GIM - Girovagando in Montagna in Trentino

Porgo il mio saluto a tutti i partecipanti di questo forum.
Sono un quarantenne che da anni vive in questa splendida terra, baciata dalle bellezze della natura e dalla fortunata legge sulle autonomie.
Vorrei muovere una critica al settore turistico, che tanto gode dello statuto autonomo, ma che poco fa per distinguersi, a differenza di tante realtà extra trentine, che non godono di cotanti benefici economici.
Parto dall’alto.
La “Trentino spa” è un’idrovora che risucchia soldi ma produce poco.
Investe verso nuove nazioni e in cambio ottiene solo turismo low cost, con i gruppi che arrivano dall’est già, con i bagagliai dei bus  pieni di alcolici.
Non vi sono strategie forti per portare turismo straniero economicamente forte, verso di noi.
Si investono tantissimi soldi per portare squadre di calcio, che alla fine rimangono solo una decina di giorni, oltre i quali rimane solo la normalità.
Sovravalutazione del paesaggio.
Non si pensi che il territorio è tutto, il turista di oggi è esigente e non si può pensare di vivere di rendita dal passato, Campiglio vuota per 6-7 mesi l'anno è un'esempio clamoroso.
Gli alberghi.
Le strutture sono, per la maggior parte, di alto livello grazie ai benefici economici offerti dalla provincia.
Ma qui nasce il problema.
Tolte rare eccezioni, non esitono strutture che realmente rappresentano le stelle esposte.
L’assegnazione delle stelle agli alberghi, è quanto di più scandaloso possa esistere.
Abbiamo in provincia, alberghi a 4 stelle che al massimo ne meriterebbero 2.
Abbiamo imprenditori del settore impreparati, che spesso arrivano da settori completamente differenti oppure, imprenditori datati che pensano di offrire standard qualitativi come quelli di tren'anni fa.
Incapaci di fare vera ospitalità e incapaci di offrire un servizio degno del livello che espongono fuori dalla porta.
Inconsapevoli che bisogna investire sulle risorse umane e che invece, sguazzano nell’assumere personale dall’est a basso costo  che spesso non parla nemmeno la nostra lingua e sovente viene sfruttato oltre ogni limite umano.
Eppure andare in albergo costa.
Con quei prezzi si deve offrire un servizio, non solo una struttura.
Se dieci anni fa si pagavano 100.000 lire, con personale italiano per una pensione completa, adesso ce ne vogliono almeno 85 euro, con personale low cost.(in estate, perché in inverno è ancora più caro)
La differenza mi sembra molto superiore all’incremento dovuto all’inflazione e in cambio c’è stato un peggioramento dei servizi.
Personalmente ritengo che la strada sia sbagliata.
La situazione economica è quella che conosciamo e ci sarebbe bisogno di fermarsi un’attimo a riflettere.
Serve una differenziazione tra chi fa low cost e chi offre qualità.
Quando entro in un 4 stelle pretendo dei servizi, che in Trentino quasi nessuno offre.
In Trentino ci sono troppi 4 stelle, è una moda, ma i turisti si lamentano e questo lo ritengo poco produttivo perché, la percentuale di quelli che ritornano nella stessa struttura è bassa.

Lo so, è un'argomento tagliente, ma chi ama questa terra e fa del turismo fonte di vita, dovrebbe soffermarsi a riflettere.

Lo so, è un'argomento tagliente, ma chi ama questa terra e fa del turismo fonte di vita, dovrebbe soffermarsi a riflettere.

benvenuto e grazie per l'interessante intervento. Non voglio fare il tuttologo ma secondo me scontiamo il fatto di essere un sistema economico e politico abbastanza chiuso, cresciuto nella bambagia dell'autonomia e sovvenzionato generosamente da mamma provincia. E' come il "bamboccione" che vive in famiglia fino all'età adulta, perché ha alle spalle una famiglia che pensa a tutto e gli dà anche regoalrmente la paghetta. Non è giusto fare di tutta l'erba un fascio ma in un sistema cosi' non si può pensare che certi settori, nel loro complesso, possano essere troppo reattivi e competitivi. Si ha la certezza che, comunque vada, ci penserà mamma provincia.

Riguardo la politica turistica, penso che la privatizzazione delle apt sia stata una vera jattura. Perché inevitabilmente si faranno e si fanno gli interessi economici degli azionisti piu forti. Ma chi l' ha detto che il turismo deve andare dietro solo agli interessi degli impiantisti o degli albergatori? Il risultato si vede: inverno a parte, come hai giustamente detto, nel resto dell'anno campiglio è un deserto, salvo quei 15 giorni di agosto. Ma se il modello è questo non c'e' da essere troppo ottimisti neanche per le altre zone. Si continuano a sostenere sistemi decotti, si costruiscono nuovi collegamenti sciistici (vedi castrozza-rolle, o folgaria) in aree che sono già in crisi da anni, compromettendo le bellezze naturali, il nostro vero patrimonio. Si insiste in un modello di sviluppo, lo sci, che ha ormai 40 anni e che non ha più sbocchi sensati. Quando il clima darà la mazzata finale a questo sistema, cosa faremo? Invocheremo "l'emergenza naturale" (leggi contributi), come si è osato ipotizzare qualche anno fa quando non nevicava e gli impianti erano fermi?

C'è poi la questione ambientale, molto grave, per cui l'ambiente viene gradulamente "gardalandizzato" per gli interessi di pochi. Si depreca, a parole, il turismo mordi e fuggi, e poi lo si incentiva con idee nefaste come "Trentino Gardaland della montagna". Ma a Gardaland ci si va un giorno, di più diventa un incubo.

ricordo ancora quando si ipotizzava un impianto da andalo al grostè passando sopra la Spora!!

forse questa ipotesi aleggia ancora nell'aria....ne ho sentito parlare che non è tanto.....non riesco neanche a pensare a una cosa del genere!

E' che la gente vuole un turismo emozionale e relazionale fruibile con poca fatica....come sempre è il mercato a dettare le leggi, non si può pensare di indirizzare le masse verso qualcosa che non gli si addice.
Oggi la gente va meno in montagna perchè nel fondovalle ci sono attrazioni maggiori e a basso impegno: le spa, i parchi giochi sugli alberi, le serate "etniche", l'aperitivo alla moda.
Così d'inverno, lo sci non credo non abbia sbocchi, basti pensare all'espansione del freestyle, dello snowboard, degli snowpark, del freeride, dell' eliski, che radunano masse di giovani attratti anche dalla componente relazionale e di divertimento delle discoteche nei rifugi sciistici e del fare "tribù".
La gente non va in montagna nei mesi fuori stagione perchè non trova queste peculiarità tipiche dell'alta stagione, è un problema degli utenti...se la gente andasse in montagna per ANDARE in montagna, ci sarebbe sempre pieno.

Quando entro in un 4 stelle pretendo dei servizi, che in Trentino quasi nessuno offre.
In Trentino ci sono troppi 4 stelle, è una moda

Domanda 1:Quali sono questi servizi che in Trentino nessuno offre?

Domanda 2:In quali zone montane e fuori regione le cose vanno meglio?


Premetto che io sono uno che se può evitare di andare in ferie in albergo è più contento,e se proprio non ha scelta cerca la sua sistemazione partendo dai "Una Stella"

Concordo anche io con chi preferisce i B&B piuttosto che le tradizionali strutture alberghiere.
Quello che hanno, o meglio quello che non hanno, la maggior parte dei pluristellati hotelsTrentini è  un servizio degno del livello che dichiarano.
Manca la qualità in tutti i settori.
Dalla pulizia delle camere, al servizio in sala fino ad arrivare nelle cucine.
Gli organici sono sempre sottodimensionati e negli ultimi anni di qualità sempre più bassa.
Da una parte ci sono le nuove leve nostrane, che non vogliono più fare questi lavori.
Dall’altra, gli stipendi offerti sono super-ribassati, grazie alla presenza di lavoratori stranieri che si svendono con paghe orarie che spesso non raggiungono i 3 euro l’ora.
Chiaro che un’italiano, magari anche volenteroso, non si fa “schiavizzare” per stipendi da fame e di conseguenza, vengono a mancare i professionisti del settore, che ormai sono merce sempre più rara.
Poi, come ho già detto, troppi imprenditori di altri settori si cimentano nel turismo.
Realtà montane con una situazione migliore ci sono e nemmeno tanto lontano da noi.
Basta andare in Alto Adige, dove la cultura del fare turismo in certi luoghi, riesce a fare affluire per quasi tutto l’anno i turisti, offrendo, oltre che il territorio e le manifestazioni, strutture di qualità.
Ecco, la cultura del turismo e del fare impresa insieme, questo manca.
Non c’è una strategia comune.
Si preferisce guardare l’erba del vicino e sorridere quando ha l’albergo più vuoto del suo.
Manca un piano industriale serio che possa riportare un turismo di qualità, perché la qualità è anche mordi e fuggi.