Per promuovere il Trentino non serve il grande calcio La presenza a Pinzolo della Juventus in ritiro precampionato e quella di tante squadre di calcio in parecchi altri centri del Trentino, dell'Alto Adige e del Bellunese, usate allo scopo di pubblicizzare e promuovere il turismo nelle varie località, hanno provocato in diversi ambienti una seria riflessione sull'opportunità o meno di spendere fiumi di danaro in tali iniziative, sulla loro compatibilità con le caratteristiche peculiari di un territorio vocato per natura, per tradizioni e per identità culturale ad altri aspetti, sulla sostenibilità ambientale di tali presenze, caratterizzate da folle (talora di fanatici) costrette in aree ristrette, per nulla adatte a sopportare carichi antropici di tale spessore, e, in ultima analisi, a chiederci se sia questo il tipo di turismo più consono alle nostre valli e su cui puntare in futuro, se valga la pena spendere tanto danaro per ospitare tali team o se invece non convenga dedicarsi a valorizzare altre risorse, più consone alla nostra immagine legata alla montagna con le sue attrattive (è del mese scorso il riconoscimento dell'Unesco alle Dolomiti patrimonio dell'umanità) e alla vita che vi si svolge.
Pinzolo ospita da più di trent'anni ritiri di grandi club. Ci sono stati il Milan di Rivera, il Torino, la Roma, la Fiorentina di Socrates, il Palermo di Veneranda, il Napoli di Maradona, l'Empoli di Spalletti e Del Neri, l'Atalanta, il Verona, il Cesena quand'era in A, il Brescia e numerosi altri.
Giusto chiedersi che cosa sia rimasto dei loro sèguiti una volta che le società hanno cambiato destinazione ai loro ritiri. I fans seguono i loro beniamini e badano poco alle località. Quest'anno è stato il turno della Juventus. Un giorno le si sono stretti attorno ben diecimila tifosi. È però fuori dubbio che quando la «Signora» del calcio avrà scelto un altro centro per il suo ritiro, non arriveranno più qui nemmeno i suoi sostenitori. Ed allora ci si può chiedere se sia stato giusto aver profuso euro a centinaia di migliaia per ospitare il ritiro di una squadra. O se non sarebbe stato meglio, più produttivo e corretto, investire quel danaro pubblico in risorse locali, durature nel tempo, come una miglior organizzazione della montagna e un sostegno a chi ci vive, il recupero e la valorizzazione di monumenti ed opere d'arte, di attività culturali, nella promozione di imprese caratteristiche, di iniziative pensate dai giovani....
C'è anche chi si chiede - e non sappiamo come dargli torto - se sia giusto pagare delle società perché vengano da noi a usufruire gratis dei benefici (aria sana, ambiente naturale incontaminato, ospitalità di prim'ordine...) offerti dalla qualità del nostro territorio. Sarebbe nell'ordine normale delle cose che fossero gli ospiti che arrivano qui a sostenere le spese del proprio soggiorno, se è tanto apprezzato. Altrimenti significa aver poco concetto del suo valore; averne scarsa considerazione.
Giuseppe Ciaghi - Pinzolo
lettera da "L'Adige" di oggi