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[...]Di Massimo Fini, da "La Domenica del Corriere" del 03/08/1985
Credo che anche il signor Massimo Fini dovra' riporre il suo sasso.
Credo che anche il signor Massimo Fini dovra' riporre il suo sasso.Citazione da: radetzky - 08/07/2008 17:44Non credo proprio.
Non credo proprio.
Come fai a dirlo?Magari non sara' andato in gondola, ma trovo difficile che non abbia mai passeggiato tra calli e canali o attraversato ponte Vecchio!
Come fai a dirlo?
e questo che c'entra scusa. Il turismo di massa a cui allude Fini è quello standardizzato dove tutti sono obbligati a fare le stesse cose, a provare le stesse emozioni, dove masse di turisti rigorosamente "NON FAI DA TE", sono condotte come pecore a fare le cose pensate da alberagatori o impiantisti.
Il problema e' il "soffocamento" delle mete turistiche o il fatto che la gente "mangia tutto preconfezionato"?
Io preferisco un altro tipo di turismo, ma se a uno piace essere portato a spasso col guinzaglio affri suoi
sei proprio sicuro che siano "affari suoi"? Pensaci bene: quando tutti i rifugi proporranno i suoni delle dolomiti, perché è il turismo di massa che comanda, e al grostè ci arriverranno magari coi camion di overland, saranno anche affari nostri
IMHO: il primo è conseguenza del secondo. Quando i media hanno ridotto la gente a pecore che si mettono in fila per fare tutte le stesse cose e percorrere le stesse strade, anche le "mete", e non solo geografiche, saranno le stesse, purtroppo. Inutile dire che nel nostro povero paese siamo sempre + in fila degli altri...
e questo che c'entra scusa. Il turismo di massa a cui allude Fini è quello standardizzato dove tutti sono obbligati a fare le stesse cose, a provare le stesse emozioni, dove masse di turisti rigorosamente "NON FAI DA TE", sono condotte come pecore a fare le cose pensate da alberagatori o impiantisti. Un esempio per tutti: l'agghiacciante baracconata dei "Suoni delle Dolomiti"
I media propongono un modello, le persone non sono obbligate a seguirlo, questo sta nella loro intelligenza,