Posto l’escursione fatta sabato 28 aprile. È un giro a bassa quota, in terra vicentina, da farsi dall’autunno alla primavera (esposizione sud). “È uno dei più interessanti e panoramici sentieri della Media Valdastico. Nella parte mediana passa su un aereo e ripido crinale, fortificato con postazioni d’artiglieria risalenti alla Grande Guerra”.
Si parte dal Monastero della Resurrezione/ Chiesa Vecchia di Cogollo del Cengio (q.340), dopo aver lasciato l’auto poco più avanti, nei pressi dell’acquedotto comunale (oppure in centro del paese). Si passa sotto un arco e si seguono i segnavia 648/647A (la partenza è comune ai due) camminando tranquillamente tra prati ed ex terrazzamenti fino a quota 450. A poco a poco la piacevole stradina diventa un comodo sentierino che più avanti comincia a inerpicarsi a tornanti (tralasciare eventuali deviazioni che servono da collegamento con altri itinerari. Tutto il tracciato è perfettamente segnato con tabelle e segni bianco e rossi). La salita è sempre accompagnata da piacevoli vedute sulla Valdastico, sul M.Summano, Priaforà e M.Pasubio. A quota 600 s’incontra la prima postazione, la prima delle sei che dopo aver forato il crinale, apre le sue feritoie sulla media Val d’Astico. Le 6 postazioni che si trovano tra quota 600 e 970 sono di lunghezza variabile tra i 20 m e i 100 m e sono perfettamente visitabili con una pila. Superata l’apertura della sesta postazione, ci si sposta leggermente a destra e si procede ancora per un paio di minuti fino a trovare dei cartelli che indicano il raccordo con il sentiero della Sengela (dritti) e il sentiero attrezzato (a sinistra). Prendendo quest’ultimo, si risale un canale erboso quasi verticale accompagnato da funi metalliche che facilitano la salita, si passa per un bel ballatoio e si sale ancora un po’ fino ad incontrare un capitello (in tutto 7’-8’ dalla segnaletica). Qui il sentiero delle postazioni finisce e prendendo a destra si raggiunge in pochissimo tempo il sentiero 651 (sentiero della Sengela). Comodamente si arriva ad uno slargo erboso, si passa davanti a dei manufatti bellici e più avanti s’incrocia una strada bianca da esbosco che si sfiora appena. La salita su sentiero è ormai finita, ancora un piccolo strappo e si arriva ad una stradina e alle prime case (ristrutturate). Da lì si procede dritti ancora per poco fino a raggiungere il Piazzale Principe del Piemonte (1286 m), un ampio slargo che ospita la Chiesetta al Donatore di Sangue.
Dal piazzale si prende subito la stradina a fianco dell’ex Rifugio Belvedere (orribile a vedersi) e in pochi minuti si perviene alla mulattiera in roccia. Nei pressi si nota la Galleria Cannoniera, la Trincea, dei trafori ed altri manufatti bellici; più avanti si può osservare dall’alto il profondo salto sulla Val Cengiotta e perdendo leggermente quota si arriva alla selletta di q.1258 che dà accesso al Piazzale dei Granatieri. Da qui seguendo le tabelle, si procede in salita superando vari trafori, a q. 1275 si percorre la galleria elicoidale che porta al Salto dei Granatieri. La Croce del Cengio è già in vista; si oltrepassa una stretta fenditura naturale per scendere infine alla galleria comando (che fora la vetta del Cengio, sbucando sul versante nord, nel piazzale dedicato al gen. Pennella. Nei pressi è possibile visitare una galleria che scende a due postazioni d’artiglieria in vista di M.Barco. Dal piazzale, per stradina si giunge alla croce e all’altare del M.Cengio.
Da qui, per stradina bianca, si scende alla Chiesa Votiva Granatieri di Sardegna (su un lato c’è “il Granatiere”costruito con schegge di granata) e subito dopo al RiF.Granatieri.
Per il rientro, la scelta più ovvia è il sentiero della Val Cengiotta 647 (che parte dalla selletta nei pressi del Piazzale dei Granatieri) e poi il raccordo 647A.
Poiché preferisco fare la Val Cengiotta in salita, per rientrare a Cogollo sono tornata a Piazzale Principe di Piemonte, ho percorso a ritroso parte del sentiero dell’andata fino a q.980 e poi sono scesa per il sentiero della Sengela (segn. 651)