Le streghe bruciate vive a Cavalese
da l'adige di ieri:
Una folla ha assistito alla rievocazione storica
Sentenza eseguita nella gelida notte al parco della Pieve, come nel 1505
Francesca Patton CAVALESE - Le torce sono accese. La campana suona l'ultimo rintocco. Un uomo, con un mantello nero e una fiaccola in mano, muove i primi passi all'interno della piazza illuminata dal passato e accende il braciere. «Giovanni dalle Piatte, Barbola Marostrega, Ottilia della Giacoma, Margerita Tessadrella, Margherita detta Tommasina, Elena Serafina, Ursula Strumenchena» chiama lo Scario Giovanni Giacomo nel suo dignitoso costume scuro, accompagnato dal suono dei tamburi e dal gemebondo ingresso degli imputati. La folla si accalca, si stringe sulle ringhiere di ferro e osserva, oggi come allora, l'umanità di quelle «maledette streghe». Le urla echeggiano nelle pareti degli edifici adiacenti la piazza Verdi di Cavalese e tutto d'un tratto si torna al passato, al 1505, agli anni delle streghe fiemmesi. È «Il Processo alle Streghe» realizzato, sabato sera, dal Comitato rievocazioni storiche di Cavalese
non so a voi ma a me sembra davvero di cattivo giusto questo genere di "rievocazioni storiche". Perché non rievocare le impiccagioni, i linciaggi, le torture e ogni nefandezza del passato? Davvero abbiamo bisogno di un turismo che spettacolarizza perfino degli assassinii di povere disgraziate? mah...