Qualche settimana fa, scendendo dal sentiero delle Cenge, Mattia mi chiede che cime sono quei pinnacoli che vediamo dall'altra parte della Valdastico.
I Siroccoli rispondo, cime impervie non attraversate da nessun sentiero CAI e di cui non si trova praticamente nulla in rete.
In pratica dovevamo solo decidere quando provare.
I Siroccoli sono un piccolo gruppo montuoso sulla destra orografica dell’Astico, originati dal crinale orientale dello Spitz di Tonezza.
Sono formati da 3 cime principali: Cima Campo di Scala m 1283, la più occidentale e arrotondata, lo Scoglio dell’Aquila m 1254 e il Monte Siroccolo m 1184; queste 2 sommità sono frammentate in molti pinnacoli e solcate da impervi valloni.
“Non ci sono sentieri militari ma solo sentieri da lavoro, che però oltre i 1000 metri si fanno evanescenti e si trasformano in tracce infide che intagliano terreni delicati e insidiosi” (dal libro di Liverio Carollo del 2005).
Siamo in 3 al piccolo parcheggio di Valpegara e la nostra scelta è caduta sul Monte Siroccolo.
Sappiamo che non possiamo fare affidamento su mappe e cartine in commercio: il Baito Fefa, punto di passaggio per raggiungere la cima, è segnato a 478 m mentre ci risulta essere a 960 m, e nessuna traccia segnata arriva a quella quota.
Un vecchio local ci guarda, quasi incredulo nel vedere degli escursionisti.
Gli chiedo: "Buongiorno, si arriva sul Siroccolo?” Lui annuisce.
"Arrivati sulla stradina che entra nella Valpegara da dove si sale?" (tutte le carte consultate sono molto lacunose).
Risposta: "ghe xe i baiti...su"
"Si ma da che parte? Dritto, sinistra, destra?
"Sempre su"
"Serve la corda?"
"Aaaaaahhhhh"
Partiamo con queste premesse e sostanzialmente ascoltiamo il consiglio.
Arriviamo facilmente a contrada Tezze, seguiamo una forestale e quando vediamo un sentiero con delle vecchie balise che sale lo seguiamo.
Arrivati ad un baito la traccia si fa evanescente fino a scomparire. Continuiamo ad intuito in salita tra pendii, coste assolate e dorsali varie, sperando di trovare qualche traccia ma nulla. Il GPS dice che ci stiamo spostando troppo a nord, quindi ritorniamo sui nostri passi per seguire un ripido impluvio.
Dopo oltre un'ora di ravanamento troviamo una traccia marcata che incrocia il canale che stiamo salendo.
La seguiamo anche se ci porta fuori dalla nostra direttrice e magicamente arriviamo al Baito Fefa, in posizione molto diversa rispetto a dove è riportato sulle mappe.
Dopo una breve sosta ripartiamo ma la traccia si perde ancora. Intuiamo gli strapiombi su due lati e quindi decidiamo di salire una dorsale nel bosco, facendoci strada tra le sterpaglie ed evitando alcune fasce rocciose.
Arrivati su una prima sommità su terreno scoperto vediamo il logico proseguimento e superiamo varie anticime finchè, con qualche passo più tecnico, raggiungiamo quella che pensiamo possa essere la vetta (il GPS segna poco oltre 1200 m e dalla mappa la vetta sembra essere più ad est).
Rientro per la stessa via ma continuando in discesa per il sentiero “trovato” all’andata che, tagliando lungamente tutto il fianco nordorientale del monte, ci ha riportati nei pressi di contrada Tezze.
Una giornata di pura esplorazione e grande soddisfazione per aver raggiunto caparbiamente una vetta negletta ma senza dubbio interessante.
E poi rientrando abbiamo trovato vari altri spunti per nuove avventure.
La chiesetta di ValpegaraMonte SiroccoloContrada Tezze, in parte recuperataRavanando… Vista sulla ValdasticoIl Campolongo, dall’altra parte della ValdasticoBaito FefaUna della varie anticime superateTra rocce e mughi dei vari pinnacoli sommitaliAlta Valdastico, sullo sfondo il Becco di FiladonnaLa vera cima del Monte SiroccoloScoglio dell’Aquila e Cima Campo di ScalaArte povera presso la diroccata Contrada MarchioriTerrazzamenti a ValpegaraLa traccia: 9,5 Km, D+ 900 mt