Ferrata Ernesto che Guevara
L’escursione di chiusura stagione estiva di montagna è la ferrata intitolata a Ernesto che Guevara in località Pietramurata provincia di Trento. Escursione fatta in solitaria
Sulla statale 45 bis dal casello autostradale Trento nord in direzione di riva del Garda. Fino al abitato di pietra murata cartello inizio paese
Da qui inoltrarsi nelle zona industriale e seguendo i cartelli che indicano il parcheggio (gratuito) e la ferrata. Quota 250 m s.l.m.
La partenza è dal parcheggio dove si trovano subito le indicazioni per il sentiero dei pini e ferrata che Guevara.
Si attraversa tra i capannoni e si trovano altre indicazioni e andando verso sinistra si passa sul confine della cava e si sale nel bosco.
Si giunge a un primo cavo d’acciaio che subito porta sotto l’inizio ferrata che non è segnata da nessun cartello ma ci si accorge perché parte subito verticale. Su una piccola cengia si può indossare l’imbrago.
La partenza della ferrata è subito verticale e leggermente impegnativa ma nulla di impossibile. Gli appigli non mancano e la corda d’acciaio ci può essere d’aiuto per la progressione in tutta sicurezza.
Il resto della ferrata che si svolge sfruttando i punti deboli della parete non presenta eccessive difficoltà. Giungendo a una parete liscia ci sono dei gradini in ferro infissi nella roccia.
Sconsigliata a chi soffre le vertigini e il vuoto. Benché la ferrata non presenti difficoltà tecniche è abbastanza verticale anche se in certi punti risulta non esposta.
La lunghezza del itinerario è l’unica (difficoltà) che io ho riscontrato circa 1500 metri di dislivello.
Arrivati su una cengia al libro di vetta termina la ferrata. Da qui si percorre un sentiero abbastanza monotono nel bosco in forte pendenza dove si incontrano due salti esposti ma brevi e ben assicurati da corde. Dopo questi due passaggi in breve si arriva in vista della croce e della cima. Che si raggiunge arrivando sui pascoli del monte casale 1631 m. s.l.m. attraversandoli in direzione nord est.
Il panorama da questa cima è a 360° ed è indescrivibile a parole e forse anche le foto pubblicate sul mio spaces
www.salvatore2s.spaces.live.com non rendono l’idea del panorama godibile dalla cima. A me girava la testa girando tondo, tondo FANTASTICO. Ce anche un punto panoramico con colonnina con indicazioni delle cime che si vedono
Il brenta imponente come sempre il Carè alto e le sue sorelle Adamello e Presanella la Marmolada e tutte le altre cime della val di Fassa alto Adige le cime del monte Bondone il Lago di Garda che era uno specchio che rifletteva la luce del sole.
Dopo una pausa di circa 50 minuti ad ammirare il panorama e a mangiare sono sceso al sottostante rifugio don zio (chiuso) a 1600 metri s.l.m. dove si prende il sentiero per Comano il 411 S.A.T e mi dirigo a Comano dove ho dei parenti che chiamo prima della discesa trovo mio cugino con il quale mi metto d’accordo di trovarci a casa sua. Lui invece mi aspetta alla baita degli alpini che gentilmente mi accompagna a Pietramurata quindi a parte la discesa a Comano non so dare info per il rientro.
Consiglio a chi in futuro farà questa ferrata di portare se possibile una macchina a Comano paese.
Per percorrere la ferrata è importante portare acqua in abbondanza specialmente in estate perché non si trova acqua. Si consiglia soprattutto il casco per la caduta di sassi e imbrago.
I tempi di percorrenza sono soggettivi io ho impiegato per questo giro 5 ore fino alla cima e 1.50 circa per arrivare a Comano.
le foto come sempre per comodità su
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