Ciao a tutti, ora che ho capito come si può postare una relazione, ci provo, mettendomici seriamente e proponendovi una escursione bellica, ricca di storia e testimonianze della guerra in Ampezzo, in un posto meravoglioso che, mi pare, non sia stato presentato in questo bellissimo forum.
Mèta: Monte Vallon Bianco.
Partenza e rientro da Armentarola, poco sotto al passo Valparola.
Premessa:
Il Vallon Bianco è stato un baluardo austro-ungarico di notevole importanza, perchè si tratta di una cima elevata, in posizione dominante e strapiombante sulla testata nord della Val Travenanzes: era di vitale importanza in quanto dominava la lunga e stretta valle, chiudendone l'accesso verso la Val Badia alle truppe italiane.
All'inizio della guerra, sulla sua vetta erano stati approntati dagli austriaci solo dei punti di osservazione. Poi, accadde che un drappello di italiani, penetrando attraverso i boschi, riuscisse ad avvicinarsi, senza essere scorto, ai piedi del bastione roccioso; qui catturarono una sentinella austriaca. Si fecero condurre alla cima del Vallon Bianco e intuirono l'importanza del luogo. Nel mentre la famosa "colonna Cantore", di cui il drappello faceva parte, doveva per l'appunto tentare di penetrare in Val Travenanzes, passando ai peidi del Vallon Bianco.
Quando il generale Cantore venne a sapere che un drappello della colonna si era, di sua iniziativa, "staccato" per andare a esplorare la cima del Vallon Bianco, andò su tutte le furie e ordinò il rientro immediato del drappello nei ranghi nella colonna, con ordine di abbandonare quella cima, poichè la colonna doveva rimanenere compatta e concentrarsi nello sforzo di penetrare la Val Travenanzes. Il drappello eseguì e abbandonò la posizione conquistata.
Gli austriaci, compreso l'enorme pericolo corso nell'ipotesi avessero "perso" il Vallon Bianco, vi si riposizionarono subito in forze e bersagliarono dall'alto, 1000 metri più sotto, la colonna Cantore alle spalle, costringendola a battere in ritirata. Quindi trasformarono il Vallon Bianco in una vera e propria fortezza, mai più espugnata.
Veniamo ai luoghi.
Questo è il Vallon Bianco, alla sua base, in basso a destra, la Val Travenanzes che gli italiani tentarono per l'appunto di risalire.
La gita.
Partiti da Armentarola, dopo aver risalito il col de Locia, ci si affaccia sul meraviglioso altipiano pascolivo racchiuso tra le cime di Fanis e Conturines
Si tratta di un lungo tratto pianeggiante in ambiente bucolico, ricco di acqua. Sullo sfondo, le cime di Ciampestrin e le Cime di Fanis, che è necessario aggirare per accedere alla via di salita del Vallon Bianco.
A questo punto, si giunge al Vallon del Fosso, alla base di pendii nord del Vallon Bianco, che vanno risaliti per balze rocciose, sfruttando proprio il percorso di guerra austriaco, ripristinato alla fine del secolo scorso.
Qui iniziano a comparire alcune vestigia della guerra, divenute ormai parte integrante dell'ambiente.
Il percorso di guerra si fa ora più ripido ed esposto (ma sempre comodo, per buoni escursionisti), salendo con lunghi traversi o zig-zag, sfruttando le cenge naturali del versante nord del Vallon Bianco
Particolare del percorso come si presenta oggi, raffrontato a 100 anni fa, grazie ad una foto d'epoca.
Intanto, verso nord, la visione è meravigliosa, verso il Col Becchei con la sua caratteristica colorazione rossa, dovuta alla presenza rilevante di ferro in questo settore delle Dolomiti.
Particolare, Croda de Antruiles
Particolare, La Croda Rossa d'Ampezzo e, più in basso l'alpe Lerosa e la Croda de R'Ancona (questa ultima altra escursione bellica di grande rilievo)
Ci si affaccia finalmente sulla cresta sommitale da cui si scorge, più avanti, un manufatto bellico in cemento; mentre, scendendo con lo sguardo il canalino detritico che lo precede, si nota uno spiazzo pianeggiante su cui si affaccia un foro nella roccia che altro non è che l'uscita o entrata della galleria all'interno del monte.
Anche in questo caso, paragone con foto d'epoca.
Si giunge al manufatto.
E' appunto l'ingresso della galleria che, con andatura discendente, si addentra nella dolomia
Qui ha inizio una galleria munita di rotaie.
che conduce a tre grandi feritoie che si affacciano sulla sottostante (900m più in basso) Val Travenanzes (La vetta piramidale sullo sfondo è la Tofana di Rozes. Da qui gli austriaci potevano osservare e bersagliare tutta la valle (se Cantore lo avesse capito...)
Notare come siano ancora presenti, infissi al suolo, i supporti dell'artiglieria e, sopra, i paletti e gli anelli per le tendine di oscuramento.
Una volta usciti dalla galleria si continua a percorrere, sempre su percorso di guerra, la cresta fino al limite estremo est della cima.
dove si trova anche ciò che rimane di una postazione con cupola blindata...evidentemente "saltata".
e, infine, una "croce" di vetta: appena a destra della croce, sullo sfondo, il Cristallo; dietro alla croce la zona di Lavaredo.
Itinerario molto bello e appagante, in ambiente piuttosto solitario ma bellissimo e che trasuda storia.
La salita (e discesa) richiedono un buon allenamento, sia per il dislivello (1400 circa) ma, soprattutto, per la lunghezza del percorso se fatto in giornata.