Sabato appena trascorso ho messo piede per la prima volta in vita mia in questo gruppo!
Consapevole di entrare in una sorta luna park di dolomiti e di capitare proprio in una delle più belle giornate di questa estate, organizzo con un mio amico un giro di sola andata, ovvero da una macchina ad un'altra. Il giro è un ripiego di un'escursione di 2gg con notte in rifugio ma ahimè.. tutto pieno in tutto il gruppo!

Partenza dalla Val Campo di Dentro giocoforza alle 8.40 perchè a quell'ora e a quel preciso minuto (w la cruccolandia

) il bus navetta ci accompagna all'attacco del sentiero CAI 105, poco sotto il rif. Tre Scarperi (circa quota 1500 m).
Affrontiamo il facile sentiero di buon passo, prima su comoda carrozzabile in fondovalle, poi su ampia traccia iperaddomesticata dal lauto traffico. Dopo un bel guado, il sentiero inizia a salire con maggiore pendenza fino a raggiungere un idilliaco pianoro (con panchina in legno da pic nic

) al di sotto del Morgenkopf. Si risale presto il fianco roccioso per giungere sugli ampi pianori piantonati dalla Torre di Toblin, il Sasso di Sesto e, più lontano, la 'Torre dei Scarperi' (errore grammaticale sulla Tabacco?!).
Sbucano con rullo di tamburi le tre sorelle, la più grande in mezzo che tiene per mano le due minori... cheddire, dopo averle riviste e riviste in ogni modo possibile in immagine, l'emozione di vederle la prima volta dal vivo è purtroppo un po' smorzata

.. Però bisogna ammettere che il loro fascino ce l'hanno...
Si continua con una certa calma, quota 2300 circa.. Ma il Locatelli dove cavolo è? Bastano 5 minuti ed eccolo lì a sinistra, adagiato su una leggera sella tra i wurstel del Paterno e il SextenerStein.. Eravamo stati quasi soli per 3 ore e ora... c'è il mondo!

Gente che passeggia, che corre, che prende il sole, che marcia in fila, seduta, sdraiata e un bel vociferare infarcito di ole ed applausi (ah già, c'era anche una gara di trail)..
Vabbè comunque me l'aspettavo, il mio amico, conoscitore del luogo, mi aveva già adeguatamente informato e preparato psicologicamente

Quindi, via di corsa verso le gallerie della cresta nord del Paternkofel.. Indossiamo la frontale e su per i percorsi scavati da migliaia di picconate quasi cent'anni fa, prima intervallati da passaggi alla luce, poi un ininterrotto cunicolo gradonato di 300m che sbuca giusto giusto all'attacco delle ferrata. Indossato l'imbrago, si attacca il test d'ingresso (facile facile) che prelude a una lunga cengiona inclinata attrezzata a tratti che conduce alla Forcella del Camoscio (2650m circa). Mi stavo quasi illudendo di essermi lasciato il formicaio a valle, quando dietro una curva ecco la coda in attesa di salire un tratto occupato da un paio di famiglie in discesa con bambini insaccati da calare giù come cristalli di boemia (bambini aventi una età tale per cui le loro gambe erano lunghe più o meno come il mio avambraccio.. lasciamo perdere va). Mi stufo, sorpassiamo una decina di persone su una fessurona parallela di I o qualcosa in più e galoppiamo senza più attaccarci al cavo fino alla forcella.
La normale alla cima continua con la scelta di due brevi varianti attrezzate, questa volta con passaggi un pelo più impegnativi di prima. Dopo un'altra bella attesa, affrontiamo gli ultimi 10-15 metri di ferrata e l'ultimo tratto di sentiero fino alla vetta (stracolma di gente, tanto per cambiare)... Firma ed estasi panoramica quasi a 360°!
La ferrata è breve, discontinua e facile. La galleria può essere un po' pesante per i gradoni continui, stancante anche e soprattutto in discesa, anche se nel complesso non è molto lunga.
Il ritorno l'abbiamo fatto per la Val Fiscalina, dove avevamo la 2a auto, percorso imho di gran lunga meno suggestivo rispetto a quello di andata, con ancora più panche e tavolini picnic non appena si arriva ad un affaccio vagamente panoramico :'(...
In conclusione: circa 8 ore di cammino inclusa la ferratina, un paio di birrozze al rif. Locatelli (che in quelle condizioni di affollamento non può che sembrare una pensioncina di via Bafile a Jesolo), 1300m di dislivello+, circa 20 km di sviluppo. Posti paesaggisticamente straordinari (bellissime le Crode Fiscaline e le arditissime conformazioni di Croda dei Toni, vista parzialmente al ritorno) e, causa eccesso di accessibilità, troppo (in)civilizzati. Chissà quanta gente salirebbe alle 3 Cime se Auronzo, con un insano gesto di suicidio economico, chiudesse la strada a pedaggio..
Ah, ovvia la spanzata finale in gasthaus a Moso

Qui le foto:
http://www.flickr.com/photos/tabboz/sets/72157631488195718/