Dalla Cima d'Astiago guardando verso sudViste le condizioni attuali coi versanti sud pelati ma quelli nord ancora pieni di neve, decido per un itinerario a bassa quota fuori regione nel territorio degli amici veneti
Avevo sentito nominare questo
sentiero dei 4444 scalini. Mi documento un po’ e parto per la
Valstagna. Il sentiero in sé è facile e nemmeno troppo lungo, visto che ci vado decido di rimpolpare un po’ l’escursione, aggiungendo parte dell’
Alta Via del Tabacco e parte del
Sentiero del Vu.
L’Alta Via del Tabacco si snoda a mezza costa sui ripidi e selvaggi versanti che dall’Altopiano di Asiago precipitano lungo l’
alveo del Brenta. Prende il nome dalla coltivazione del tabacco che fu introdotta nel ‘600 e per la quale si realizzarono molti terrazzamenti (masiére) sugli scoscesi versanti della montagna, l’unico modo per poter coltivare la terra. Il sentiero collega gli
antichi insediamenti realizzati in quota, per la maggior parte oggi in rovina, che anticamente permetteva agli abitanti quella minima vita sociale che il duro lavoro consentiva: visite di cortesia, scambi di masserizie e generi vari, pronto aiuto in caso di bisogno. Si possono incontrare e riconoscere i vari segni della cultura agricola di questo territorio: i terrazzamenti per l’appunto, le antiche case a mezza costa, i pozzi ed i sistemi per recuperare e raccogliere l'acqua piovana, le ghiacciaie, i nascondigli del tabacco, le mulattiere selciate, i prati magri, i castagneti, i boschi da legna, i “boai” di avvallamento dei tronchi.
Per raggiungere l’Alta via del Tabacco ho deciso di sfruttare il
sentiero storico de "El Vu" della Grande Guerra, dedicato ad
Albino Celi, leggendaria figura di recuperante al quale si è ispirato il film 'Il recuperante' di Ermanno Olmi ed il libro 'Le stagioni di Giacomo' di Mario Rigoni Stern.
Partito dall’abitato di
Londa m 150 imbocco tra un gruppetto di case il sentiero che sale subito ripido e poi percorre in quota a linea di postazioni approntate durante la prima guerra mondiale denominata "linea di sbarramento delle stelle e dei terrazzi". Lungo il percorso
molte gallerie e postazioni di artiglieria. Intercettata l’Alta Via del Tabacco, abbandono il sentiero del Vu per proseguire verso un’altra curiosità storica, il
sentiero del 4444 scalini di Calà del Sasso in Val Frenzela. Dopo un lungo traversone in costa e la perdita di 200 metri di dislivello arrivo all'imbocco della
Val Frenzela da cui si diparte la salita per la Val Sasso.
Questa incredibile via selciata, la più lunga delle Alpi, fu realizzata alle fine del 1300 sotto la signoria di
Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, per l’impervia
Valle del Sasso, con lo scopo di facilitare il trasporto di legname verso valle, all'epoca l'unica risorsa in grado di garantire un reddito. La lunghissima scalinata fu scavata nella roccia superando i settecentocinquanta metri di dislivello della valle con 4444 gradini di pietra, fiancheggiati da una canaletta in pietra che serviva per far scivolare i tronchi a valle.
La salita è facile ma non è proprio una passeggiata, gli scalini fanno faticare più del dovuto, le pendenze sono costanti ma abbastanza sostenute. Si percorre la stretta valle che diventa nella parte alta una
vera e propria forra con pareti rocciose a picco. In alcuni punti il sentiero compie dei tornanti con massicciate di muri a secco alti fino a sette metri! Un lavoro ciclopico che deve aver richiesto una notevole mano d'opera, senza contare l'
arditezza ingegneristica di concepire una simile opera che è giunta ai giorni nostri pressoché intatta a distanza di ben 600 anni.
Arrivato in cima in una bella radura erbosa a circa 900 metri di quota, rifiato brevemente ed inizio il rientro. Raggiungo la cima del
Monte D’Astriago m 1241, il punto più alto dell’escursione, posto bellissimo e panoramico se non fosse sconciato da una terrificante costruzione in cemento (pare sia l’acquedotto costruito in tempo di guerra). Calo fino alle
Pozzette 1034 (numeroso branco di camosci), altro bel posto tra radure, boschi e pascoli.
Qui avevo previsto di rientrare col
773 o
771 ma ho ancora un po’ di tempo e decido di allungare ancora il percorso fino a
Pian della Casaretta 1083 (altro branco di camosci) quindi fino alla spianata di
Casera Valleranetta 922, dove inizio il rientro col
sentiero 769, infido e faticoso con fogliame che nasconde pietre, con scoscesi “scivoli” e dirupi a fianco. Dopo una lunga discesa intercetto nuovamente l’Alta Via del Tabacco che mi riporta verso la macchina. Il buio incombente mi impone il rientro a valle leggermente anticipato rispetto alle intenzioni, calando sopra le
Grotte di Oliero (grandioso sifone naturale da cui sgorga possente un fiume che raccoglie parte delle acque dell'Altopiano di Asiago), quindi fino a Londa seguendo la strada.
Arrivo alla macchina che sono le 19. Sviluppo 26,5 km, dislivello circa m 1400 contando i vari saliscendi.