Avevo messo gli occhi sul sentiero delle Cenge da tempo, ma trattandosi di un percorso a bassa quota l’avevo lasciato per il periodo invernale.
Si tratta di un vecchio sentiero da lavoro, dove i montanari della zona di Rotzo facevano legna o coltivavano qualche scampolo di terra.
Il sentiero, inselvatichito per lo scarso utilizzo, è stato recuperato una ventina d’anni fa dalla Spettabile Reggenza dei Sette Comuni.
Partiamo dal paesino di Pedescala m 331, allo sbocco della Val d’Assa con la Valdastico.
Attraversiamo un sottopasso oltre il quale prende avvio un sentiero che prima supera alcuni orti e poi inizia a salire.
Intersechiamo un paio di volte la strada del Piovan (quella che da Pedescala sale sull’Altopiano) e dopo qualche centinaio di metri sull’asfalto, in corrispondenza del 6° tornante, a circa 570 m, inizia il vero e proprio Sentiero delle Cenge.
le pareti che dovremo aggirareinzia il Sentiero delle CengeOgni tanto ci sono dei bolli gialli ma è impossibile sbagliare: la traccia sale nel bosco avvicinandosi alla pareti solcate da numerose scafe. Siamo sospesi sulla Val d’Assa ma con poca esposizione, mitigata dalla vegetazione.
Il sentiero, con almeno 2 possibilità di uscita verso l’alto (1 per Castelletto e 1 per Rotzo più altre per ravanatori), si snoda attraverso un sistema di cenge tra i 700 e gli 800 mt con numerosi saliscendi, attraversando vari punti caratteristici, corredati da esaustive tabelle.
- la Clausa, una stretta forra che si supera con l’aiuto un cordino metallico
- il Pulpito, una propaggine rocciosa sopra la Val d’Assa
- Il Vignale del Ghit, vecchie terrazze inselvatichite su cui un antico proprietario di Rotzo coltivava viti e ortaggi, ora popolate da numerose specie di piante e corredate da tabelle esplicative
- la cascata del Pach (secca quando siamo passati), un salto di una quarantina di metri tra bellissime scogliere che poi sprofondano in Val d’Assa
- la Scovola, una cengia a tetto che permetto di avanzare quando le pareti sembrano impedire il passaggio
La ClausaLa 1^ uscita verso CastellettoIl PulpitoVignale del GhitSempre in cengia con i vari covoliCascata del Pachla ScovolaDopo la Scovola la traccia si fa più esile e tende a perdersi: dopo aver attraversato dei rovi la ritroviamo più avanti, su quello che dovrebbe essere l’ultimo crinale da scavalcare prima di incrociare il sentiero che sale dal fondo della Val d’Assa.
Inizia una dura lotta con altri rovi e schianti su un pendio scoperto, dalla quale ne usciamo con difficoltà.
Il GPS dice che siamo sulla retta via, ma del sentiero neanche l’ombra. Ci abbassiamo su un ripidissimo pendio finchè la ritroviamo, per poi seguirla facilmente in salita fino ad Albaredo m 1000.
Sguardo indietro sui fianchi dirupati dove siamo passatila continuazione della Val d’AssaDopo la dura battaglia ci meritiamo un pranzo come si deve e decidiamo di scendere a mangiare al caldo a Rotzo.
Abbandoniamo quindi l’idea iniziale di tornare lungo il fondo della Val d’Assa e caliamo a Castelletto dove prendiamo il sentiero delle Banchette SV 631.
E’ la vecchia via di comunicazione con l’Altopiano, sostituita alla fine del XIX° secolo dalla strada del Piovan, una mulattiera con 26 tornanti (perfetta per gli appassionati di MTB) che ci riporta diretti a Pedescala.
Da segnalare lungo il rientro, all’altezza di una fascia rocciosa sulla dx, la Voragine delle Banchette, una grotta con un pozzo principale di circa 25 m di profondità e con diverse sale interessanti.
L’inizio del sentiero delle BanchetteVoragine delle BanchetteIn discesaRientriamo quindi molto soddisfatti per una escursione che non ci aspettavamo così varia ed interessante.
14,5 km, D+ 950 mt
E’ possibile accorciare a piacimento l’itinerario partendo dal 6° tornante della strada del Piovan (organizzarsi con le auto) oppure direttamente da Castelletto o da Rotzo ed evitando il ravanaggio finale per Albaredo.