro, peccato però che abiti ad un km dal posto di lavoro quindi il risparmio è risibile, ma se non altro mi risparmierei di vedere la facciaccia del mio capo e ci guadagnerei in salute.

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #7 il: 24/09/2012 13:58 »
Io sarei già pronto, spiritualmente e fisicamente, per il telelavoro, peccato però che abiti ad un km dal posto di lavoro quindi il risparmio è risibile, ma se non altro mi risparmierei di vedere la facciaccia del mio capo e ci guadagnerei in salute.

e ti pare poco? :)
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Offline pianmasan

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #8 il: 24/09/2012 13:59 »
Nell'articolo di Mercalli si faceva riferimento alle "menti pensanti".
Ma il lavoro puramente manuale? E parlo non solo di artigiani di ogni tipo, ma anche di tecnici che DEVONO servirsi di attrezzature specialistiche in un posto di lavoro fisso per poter svolgere le proprie funzioni (è il mio caso). Per non parlare degli operatori sanitari ospedalieri, che sono molti e si spostano in massa secondo i turni.
Mi pare che esaltare il telelavoro solo per chi "pensa" non sia corretto. Secondo me una visione un po' utopistica.


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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #9 il: 24/09/2012 14:18 »
Il telelavoro: per alcuni potrebbe funzionare, per altri semplicemente non è pensabile. Ci sono però anche vantaggi nel concentrare i lavoratori, anche quando si faccia un'attività telelavorabizzabile: c'è per esempio lo scambio di idee e esperienze.... ovviamente ci sono anche svantaggi: vedere qualche bruta musana (brutto muso). ;D

Offline AGH

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #10 il: 24/09/2012 14:42 »
Nell'articolo di Mercalli si faceva riferimento alle "menti pensanti".
Ma il lavoro puramente manuale? E parlo non solo di artigiani di ogni tipo, ma anche di tecnici che DEVONO servirsi di attrezzature specialistiche in un posto di lavoro fisso per poter svolgere le proprie funzioni (è il mio caso). Per non parlare degli operatori sanitari ospedalieri, che sono molti e si spostano in massa secondo i turni.
Mi pare che esaltare il telelavoro solo per chi "pensa" non sia corretto. Secondo me una visione un po' utopistica.

è ovvio che il telelavoro non può essere la soluzione definitiva per tutti (nessuno l'ha mai sostenuto). Tuttavia ti esorto a riflettere su un fatto inequivocabile: l'italia negli anni '50 era ancora un paese agricolo, con quasi il 50% della popolazione che si occupava di agricoltura. Oggi è meno del 3% (2.63%, nel 2010). Oggi il 67% degli occupati lavora nel terziario. Insomma la tendenza è chiarissima: gran  parte del lavoro manuale sarà sostituito dalle macchine, ergo andiamo sempre più verso una società dove ci sarà sempre meno lavoro, e dove predominerà comunque il lavoro "intellettuale" piuttosto che quello manuale. Quindi ragionare come se fossimo ancora nell'800, o nel 900 industriale, quella sì è una visione utopistica :)

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Offline pianmasan

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #11 il: 24/09/2012 16:37 »
... gran  parte del lavoro manuale sarà sostituito dalle macchine...

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Questo può essere vero fino a quando le macchine che sostituiscono le mani saranno costruite da altre macchine che saranno fabbricate da altre macchine e via così. Più avanti vediamo...

Offline AGH

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #12 il: 24/09/2012 16:43 »
Questo può essere vero fino a quando le macchine che sostituiscono le mani saranno costruite da altre macchine che saranno fabbricate da altre macchine e via così. Più avanti vediamo...

c'è poco da vedere, la tendenza è questa, piaccia o meno :)
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Offline Paolo Bala

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #13 il: 15/11/2012 21:54 »
meglio lasciarla stare la montagna, altro che tirar cavi...
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Offline danieled

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Re:Telelavorare in montagna si può! (forse)
« Risposta #14 il: 16/11/2012 13:54 »
Non dimentichiamoci però che siamo pur sempre in Italia, la repubblica dei più furbi. Dove la mentalità è quella di cercare sempre una via di fuga, una scappatoia.
I paesi del nord europa citati da Agh sono guardacaso quelli in cui lo stato spende di più in Welfare, in mezzi pubblici, in istruzione, in sanità... ed in piste ciclabili. Ergo, sono paesi CIVILI.

L'Italia è lontana non anni luce, ma di più da questo tipo di mentalità e pensare di proporre il telelavoro a noi italianuzzi, questa si è utopia che non tiene conto che, comunque nessuno poi lavorerebbe più (probabilmente trovando il modo do dimostrare l'esatto contrario).

Senz pensare nella pratica cosa comporterebbe il tutto.
Ma questa è solo la mia opinione (bassa opinione) dell'Italia che siamo.
Non abbiamo ricevuto questo pianeta in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli.