Escursione del 21-22 giugno 2014
La traversata da Mezzocorona a S. Felice permette di percorrere, con andamento sud-nord, la Catena della Mendola (che divide la Val d’Adige dalla Val di Non). Per essere precisi l’intera traversata finisce a Passo Palade, dopo aver salito il Monte Schonegg, ma io l’ho accorciata un pochino
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Questa traversata è stata già relazionata. Portate pazienza, è la prima volta che vado da quelle parti
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Sono partita, di buon mattino, dalla stazione a valle della funivia (segn. Sat 500) di Mezzocorona (m 260), percorrendo qualche centinaio di metri su stradina e poi procedendo su sentiero con pendenza regolare.
Il percorso si snoda in una bella faggeta nel primo tratto, passa poi vicino a delle rocce fino ad arrivare al Capitello di S. Antonio. Di tanto in tanto il bosco dirada, lasciando vedere la sottostante Val Piaget.
Continuo la salita. L’aria è ancora frizzantina e il procedere lento è proprio piacevole. Arrivo ad una grande croce con un magnifico panorama a picco sulla valle.
Palon, Dos d’Abramo, Cornetto, Paganella e Piana RotalianaPalon, Paganella e FausiorM.Reale, Rujoch, Cima Sette Selle, Dosso di Costalta, Fravort, Panarotta
Da lì brevemente arrivo alla località Monte di Mezzocorona (quota 891) dove c’è la stazione a monte della funivia e alcune case. Nessuno in giro. Tiro dritto, arrivo alla loc. Plon (m 1000) ed inizio un tratto più ripido fino a quota 1400 m., dove in una bella radura spicca il Baito Aiseli (m 1416)
Baito Aiseli.Un po’ più avanti arrivo ad una piazzola per gli elicotteri. Qui una breve sosta - per ammirare il panorama è quasi d’obbligo. Un po’ nascosti dalle nebbie appaiono le Dolomiti del Brenta, la Paganella, lo Sciliar, il Catinaccio, i Lagorai…
Riprendo il percorso e, senza quasi accorgermi, arrivo agli splendidi pascoli di Malga Bodrina (m 1562). Il sentiero passa un po’ discosto dalla malga e lascio il tracciato per andare a vedere.
Beh il posto è incantevole. Vicino alla malga c’è anche il Baito/Rifugio Rododendro (aperto). Malga Bodrina quest’anno ha aperto in ritardo a causa dei lavori al tetto, crollato con il peso della neve.
Malga BodrinaBaito RododendroSaluto il malgaro e la signora che sono fuori e scambio qualche parola, chiedendo il nome delle cime che ho di fronte (dal Brenta alle Maddalene). Quando non sono impegnati in malga anche loro frequentano la montagna e la chiacchierata diventa più lunga del previsto. La signora m’invita a visitare la malga e poi mi offre anche il caffè. Ottimo a quell’ora della mattina (visto che avevo fatto colazione a notte fonda, lo gradisco molto). Il tempo vola ed è ora di rimettermi in cammino,
I pascoli della Malga
risalgo le pendici del Monticello ricoperte da mughi. A volte il sentiero sembra sparire, per poi ricomparire celato tra le piante.
Uno sguardo all’indietro
Strano è il primo giorno d’estate e non c’è nessuno in giro. Arrivo a Cima Roccapiana (m 1873) senza avvertire grande affaticamento, con le riserve di liquidi quasi intatte.
Cima RoccapianaAmmiro la lunga dorsale che ho davanti, guardando verso nord e il sottostante paesino di Favogna . In vetta trovo 2 giovani intenti a guardare un palmare, non ricordo cosa abbiano risposto al mio saluto. Leggo il cartello di inizio sentiero attrezzato che invita alla prudenza e ripiego i bastoncini legandoli allo zaino.
Da Cima Roccapiana verso il Roen
Cima Cuc vista da Cima RoccapianaCima Roccapiana salendo al M.CucScendo verso La Portazza (m 1648) su sentiero poco agevole (con delle funi metalliche). Ci sono anche dei traversi su erba, per fortuna belli asciutti; a volte mi fermo a cercare il segnavia bianco e rosso. Persa un po’ di quota, riprendo la salita sempre tra mughi verso Cima Cuc (m 1809). Supero un saltino di roccia salendo 3 scale, la prima un po’ esposta (40 pioli), le altre meno (58 pioli la seconda e una quarantina la terza). Ho con me l’imbrago non sapendo come fosse questo tratto attrezzato ma decido di non metterlo (sempre lì pronto per essere indossato).
1^scala2^ scala
3^ scalaArrivo a Cima Cuc, con gli stessi panorami di Cima Roccapiana (siamo solo un po’ più a nord).
Il sentiero scende alla Sella Valle dei Pilastri (m 1507), passa sotto Cima d’Arza e raggiunge il Valico d’Arza (dove incrocia il sentiero 510 che porta a Vigo di Ton);
Verso Prà d’Arza (m 1550)Uno splendido maggiociondoloin un continuo saliscendi arrivo alla loc. Cimoni, alla Sella di Favogna/Fenner Jock (m 1573), lascio il bivio per Malga Rodeza o di Tres e salgo al Corno di Tres (m 1812), dove si trovano un capitello e un piccolo altare.
Corno di TresDal Corno di Tres verso la Val d’AdigeSempre verso la Val d’Adige
Da questa cima il sentiero 500 segue tutta la dorsale fino al M. Roen, passando per il Corno del Cervo/Hirschkopf (m 1706), Passo Predaia (m 1639), sotto Cima Battaglione , Coste Belle, Giogo di Coredo (m 1799), Bocca di Val Calana (m 1844), la Testa Nera/Schwarzer Kopft (m 1956).
IL percorso è molto piacevole e di grande respiro, tra mughi, larici ed abeti e i tantissimi fiori che danno un tocco di colore.
Corno del Cervo e Val d’Adige
Kuhleger Hutt (1819 m)Croce in legno (detta Wetterkreuz) di Val Calana
Verso Testa NeraTesta Nera (Schwarzer Kopf)Salendo in mezzo ad una grande mugaia vedo il M.Roen avvicinarsi sempre più, notando da lontano il salto verticale verso la Val d’Adige ed invece il dolce pendio verso la Val di Non. Non ho fretta di arrivare, i posti che sto attraversando sono molto piacevoli, ho ancora riserve d’acqua e non ho problemi per il rientro.
Verso il RoenGenziana MaggioreIl Roen è vicinoArrivo in cima al M.Roen (quota 2116), il punto più alto della mia traversata.
Le salite sono finite ed inizia la lunga discesa, passando prima per Malga Romeno (m 1772) e proseguendo poi lungo una carrozzabile che mi porta al Rif. Mezzavia, al Rif. Genzianella e quindi al Passo della Mendola (m 1363).
Malga RomenoSabato il mio girovagare finisce al Passo, dove cerco un posto per dormire e mangiare. Sono fortunata perché trovo una buona sistemazione in un Garni.
Sveglia all’alba e colazione per continuare la mia camminata. Dal Passo seguo, per una decina di metri, la strada per Bolzano e, dietro al Bar Dolomiti, prendo il sentiero 500 che sale al M. Penegal. C’è anche il Piccolo Penegal (1554 m) ma niente lo indica e lo passo via senza accorgermi .
Salto un segno bianco e rosso e procedo su un bel sentierino che va verso il M. Toval (1679 m). Mi accorgo dell’errore ma decido di andare a vedere. Arrivo ad una bella terrazza panoramica ma il pulpito è immerso nella nebbia.
Ritorno nel punto dove avevo sbagliato e ritrovo il segnavia ben indicato su un albero. IL dislivello per raggiungere il M. Penegal è modesto e senza grande fatica arrivo all’Hotel Serafino, attraverso il parcheggio e mi guardo intorno per vedere dove sia la vetta.
Da qualche parte deve pur essere
. Una cinquantina di metri più avanti trovo il segn. per il Macaion. Ho sbagliato qualcosa, dico tra me e ritorno al parcheggio. Trovo due persone dell’albergo (uno in divisa bianca ed uno nera) e chiedo dove sia la vetta. La risposta mi lascia senza parole: “it’s finished”. Cosa è finito? Lascio perdere. Solo mi rimane il dubbio di dove siano le antenne e la torretta panoramica che ho sentito nominare. Vista la scarsa visibilità mattutina, posso solo immaginare il panorama sulle Dolomiti, la Valle dell’Adige con il Lago di Caldaro e i Laghetti di Monticolo, il Gruppo del Brenta e la Valle di Non.
Lascio il Penegal e scendo su sentiero in mezzo al bosco fino alla Forcolana (m 1493), per risalire poi alla verdeggiante località Bait del Prinz (m 1535) e alla Forcella Grande.
Bait del PrinzPunto verso alcune antenne televisive/ripetitori, lasciando il segn. 500.
Ma quella non è la vetta. Riprendo il segn. 500 fino ad arrivare ad un punto indicato come M.Macaion/Gantkofel (quota 1866).
Non ci sono croci, sembra che oggi non sia giornata. Dal monte si dovrebbe vedere la Val d’Adige, i Monti Sarentini, Merano e Bolzano. Gironzolo un po’ lì intorno e vedo il radar meteorologico (per le previsioni meteo della Provincia di Bolzano) ed un manufatto bellico.
Il tempo sembra voler tenere il broncio ancora per un bel po’ e dopo aver mangiato qualcosa inizio a scendere verso ovest , raggiungendo il Lago di S.Maria/Tret (m 1605).
Ristorante Waldruhe (m 1626)Lago di Tret/S.MariaQui faccio il punto della situazione, consulto la cartina, guardo le tabelle e cerco di capire quanto tempo mi serva per arrivare a Passo Palade, passando anche per il M. Schonegg (m 1776). Bene o male 2 ore ma forse anche più.
Fatti un po’ di calcoli decido di porre fine alla mia traversata e scendere a S. Felice in un’oretta perché non riuscirei mai ad arrivare a Passo Palade entro le 14.00 quando parte l’ultimo pullman per Merano (e da lì in treno fino a Mezzocorona). Il successivo è alla sera e questo comporterebbe un rientro notturno a casa. Decido allora di ritornare per la Val di Non. Se non mi attardo posso prendere il pullman delle 13.13 (il successivo è alle 18.00).
Scendo a S. Felice e prendo il pullman alle 13.13 per Fondo, qui altro pullman per Dermulo ed infine il trenino per Mezzocorona Borgata. Alle 16.00 circa sono a Mezzocorona dove un caldo afoso mi accoglie, Piazza della Chiesa è vicina, mi tuffo nella gelateria, prendo un mega gelato e salgo al parcheggio della funivia dove trovo una marea di gente in attesa di salire a M. di Mezzocorona. Qualcuno s’incammina a piedi con una temperatura di oltre 30°, io prendo la via del ritorno in auto
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Ringrazio Serena Bolego dell’ATP di Fondo per gli orari dei mezzi pubblici di rientro ed infine mando un saluto a Dario della sezione AVS di Bressanone (con cui ho fatto il viaggio da Fondo a Mezzocorona), augurandogli un buon cammino Jacopeo d’Anaunia.
P.S. A chi fosse interessato, Malga Bodrina è aperta fino a fine settembre e offre un servizio di ristoro e pernottamento,
Cartine: trekkart n. 52, 43, 34, 24, 14, 6, 5
Sentieri: Sat 500 e 9 AVS
Dislivello I° giorno : 2600 m circa e 33.5 km percorsi
Dislivello 2° giorno: 800 m circa e 21.5 km percorsi
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