Il giro di ieri anche se in ambiente diverso ha qualcosa in comune con quelli di Agh, Gianca
…. ossia sole, grandine, pioggia, tuoni ….
Noi non siamo però in Trentino ma in Veneto, nell’Alpago ai confini con il Friuli. Giunti a
Tambre seguiamo le indicazioni per
Col Indes e proseguiamo ancora per un paio di chilometri fino a parcheggiare a q. 1.280 nei pressi della malga Pian Lastre. La meta che ci proponiamo è il
rifugio Semenza, già fatto con la bella stagione, ma il candore dei monti in direzione del rifugio ci fa già pensare che ci dovremo mettere un
"forse"!
Ci incamminiamo comunque sul sentiero 926 prima su un bel prato e poi inoltrandoci in un fitto bosco di faggi: dal fogliame a terra sembra d’ essere ancora in autunno! Intorno ai 1500-1600 m. lasciamo la faggeta e il sentiero prosegue ora abbastanza ripido in un rado bosco di abeti per poi lasciar posto a qualche barancio e a belle vedute verso valle con il lago di S. Croce, le dolomiti bellunesi, sulla catena del Visentin e sulla Foresta del Cansiglio!
Verso quota 1.750 il sentiero si restringe e prosegue ora in leggera salita, tra sassi e pietraie e con l’attraversamento di qualche tratto ancora innevato fino al bivio di quota 1.900. Alcune persone incontrate lungo la via già ci avevano avvisati che poco oltre il bivio si sarebbe incontrata parecchia neve e che in alcuni punti il percorso non era tanto sicuro!
In assenza di neve comunque il sentiero non pone problemi. Facciamo ancora un centinaio di metri e la traccia sulla neve così esposta non mi convince affatto
e il tempo sta cambiando: nel frattempo altri ci informano di quel tratto non così sicuro e non se la son sentiti di proseguire! Per giungere al rifugio mancano 100 m. di dislivello e poco più di mezzo chilometro di distanza. Una breve valutazione e, un po’ a malincuore, girati i tacchi imbocchiamo il sentiero 923 che scende al Sasso della Madonna. Abbiamo così l’occasione di fare un percorso ad anello e trovare riparo alle Baracche Mognol circa 400 m. più sotto nel caso il tempo cambi.
Giunti a quota 1.640 al Sasso d. Madonna dopo una frettolosa merenda ci avviamo, non in direzione delle baracche ma verso la Casera Palantina, che ancora non conosciamo. Fatte poche decine di metri di punto in bianco arriva la grandine, torniamo al Sasso e li troviamo un precario riparo (non c’erano ancora lampi e tuoni!). Dopo una quindicina di minuti sembra che il tempo tenga e proseguiamo come previsto sul sent. 922 verso la casera Palantina. Mancano pochi passi alla meta e di nuovo grandine e poi pioggia e tuoni!
Lì, riparati sotto lo spiovente del tetto aspettiamo per quasi un’ora e mezza finché cessa di piovere, poi seguendo il sentiero
C raggiungiamo l’auto in meno di un’ora!