Guardando a nord-ovest dalla Forcella Grande (2255m): da sinistra Gruppo del Sorapiss e Torre dei Sabbioni (2531m) (clicca per ingrandire)Altro magnifico giro estivo, stavolta nel cuore del Cadore, compiuto in data 8 agosto 2016 approfittando di una splendida giornata di sole che -almeno durante la mattina- ci ha regalato un cielo limpidissimo e senza nuvole.
Stavolta siamo in quattro: ci fa da guida il buon Tommaso,
cadorino fino alla punta dei baffi e compagno di diverse escursioni.
Partiamo dal parcheggio del
Bosco di Somadida, località
Palùs san Marco di Auronzo di Cadore (BL), a circa 1150m di quota; ci incamminamo per il
sentiero 226, che qui è una piattissima mulattiera pullulante di
merenderos di ogni età. Da bravi sociopatici rifuggiamo la molesta compagnia e avanziamo spediti in direzione
Bivacco Voltolina (2082m).
Poco più avanti la mulattiera piega a sinistra e si restringe a sentiero, iniziando ad arrampicarsi a zig zag in tornanti su per il bosco. Finalmente il silenzio torna a riempire l'aria; il rumore dei nostri passi è attutito da uno strato di foglie cadute. Di tanto in tanto a nord sbucano i
Cadini di Misurina, profili che avremo sott'occhio per buona parte del giro.
Da sinistra: Cadini di Misurina, con cornice boschivaIl bosco infine si apre, lasciando spazio ad un paio di torrenti da guadare (tra cui il
Rio di San Vito, che scorre nell'omonima valle), cascatelle e piccole cengie dei
Ciadìn del Doge. Ovunque posiamo lo sguardo la vista è magnifica.
Arriviamo ad un bivio dove abbandoniamo il
sentiero 226 in favore del
278, che ci porta alla base del
Corno del Doge. Qui ci avviciniamo ad un ghiaione che risaliamo, e poco dopo arriviamo ad una parete attrezzata di pochi metri. Solo uno di noi ha l'imbrago, che alla fine rimane nello zaino; è comunque consigliato servirsene, specialmente nell'ultimo tratto dove ci sono meno appigli e la roccia è più umida. Il caschetto invece è d'obbligo.
Il Corno del Doge (2615m) in tutta la sua imponenza. A destra il ghiaioneGuardando a sud, da sinistra: Croda Rotta e Croda de MarchiIl tratto attrezzato che risale la spalla di rocciaSuperata la parete andiamo a sinistra, scendendo nella splendida e surreale
Val del Medo.
In origine si pensava di pranzare al
Bivacco Voltolina (2082m), situato nella valle verso il
Pian del Scoter, ma dopo aver considerato le pessime condizioni del bivacco stesso (niente più che una sorta di brutta scatola di sardine) abbiamo deciso di fermarci prima e sistemarci su uno dei pietroni piatti non molto oltre l'imbocco della valle.
Altro ghiaione ormai conquistato. Dietro la Croda RottaI miei tre mentori posano sorridenti con la Croda de Marchi alle spalleLa Val del Medo, traboccante di enormi massi incastonati fra l'erbaA nord vediamo ancora a destra i Cadini di MisurinaPranziamo e ci riposiamo un po'; c'è chi va comunque al bivacco per dare uno sguardo ai dintorni.
Una volta ricaricati imbocchiamo il
sentiero 280 verso il
Corno del Doge, che vogliamo aggirare in cengia per tornare nella
Val de San Vido e proseguire poi verso la
Forcella Grande (2255m).
Il tratto in cengia è spettacolare; in certi punti estremamente esposto e con fondo molto sdrucciolevole, anche se comunque ben attrezzato, offre panorami da urlo in qualsiasi direzione si guardi. Assolutamente da evitare per chi soffre anche lievemente di vertigini.
Non ho fatto molte foto lungo la cengia, perciò prendo in prestito questa da Tommaso: un suggestivo scorcio lungo il versante est del Corno del Doge, con gli onnipresenti Cadini di Misurina sullo sfondo a nordAggiriamo con cautela il
Corno del Doge, e appena alziamo gli occhi Madre Natura ci fa dono di una vista spettacolare sulla
Valle di San Vito.
La Valle di San Vito si apre magnifica davanti a noi; ecco laggiù a sinistra la nostra meta, la Torre dei Sabbioni (2531m). Sulla destra sbuca la Cresta dei BastioniCi concediamo qualche momento di contemplazione, poi continuiamo lungo la cengia che scende a valle. Ad un certo punto il sentiero si interrompe di netto e prosegue più in basso; nulla di problematico, basta ridiscendere un paio di metri di facile parete senza cavo.
Ormai abbiamo i piedi ben piantati nell'erboso sentiero vallivo. Facciamo una piccola sosta ad un torrente lungo la strada per rifornirci d'acqua e rinfrescarci, mentre ripercorriamo con lo sguardo la cengia da cui siamo arrivati.
Proseguiamo poi lungo il
sentiero 280 fino a riallacciarci al
226, che corre in mezzo alla valle salendo dolcemente in direzione sud-ovest. La valle è ampia e splendida, e io cammino col naso per aria ammirando il
Gruppo del Sorapiss alla mia destra e la
Costa Bel Pra a sinistra. La
Torre dei Sabbioni ci aspetta, svettando in tutto il suo monolitico splendore.
Torre dei Sabbioni (2531m). Il sentiero è tranquillo e piacevole; saliamo aggirando massi e mughiArriviamo finalmente alla
Forcella Grande (2255m). Il panorama è fantastico: è decisamente valsa la pena allungare il percorso fin qui.
Vista tra sud e sud-ovest dalla Forcella Grande. Da sinistra: la Schiara (2565m), Cima di Mezzo (3154m), il Castello di Moschesin (2499m), Tamer Grande (2547m), il Duranno (2668m) ed il Pelmo (3168m)Siamo belli quasi quanto i monti alle nostre spalleLa magnifica schiena del Gruppo del Sorapiss: da sinistra Croda Marcora (3154m), Fopa de Matia (3155m), Punta Sorapiss (3205m), Crode di Caccia Grande, Tre SorellePurtroppo non possiamo attardarci troppo: i tempi sono stretti, abbiamo un treno (l'ultimo) da prendere.
A malincuore torniamo indietro, senza seguire il sentiero ma tirando dritto per l'ampio ed erboso pendìo, con il passo che da svelto talvolta si trasforma quasi in corsa.
Torniamo quindi sul
sentiero 226, che non lasceremo più fino alla macchina.
Torniamo indietro per la valle lungo il sentiero 226In prossimità del
Corno del Doge abbiamo qualche ghiaioncino da ridiscendere; sistematicamente sui ghiaioni sfodero la mia agilità elefantiaca e non manco di assaggiare i sassi con il fondoschiena.
In qualche modo arrivo viva al bivio con il
sentiero 278 e da qui ripercorriamo a ritroso la strada dell'andata fino al parcheggio.
Per concludere in bellezza l'
enrosadira e la falce di luna crescente salutano la nostra partenza.
Sorge la lunaLe Marmarole si accendono di rosa; da sinistra Croda Alta di Somprade (2655m) e Cima dei Camosci (2869m)Lunghezza percorso: circa 20km
Dislivello in salita: 1300m