L'ultimo giorno di bel tempo di ottobre siamo stati in Comelico per fare questa bella escursione all'ennesima cima secondaria.
Lo scopo era visitare alcune vestigia della Grande Guerra ed uno dei bunker del vallo Alpino, fatto costruire da Mussolini tra le due guerre per proteggersi da Hitler, di cui non si fidava. Molte delle opere, anche in questo settore, furono poi riutilizzate nel secondo dopoguerra, ai tempi della contrapposizione dei blocchi.
Si tratta di un giro breve, con un dislivello di meno di 1000 metri, ma con di tutto un po': bei sentieri, un tratto un po' più ruvido di salita in un canalone, molto panoramico a dispetto dell'esiguità della quota raggiunta. Ovviamente se si vuole visitare il bunker bisogna avere la torcia.
Se poi lo si fa in una giornata spaziale d'autunno come è capitato a noi, e si trova pure il mare di nuvole, è una meraviglia.
Fa un po' male pensare che solo due giorni dopo la nostra visita l'intera zona è stata devastata dal maltempo.
Partiti dal rifugio Lunelli in val Grande con un tempo grigio ed uggioso, siamo saliti alla vicina cima dei Colesei, sbucando progressivamente dalle nuvole. Dalla cima il panorama si apre verso la catena di confine.
Iniziamo ad uscire dalle nubi
Cima Bagni alle nostre spalle
Dalla forcella Pian della Biscia verso la Croda sora i Colesei
Dalla cima dei Colesei, mare di nubi sul Comelico
Panorama verso la catena di confine, con il col Quaternà
Abbiamo seguito la carrareccia militare verso la parete della Croda sora i Colesei. La strada si ferma contro la parete rocciosa, dalla quale spuntano le torrette in cemento armato dell'”opera 10” dello sbarramento del passo di monte Croce Comelico. L'ingresso era murato ma vi è stato praticato un comodo varco. All'interno, due corridoi paralleli corrono per 400 metri. Da questi si dipartono scale e corridoi laterali che portano alle varie postazioni di artiglieria e di vedetta. Gli intonaci sui muri sono ancora perfetti, e numerose frecce segnaletiche permettono di ritrovare facilmente l'uscita, anche se l'orientamento è comunque semplice.
Verso l'ingresso dell' Opera 10
Torretta che guarda il passo di monte Croce Comelico
Porta blindata
Salendo verso la forcella Popera, con le torrette sul lato nord
Usciti dal bunker, abbiamo aggirato la base della parete senza perdere troppa quota, e d abbiamo risalito il canalone che porta alla forcella Popera. Qui iniziano le postazioni e le trincee della prima guerra mondiale, che ci hanno accompagnato in tutta la parte alta del percorso. Siamo saliti alla Croda sora i Colesei (2321) in un bell'ambiente carsico.
Nei pressi di forcella Popera, feritoia e trincea della Grande Guerra, sullo sfondo la nostra cima
Postazione verso Sesto; sullo sfondo la zona delle vedrette di Ries
In basso il rifugio Berti sta per essere inghiottito dalle nuvole
Croce di vetta, Pala di Popera e Croda Rossa
Peralba, Coglians, Torrione e crode dei Longerin. In mezzo c'è la val Visdende
Croda sora i Colesei con le gallerie di vetta
In discesa dalla cima
Scesi seguendo i vecchi camminamenti di guerra abbiamo ritrovato poco più sotto il sentiero che segue lo spallone del Creston Popera fino all'ex rifugio Sella, nascosto al riparo del crinale, che ospitava il comando di settore durante la grande guerra. Di qui ci siamo rituffati nelle nuvole per scendere al rifugio Berti e poi al Lunelli.
Panoramica sul vallon Popera: cima Undici, passo della Sentinella, Croda Rossa, Pala di Popera, Triangolo, forcella Popera
Torniamo nelle nuvole
L'ex comando, risistemato, ora ospita un piccolo museo.
In val Grande; anche all'ombra i larici fanno la loro figura.
A grandi linee, il percorso.