Vista notturna verso SE dal Bivacco Vettori sul Monte Caviojo (1111m) sugli abitati di Arsiero, Velo d'Astico, Piovene Rocchette
e sul Monte Summano. Complici le condizioni meteorologiche primaverili inverosimili, il 27 e 28 dicembre 2015 concretizzo quanto pianificato con mio fratello qualche mese prima, un'escursione di 2 giorni in una zona da sempre valicata con auto, moto e bici ma mai presa di petto e quindi a piedi: la
Valdastico.
GIORNO 1Partiamo alle 9 di mattina dalla
Bocchetta degli Alpini (1557m) sulla SP92 vicino al Rif. Melegnon e, ancora prima di caricarci gli zaini sulle spalle ecco apparire un camoscio che si gode il caloroso sole mattutino e ci guarda con mansueta curiosità.
Il primo camoscio avvistato. Ci avviamo per l'ex strada militare/
sent. 561 che in breve ci porta al
Passo della Vena (1536m) da cui prendiamo il corto
sent. 537 che in breve ci porta in vetta allo
Spitz di Tonezza (1694m), dove siamo subito gratificati da un bel panorama, non limpido come speravamo (grazie al nostro inquinamento
) ma comunque gratificante, su tutta la Valdastica e i gruppi montuosi circostanti.
Panoramica sulla Valdastico dallo Spitz di Tonezza (1694m) (scorrere a destra per visualizzarla completamente). Ingrandimento su (da sx a dx) Carè Alto, Vigolana e Dolomiti di Brenta. Si notino le bande grigiastre che offuscano il panorama: si tratta di smog. La vista verso sud, con (da sx a dx) il Monte Cengio, il Monte Summano, l'Altopiano di Tonezza
con in fondo il Monte Cimone e il Monte Caviojo (entrambi nostre mete), la Val di Sola e la Priaforà.
Al di là di questi, un mare di nebbia copre la pianura padana. Scendiamo per lo stesso sentiero e seguiamo un tratturo (sempre
sent. 537) che ci porta all'abitato di
Sella (1089m). Da lì imbocchiamo un altra mulattiera che attraverso l'ambiente rurale ci porta alla contrada di
Vallà (1072m), da cui si stacca quello che sulle carte è segnato come
sent. 536 ma che (come tutti gli altri sentieri in questa zona) è effettivamente chiamato con un altro nome, in questo caso
sentiero Excalibur.
Panoramica da appena sotto Vallà (1072m) (scorrere a destra per visualizzarla completamente). Ci fermiamo per il pranzo al sacco, per poi ripartire seguendo direzione
cava (ossia il solito sent. 536), che porta a delle storiche cave di pietra e poi si snoda lungo le cenge ovest dell'altopiano che sovrastano la
Val di Sola. Attraverso il faggeto indorato dalla luce invernale, ecco un altro camoscio che placidamente viene a trovarsi sulla nostra via. Non sembra agitato, anzi si mette in posa regalandomi la possibilità di immortalare la sua essenziale bellezza.
Il tranquillo camoscio si lascia fotografare prima di balzare giù dalla cengia sottostante. Estasiati dall'ennesima meraviglia, continuiamo con vigore rinnovato lungo la traccia, che ad un certo punto vira verso est e inizia a salire più ripidamente fino alla vetta del
Monte Cimone (1226m).
Il sentiero 536. Magica casetta sotto il bosco. L'ossario sul Monte Cimone (1226m) con vista su Arsiero e il Monte Summano. Da qui iniziamo la discesa per il
sentiero 540 che ci porterà a quota 1000m circa, passando per gallerie di guerra e pochi tratti attrezzati, alla base del torrione roccioso del
Monte Caviojo (1111m). Alla base di questa, parte una corta via ferrata che in qualche minuto ci porta al
Biv. Vettori, stupenda casupola sul cocuzzolo di questa torretta. Saliamo e scendiamo 3 vole: la prima per provare la via senza l'ingombro dei pesanti zaini, la seconda con il carico e la terza per portare su un po' di legna per il fuoco. Concludiamo le operazioni alle 16:45 e ci adoperiamo per accendere il camino e la stufa prima che l'oscurità scenda.
Il Monte Caviojo (1111m) durante l'avvicinamento. Il panorama verso sud al tramonto, dalla vetta del Caviojo (scorrere a destra per visualizzarla completamente). Le Piccole Dolomiti ed il Carega si stagliano alla luce del tramonto inoltrato. Le luci dell'Uomo si accendono, quelle del Mondo si spengono. Ci si attrezza per la preparazione della cena: optiamo per una pasta! Ceniamo alla luce del fuoco e verso le 20:00 la stanchezza ci chiama verso i sacchi a pelo, che stendiamo per terra a causa della comprensibile assenza di materassi sulle 6 reti presenti nel bivacco (ad eccezione di un sottile materassino che si intravede nella foto soprastante). Mi addormento per svegliarmi alle 23:00 circa, quando esco e scatto alcune foto al cielo stellato e ancora una volta mi sorprendo della temperatura relativamente mite.
Il soffitto più bello. L'Orsa Maggiore ci illumina, in basso a destra si intravede l'abitato di Rotzo. Sto alzato per un'ora circa, poi mi sdraio e mi addormento nel sonno dei giusti.
GIORNO 2La sveglia squilla giusto in corrispondenza del mio padiglione auricolare, finita lì a causa di malevole congiunzioni astrali, ma è poco male, perché in condizioni come queste guastare l'umore è pressoché impossibile. Ci alziamo, vestiamo e facciamo colazione con noci, pesche sciroppate e un caffè gelido (bombola del gas finita, non vale la pena sprecare legna per scaldare l'acqua). Appena comincia a schiarire, scendiamo dalla ferrata con gli zaini vuoti per riempirli ancora una volta di legname secco, in modo che i prossimi utenti del bivacco possano usufruirne. Risaliamo, mi prendo un po' di tempo per fotografare l'alba inoltrata, impacchettiamo tutto, puliamo il bivacco e ripartiamo.
Il sole comincia a scaldare l'atmosfera... ...Ma solo la nostra, perché in pianura si è sempre rimasti sotto un mare di nebbia. Discendendo per un ultima volta il tratto attrezzato. Un saluto al Biv. Vettori da sotto la torre rocciosa. Discendiamo per il sottobosco del ripido
sent. 544, con il sole battente che in breve ci costringe alle maniche corte. La traccia muore sulla SP83, da lì discendiamo per viottoli e sentierini fino alla
SP80, che percorriamo verso nord fino alla località di
Barcarola. Appena dopo l'abitato, attraversiamo il torrente
Astico e seguiamo l'
Itinerario della Valdastico, che si snoda sul versante orientale della valle, tra tratturi e la vecchia
SP84. È un punto di vista diverso da quello che i più hanno di questa tranquilla vallata, da cui possiamo ammirare la fusione tra il mondo naturale del torrente e le antiche borgate.
Camminando a est del torrente Astico, lungo l'Itinerario della Valdastico. Arriviamo sotto
Casotto, dove ci fermiamo per consumare un leggero pranzo. Da qualche ora si è fatto decisamente più freddo, sono circa le 14:00 e sappiamo di avere poca luce a disposizione. Un uomo in fuoristrada incrocia la nostra via per la terza volta, tira giù il finestrino e ci chiede dove siamo diretti: al sentire le nostre intenzioni, contrae la faccia e dilata gli occhi in quella che non è certo un'espressione di completa approvazione ("
...i xé mone a partir a sta ora..."), tuttavia ci da indicazioni chiare che mi permettono di non tirar più fuori la cartina. Da
Casotto (400m circa) seguiamo il segnavia
sent. 605 che parla di 3:45h per raggiungere
Luserna (1333m), nostra meta finale. Sappiamo dal libro dei sentieri CAI che si tratta di un sentiero molto esposto sulle cenge su cui si poggia l'altopiano di Luserna e del Vezzena, per cui decidiamo di spingere sull'acceleratore. Il sentiero è una tiratona di 900m che specialmente nei primi 2/3 spezzerebbe le gambe di chiunque, passa attraverso la paradisiaca
Belfiore e sbuca sotto le propaggini meridionali di Luserna... Il non voler percorrerlo nel buio ce l'ha fatto percorrere in 2:30h. Ovvio che con questa tempistica non ho tempo di fare foto e ne ho a malapena per respirare.
Poco prima dell'arrivo in paese, notiamo dapprima del fumo e poi delle fiamme. Allarmati, chiamiamo il 115 e, dopo poco, realizziamo che il nostro percorso passa proprio sotto le fiamme. Si tratta di una diramazione dell'incendio scoppiato sul Portule e a Cima Larici, i pompieri sono già sotto ed una volta raggiunti ci consigliano di muoverci se non vogliamo che l'elicottero in arrivo ci faccia la doccia.
I pompieri al lavoro sull'incendio. Arrivati a Luserna, altri pompieri preparano la vasca di rabbocco acqua per l'elicottero. Chiudiamo questa avventurosa escursione di due giorni con il video dell'elicottero che fa il pieno d'acqua, per poi avviarci alla piazza principale del villaggio ed andare a festeggiare l'impresa con parenti un po' più pigri di noi.
! No longer availableDATI:Giorno 1: 14km
Giorno 2: 18km
Dislivelli non calcolati, giorno 1 ≈ 400m, giorno 2 ≈ 900m.
PERCORSO: