Autore Topic: [DOLOMITI D'AMPEZZO] Escursione bellica al Monte Scabro (Rauhkofel)  (Letto 13658 volte)

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Offline NicolaBassano

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Sperando di far cosa gradita a qualche appassionato, riprendo il filo delle escursioni "belliche" non già relazionate (mi pare..).
Siamo nel massiccio del Cristallo, versante nord.
Destinazione Monte Scabro, alias Rauhkofel: ai giorni nostri mèta ignota ai più (non più segnata sulle carte come sentiero, bensì come traccia) ma di certo interesse sia storico che paesaggistico. Anche in pieno ferragosto, la mèta, a poche centinaia di metri dalla trafficatissima strada alemagna, regala un senso di pace e solitudine unici.

Il Monte Scabro è una lunga dorsale coperta di mughi che, poi, lasciano spazio alla dolomia nella sua brulla cima (Rauh=brullo) e che si distende tra due valli: la Val Fonda, che rappresenta l'ordinario accesso al ghiacciaio del Cristallo e, dall'altro lato, la Val Fontana di Sigismondo: valle secondaria e "dimenticata" dalla quale però si prende questo itinerario.


Qui l'ingresso della Val Fonda, sullo sfondo a sinistra il Cristallo e la dorsale tutta a destra è il Monte Scabro: la cima più alta è quella posta al centro della verticale tra il cippo e la croce. A destra della cima c'è una selletta dove si trovano le postazioni della Grande Guerra che visiteremo. Il cippo con il n.1 indica appunto il numero progressivo dei cippi che, nel 1753, furono collocati in accordo dalla commissione Serenissima/Asburgo per individuare i confini tra Venezia e l'Austria.


Qui l'altro versante, cioè la Val Fontana di Sigismondo, con il Monte Scabro al centro: le postazioni si trovano grossomodo dove finiscono i mughi al centro, ma noi saliremo fino alla cima.


Inizia la salita della Val Fontana Sigismondo lungo il greto del torrente (il nome fa riferimento alla sorgente di Sigmund, che si trova alla testata di questa valle) tra pareti rocciose su scomodo "sentiero"....


Ad un certo punto si deve abbandonare la valle e piegare a sinistra (est) per intuire la traccia del vecchio sentiero militare che portava alle postazioni.


La solitudine dell'ambiente si intuisce subito dalla frequentazione ...


Mano a mano che ci si alza di quota, si apre la visuale verso ovest con la baranciosa cresta di Costabella (in primo piano), dove erano arroccati gli austro-ungarici e sullo sfondo la fantastica Croda Rossa d'Ampezzo.


Giungiamo così alla "selletta" con la Cima del Monte Scabro davanti a noi, alla cui base già si intravedono alcuni antri adibiti a postazione.


Giunti alla base, ecco i primi resti






Queste posizioni furono oggetto di un feroce combattimento nell'aprile 1916, allorquando esse, in salde mani austriache, furono oggetto di conquista italiana con una improvvisa sortita, che però durò solo poche ore; infatti, la reazione austriaca fu violenta e implacabile e spazzò via i conquistatori, battendo la postazione dalla sovrastante posizioni dominante, la cresta di Costabella.
Merita la descrizione dell'episodio fatta dal Tenente Niehans, come riportata da Antonio Berti nel suo libro:
"Una giornata primaverile è al suo termine. Vaste ombre, lente, calano a valle delle muraglie rocciose. Spuntano miriadi di stelle, scintillano nel buio vallone. La natura riposa ma giù, nel vallone, ferve silenziosa la vita. La schiera dei volontari in tre colonne si snoda con lanterne cieche lungo serpentine sottili su per le rughe della montagna cupa. Si ferma. Il Comandate al telefono ordina:" Che l'artiglieria cominci". Le bocche dei grossi calibri, in valle, cacciano fuori lunghe lingue di fiamme. Le granate rombano lassù, come boati di una bufera. I colpi si scaricano con la violenza di un nubifragio; frammenti proiettati lampeggiano e ricadono come grandinata di ferro. La montagna trema. I grossi calibri sparano con furore sempre più selvaggio: non s'ode più che un unico interminabile tuono. Il terriccio e la neve sprizzano in alto, le trincee sconvolte si spianano, i muri rovinano. Frammenti di baracche e coperture roteano nell'aria. Blocchi di roccia, sui quali erano passati millenni, spezzati e lanciati, piombano nel vuoto, asportano e seppellendo ufficiali e soldati. Il nemico tien duro fino a che tutto è trasformato in un caos. Da sotto le maceria escono voci che lanciano grida di aiuto. Ma è guerra, non c'è misericordia. Una colonna poderosa di fumo nero avvolge la scena di terrore. Le spade di luce dei proiettori puntano su quella ecatombe paurosa".

Ed in effetti, basta guardarsi attorno per trovare, a un secolo di distanza, testimonianze di tale battaglia.


addirittura un proiettile di mortaio (pericolsamente) integro...


A questo punto, grazie al nostro amico Nicola, già stato qui anni addietro, ci addentriamo in una galleria, per uscire a carponi, non senza fatica, dall'altro lato: attraverso questo passaggio, accediamo cosi ad un camino nascosto, leggermente marcio, che ci apre l'accesso verso le balze che portano alla cima.


eccoci nel camino; là sotto la galleria da cui siamo usciti


Dietro di noi, la "selletta" dove eravamo giunti prima di imbatterci nelle postazioni, e la parete gialla, alla cui base si intuisce...il ....sentiero che faremo per rientrare


Segnali di ambiente "incontaminato": un raponzolo di montagna, fiore di origine antichissima


Proseguiamo l'ascesa con passaggi di I II grado.


E una inquitante spada o meglio roccia di Damocle sulle nostre teste


Finalmente, dopo un ultimo passaggio di III grado, reso tale dalla presenza di mughi, sbuchiamo sul pianoro sommitale


Davanti a noi, la cima del Cristallo col suo circo glaciale.


Dietro, a nord... tutto...
Da sinistra, Pratopiazza e il Picco di Vallandro, il lago di Landro alla base del Monte Piana; tutto il gruppo Baranci-Rondoi-Rudo, i Tre Scarperi, fino, alla destra, le Tre Cime, che, viste di infilata, sembrano un solo monolite.


Dopo un meritato riposo, riscendiamo con cautela sui nostri passi fino alla selletta: qui, con retrospettiva, rivediamo la cima appena lasciata


e ci apprestiamo al passaggio "chiave", alla base della parete gialla vista prima, dove un frana ha "resettato" il tracciato ed occorre ... arrangiarsi...


fino a raggiungere un... asse di legno per superare il baratro


Siamo finalmente fuori dal passaggio da "brivido"


e passiamo acconto ad altri "commoventi" resti di vite passate...

"bancale" per scaldarsi datato 1916


e cucina... economica


Quindi si ridiscende per traccia di sentiero in mezzo ad una mugheta.

Giro di medio impegno, più che per il dislivello, 900 mt circa, per qualche passaggio un pò ...particolare o precario.
Ma in un ambiente veramente isolato, dimenticato e quindi quasi incontaminato: ciò rende, a mio parere, ancora più vive le testimonianze e forte il senso di drammaticità per gli eventi bellici che lì sono avvenuti.

Una foto dei luoghi di allora (si intuisce nella neve, il sentiero che sale a zig zag) e lo stesso luogo oggi












Offline AGH

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Un post veramente meraviglioso! Grazie! Itinerario bellissimo (che non conosco perché fuori zona) e foto splendide! Sinceri complimenti! Ancora grazie!
Blog di Montagna
https://www.fotoagh.it/

Offline pianmasan

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Complimenti! Veramente bravi!
Il tipo di escursione che piaceva tanto anche a me.

Offline DDT

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Interessante, mi ero informato in merito vedendo il Monte Scabro dalla Cresta di Costabella, percorsa a settembre (altro itinerario bellico molto interessante, te lo consiglio se non ci sei già stato).
Avevo letto che la salita non comportava particolari difficoltà, ma tu parli di passaggi di III: ci sono solo nel caso si voglia fare un anello?

Offline NicolaBassano

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Ciao,
Interessante, mi ero informato in merito vedendo il Monte Scabro dalla Cresta di Costabella, percorsa a settembre (altro itinerario bellico molto interessante, te lo consiglio se non ci sei già stato).
Avevo letto che la salita non comportava particolari difficoltà, ma tu parli di passaggi di III: ci sono solo nel caso si voglia fare un anello?
quanto al Monte Scabro, ho accennato ad un passaggio di III, più come "battuta" che altro, solamente per il fatto che è reso laborioso dalla presenza di un paio di pini mughi che ti obbligano a girargli a fianco (o ad aggrapparti al medesimo, se preferisci...); in ogni caso si parla veramente di un passaggio di 2 metri, l'ultimo prima di emergere sul pianoro sommitale (foto n.19). Ma più un II che un III.
Tutto il resto è un I, max II, sulla scorta di quanto puoi vedere alla foto 17.

Quanto all'anello, chiarisco eventuali possibili equivoci, posto che ce ne sarebbero due.

Anello 1, quello che ho fatto io.

Io ho fatto il percorso "arancione", ovvero sali la val fontana sigismondo, la abbandoni e risali fino alla dorsale fino a 2160m circa. Qui..
siamo saliti verso la cima (C) seguendo il percorso che vedi in azzurro. Poi, siamo ridiscedi alla selletta per rientrare (ecco l'anello) a valle lungo la dorsale, senza scendere di nuovo in val fontana sigismondo

I passaggi di I e II sono tutti dalla sella verso la cima;

nessun problema dalla sella a rientrare, salvo l'asse di equilibrio...ma c'è un cavo d'acciaio a cui tenersi in caso che si trova all'inizio di questo sperone roccioso.



Anello 2, quello in rosso sulla carta topografica: mai fatto.
Invece di abbandonare la Val fontana sigismondo, la sali fino alla sua testata e arrivi alla cd forcella Rauhkofel (F).
C'è qualche postazione pure lì.
Da lì si può scendere in val Fonda e quindi fare un vero e super anellone, ma è necessario "cercare la via" e calarsi con una doppia perchè ci sono dei salti rocciosi. Un tizio l'ha fatta di recente e ha postato in internet con foto e video la sua gita.

Infine, quanto alla cresta di Costabella, è in calendario e se hai suggerimenti sul percorso (anelli, passare da forcella Verde o Gialla o allo Stutzpunkt ecc.), sono tutto orecchie.
Grazie









Offline DDT

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Grazie per le info.
Per la traversata in Val Fonda immagino parli di Windchili, avevo già visto il blog.

Quanto alla Cresta di Costabella, noi siamo partito da Cimabanche e abbiamo risalito la Val Pra del Vecia sul SV 233.
Poco oltre quota 2000, abbiamo lasciato il sentiero CAI per ritornare verso NE traversando lungamente fino a raggiungere la Cresta, che abbiamo percorso integralmente fino al punto più alto quotato m 2722.
Ritornati un po' indietro si scende su ghiaie finchè ricompare la traccia che porta appena sotto Forcella Verde.
Giro molto bello, numerosi resti della GG.
Fino al ghiaione della discesa impossibile perdersi, ci sono vari bolli rossi, poi comunque la discesa è logica.
Appena ho un po' di tempo posto qualcosa.