11.07.14
Passata una fase quasi depressiva post scialpinismo, mi rimetto in moto sulle montagne di casa. Dopo un uscita in Lagorai sfigurata dal mal tempo domenica scorsa, finalmente riesco a beccare una giornata meritevole.
Partenza dunque da Belluno Veronese in Val d'Adige dove imbocco il sentiero 76 che conduce al ripiano superiore del Pian di Festa. Il cielo è ancora molto coperto ed una fine pioggerella non aiuta a motivarmi particolarmente. Raggiunta la zona pianeggiante a quota 600 metri circa, inizio nuovamente a salire tra la bassa vegetazione tipica delle quote inferiori fino ad un tratto dove posso scorgere il punto di partenza molto più in giù
La Val d'Adige ed il paesino di Belluno VeroneseAvvicinandomi ai 1000 metri il bosco si fa più attraente, l'arbuso lascia posto al faggio e camminare diventa più piacevole. In breve raggiungo il Passo del Casello da dove si diparte la stradina forestale che conduce a Malga Gambon.
Cavalli al pascoloGiunto nei pressi della Malga, il cielo inizia ad aprirsi colorandosi di un bel azzurro brillante
Stralci di bel tempo verso la LessiniaMalga GambonPrendo una strada carrozzabile che mi conduce in breve a Novezzina dove inizio a risentire il fastidioso suono della civiltà, soprattutto delle moto. Intanto alle mie spalle il sole fa capolino tra le nuvole.
Il sole esce dalle nuvoleDopo una breve sosta caffè al Rifugio Novezzina, inizio il percorso alto che sale lungo il Vallone Osanna. La luce dietro di me si fa più intensa, i prati ed il cielo appena aperto regalano uno spettacolo senza eguali
Poco sopra NovezzinaEscursionisti in cammino dietro di meIn breve giungo alla base del vallone vero e proprio da dove si diparte anche la via invernale
Il Vallone Osanna, via scialpinistica al TelegrafoCon andatura sostenuta percorro il sentiero dalle pendenze ben distribuite che con vari tornanti risale tra i mughi
Verso NovezzaQuasi in crestaFinalmente raggiungo il sentiero di cresta e, con breve salita, mi trovo a cavallo tra i due versanti a poche decine di metri dalla vetta. Con un ultima tirata, sono sul Monte Telegrafo.
A pochi metri da Cima TelegrafoIl Rifugio BaranaAutoscatto sopra il Lago di GardaLa cresta verso Cima ValdrittaLa croce di vetta verso la LessiniaQualche foto di rito e via verso il Rifugio Barana, sito poco sotto alla cima, dove una sosta panino è d'obbligo.
Riprendo dunque la marcia in direzione di Cima Valdritta seguendo il sentiero di cresta: verso la Riserva di Selva Pezzi alcuni camosci corrono liberi sui grandi nevai rimasti.
CamosciIl sentiero di cresta del BaldoIl percorso, con qualche saliscendi, porta al bivio col sentiero 66 che percorrerò in discesa, ma, nel frattempo, continuo in direzione della più alta vetta del Baldo.
Verso NovezzaParticolari formazioni geologicheIn un punto particolare del sentiero, si stacca la traccia che sale in cima: il percorso è semplice, basta solo un attimo di attenzione ad alcuni punti che danno sulla scarpata a sinistra.
Sotto la vettaUn breve punto di roccette e poi finalmente a Cima Valdritta, la più alta di tutta la corona di montagne del Lago di Garda. Splendida la visuale sul bacino lacustre blu scuro che contrasta le bianche rocce del Baldo.
La croce di vettaSguardo verso sud, si intravedono gli AppenniniOra ripercorro a ritroso la via di salita e torno al bivio col sentiero 66 dove inizio la ripida discesa verso Novezza
La ripida traccia di discesaDopo aver intercettato la strada Graziani, taglio ancora sotto dove scopro che il sentiero (già percorso l'anno scorso) è stato completamente devastato da una grossa valanga: tra alberi divelti e macerie devo più o meno indovinare il percorso fino alla più bassa mulattiera facente parte del "Giro delle Malghe" dove trovo ancora i resti di neve molto spessi lungo il vallone
La valanga ancora presente a 1300 metriNoto che la devastazione continua ancora per molti metri più in basso lungo il vallone, segno dell'enorme massa di neve che è caduta dall'alto. Io, per fortuna, lo abbandono per compiere il lungo traverso per Passo Cerbiolo: molto belle sono le vedute verso l'Altissimo e i prati colorati delle malghe sottostanti
Verso l'AltissimoFinalmente, con molti saliscendi che mettono alla prova le gambe stanche, sono a Passo Cerbiolo dove noto che un temporalone sta già tormentando le vette del Baldo.
L'albero solitarioBrutto tempo ad occidenteDal passo prendo una mulattiera che risale dall'altro versante e imbocco il sentiero che ritorna in Val d'Adige
La Val d'Adige verso il versante di salita dall'altro latoLa discesa da qui è sicuramente la parte più sofferta complice il gran caldo, il cambio di vegetazione più arbustiva e le gambe ormai fortemente stanche: in più questo sentiero non è precisamente ben tracciato e ben tenuto, ha molti risalti e talvolta scompare tra le sterpaglie (probabilmente viene percorso davvero pochissimo). A fine sentiero inizio a risentire il suono del torrente e una mulattiera segna il ritorno alla civiltà: in breve sono nuovamente a Belluno Veronese ricollegandomi precisamente al percorso di salita in centro la paese.
La giunzione dei due percorsi con i rispettivi cartelli CAIDifficoltà: E escursionistica
Tempi: circa 8 ore (buon allenamento)
Sviluppo: 28,5 Km
Dislivello: 2300 circa