Ciao Angelo, innanzitutto complimenti, non sapevo che fossi anche un parapendista, volare deve essere il culmine dell'emozione, un'esperienza veramente intensa, negata a chi si sente vincolato a terra come il sottoscritto.
Mi è capitato un paio di volte, durante delle arrampicate (Roda de Vael, Piccolo Dain) di ricevere dei saluti da un parapendio. E' una cosa strana, perché mentre sei concentrato su quello che stai facendo e senti una voce che ti saluta, di primo acchito non ti aspetti che venga dal cielo, quindi guardi sotto e sopra in parete, non vedi nessuno, poi alzi gli occhi e fai appena in tempo a ricambiare il saluto, che l'icaro di turno ha già svoltato l'angolo. Poi magari passa di nuovo e ti lancia un incitamento, tipo "dai che siete quasi su". Bellissimo, anche se necessariamente breve, il dialogo alpinisita-parapendista!
Solo che l'alpinista deve guadagnarsi ogni santo metro con fatica e determinazione, mentre il parapendista se ne vola su leggero, sospinto dal vento. Eh, un po' di sana invidia a volte ti viene...
;-)