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La tavolozza autunnale sottostante alla Priaforà (1659m).
L'ultima settimana di ottobre sono riuscito a rientrare in patria per qualche giorno. Giovedì 26 io, Leonardo e Lara abbiamo avuto modo di trascorrere una bella giornata in compagnia sui primi contrafforti che sbucano dalle propaggini settentrionali del vicentino, attraverso sentieri poco battuti e praticamente deserti.
Attacchiamo il sentiero che dalla strada del Prà lungo si alza verso il Colletto di Posina (1102m), tagliando i tornanti della mulattiera. In breve raggiungiamo l'abitazione privata da cui parte il sentiero di arroccamento 401, anche questo frutto degli scavi dei soldati della Prima Guerra Mondiale: ci capiterà di attraversare diverse gallerie scavate nella roccia.
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(Clicca per ingrandire) Il primo tratto del sentiero 401.
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(Clicca per ingrandire) Già dopo poco la vista verso ovest è meravigliosa: gruppo del Carega, Baffelan, tre apostoli, Cornetto, Pasubio e,
davanti a tutti, il lussureggiante Colletto di Posina (1102m).
Dopo circa un'ora arriviamo alla paradisiaca Malga Fontana (1330m), dove passiamo sul versante ovest del Monte Caliano (1648m), dove la foresta di caducifoglie tipica della val Leogra lascia il posto alle abetaie più tipiche della Val d'Astico.
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(Clicca per ingrandire) In vista di Malga Fontana (1330m), sopra cui troneggiano i roccioni del Monte Caliano (1648m).
Da lì proseguiamo più in ombra fino ad aggirare il torrione roccioso, che risaliamo fino alla cima facilmente raggiungibile lungo una traccia discretamente sul lato est. Dopo 2 ore di cammino dalla partenza a passo tranquillo siamo in vetta al Monte Caliano (1648m), da cui si gode una vista a 360º che non è niente male!
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(Clicca per ingrandire) Guardando a NE dalla cima del Caliano, si vede fino al Lagorai e alle Pale di San Martino.
Al centro la Val di Posina, a destra della quale si erge la Priaforà (1659m)
Ridiscendiamo dalla cima e continuiamo lungo il sentiero 401 e in mezz'ora arriviamo al Monte Rione (1691m), da cui si apre la vista sulla bucolica Piana del Novegno.
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Uno degli osservatori militari incontrati lungo il sentiero, questo con vista sul Pasubio.
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(Clicca per ingrandire) L'incantata Piana del Novegno.
Dal Rione scendiamo lungo la mulattiera fino al Passo Vaccaresse, dove giriamo a destra prendendo il sentiero 455, che in circa 45 minuti scende fino al Passo Campedello (1435m), dove prendiamo il sentiero 435, che in altri 3/4 d'ora porta in cima alla Priaforà (1659m), dove pranziamo. Ovviamente anche qui gran bella vista a 360º.
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La pozza d'acqua in prossimità del Passo Campedello (1435m).
1 (http://doubtstep.com/MONTAGNA/20171026-PRIAFORA/priaforà-17.jpg) 2 (http://doubtstep.com/MONTAGNA/20171026-PRIAFORA/priaforà-18.jpg)
1) La "pria forà", con vista su Velo d'Astico e costoni meridionali dell'altopiano di Asiago.
2) la vista dal sentiero 435.
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(Clicca per ingrandire) Vista sulla Val Posina e sul Monte Maggio. Più in fondo, le Dolomiti di Brenta.
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Zoomata sul Monte Cimone (1226m) e sul bivacco del Caviojo (1078m), dove un paio di inverni fa trascorsi la notte. (http://girovagandoinmontagna.com/gim/trekking-e-traversate-in-trentino/(valdastico)-2-giorni-da-tonezza-a-luserna/msg106459/#msg106459)
Ridiscendiamo fino al passo Campedello da cui prendiamo la forestale che risale il versante NO della Cima Alta (1649m) e sbuca sul Passo Vaccaresse, in circa 50 minuti dalla cima della Priaforà.
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Arrivando al Passo Vaccaresse.
Poco dopo troviamo la deviazione per il sentiero 488, poi 492, che si snoda lungo i versanti nord degli stessi monti su cui abbiamo camminato la mattina, questa volta attraverso un'interminabile faggeta abbarbicata sul ripido suolo, ora ricoperto da uno spesso strato di foglie: in alcuni punti sprofondiamo fino alle ginocchia. Sono un po' più avanti di Leo e Lara, cammino in silenzio e mi accorgo che un'ombra scura mi sta osservando: giro lo sguardo verso l'alto e vedo un bel camoscio col manto già invernale, che lancia un breve sbuffo e poi si allontana. Faccio a tempo a immortalarlo mentre se ne va.
(http://doubtstep.com/MONTAGNA/20171026-PRIAFORA/priaforà-31.jpg) (http://doubtstep.com/MONTAGNA/20171026-PRIAFORA/priaforà-32.jpg)
Attraverso la scoscesa faggeta, mentre il pomeriggio si fa inoltrato e le nuvole si addensano.
Impieghiamo un'ora abbondante per percorrere nel bosco la distanza che ci separa dal bivio che si trova prima di Malga Fontana e un'altra mezz'oretta per rifare il tratto iniziale del sentiero 401 e tornare alla macchina.
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Sbucando dal sentiero 492 sul 401, ci accoglie la familiare vista ora più soffusa delle Piccole Dolomiti.
Un itinerario che a prima vista può sembrare poco appariscente ma che ci ha saputo regalare viste e sensazioni semplici e oneste. Ci tornerei (e ci tornerò) non appena possibile, questo tipo di montagna non mi stanca mai. La zona prealpina dell'alto vicentino si conferma meravigliosa e assume tonalità incantate in autunno, già lontana dai flussi turistici in questa stagione è totalmente deserta.
Sviluppo: 18.5km
Dislivello: 1520m
Tempo impiegato: 7h
In allegato il file KML.
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