Panorama sui "Grostedi", prima di scendere al Passo GrostéIeri abbiamo fatto il
sentiero attrezzato Vidi, complessivamente facile ma con tratti in cengia piuttosto esposti e senza protezioni, che richiedono pié fermo e assenza di vertigini.
Tempo un po' cosi', gran movimento di nuvoloni e nebbie, per fortuna senza pioggia
Siamo partiti dal parcheggio della
Poza Vecia m 1763 e abbiamo risalito le piste fin quasi al
rif. Graffer m 2261, da dove parte il
sentiero Costanzi n 336, che con un lungo traversone rimonta una corona di rocce fino al grande anfiteatro roccioso formato dal versante ovest della
Pietra Grande m 2937. Qui avvistiamo diversi gruppi di camosci che traversano i grandi ghiaioni. Il sentiero si impenna verso un canalino ghiaioso, quindi si inoltra quasi pianeggiante lungo una cengia esposta, un piede in fallo e si vola di sotto..
Aggirato uno sperone roccioso il sentiero riprende a salire fino a "Gli orti della Regina", un balcone panoramico a quota 2522 dal quale possiamo vedere il sentiero Costanzi che prosegue in quota traversando l'erto ghiaione sotto cima Vagliana verso la Val Gelada. Dalla parte opposta inizia il sentiero attrezzato G. Vidi, che percorre, sovrastante la grande corona rocciosa sotto la Pietra Grande, una lunga cengia che attraversa tutto il fianco ovest.
Le difficoltà tecniche sono pressoché nulle ma il sentiero,
largo sui 40 cm e anche meno, corre a precipizio sulle rocce senza alcuna protezione e perciò bisogna fare molta attenzione a dove si mettono i piedi. Dopo un lungo traversone inizia il tratto attrezzato con cordino fisso, quindi con alcune scalette si superano dislivelli modesti per attraversare un angusto canalino. Un ultimo tratto di sentiero senza protezioni, con 300 metri di "volo libero" di sotto
conduce alla stretta dorsale sud, che si discende senza grosse difficoltà con l'aiuto di qualche scaletta e un piccolo ponticello con corrimano di cordino (m 2582 circa), dove il panorama sulla grandiosa Val di S. Maria Flavona, il Lago di Tovel e il Grosté è davvero uno scenario grandioso che lascia senza fiato.
Si cala ancora e quindi, con un altro tratto di sentiero in leggera salita ed esposto (daje), si entra in un canalone ripido che si scende senza problemi per il ripido sentiero fino al Passo del Groste, con l'orrido nuovo rifugio Stoppani, deserto e spettrale. Di qui caliamo fino al parcheggio per sentierelli, pezzi di pista e strada fino all'auto.
Conclusioni: sentiero facile, ma per l'esposizione di
lunghi tratti senza protezione alcuna, è bene non soffrire di vertigini ed avere fermezza di piede. Noi avevamo dietro l'imbrago, ma per pigrizia non l'abbiamo messo. I tratti più insidiosi secondo me però non sono quelli attrezzati (facili) ma quelli sul sentiero che corre a precipizio sulla cenge dove non c'è alcuna protezione.
Visualizza Sentiero attrezzato Vidi in una mappa di dimensioni maggiorivista su Google Earth
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