Fregatura!
Domenica decidiamo di darci alla ferrata Susatti, fino a Cima Capi.
Partiamo di buon ora da Biacesa, e saliamo si per il fitto (e torrido) bosco fino all’incrocio col sentiero che porta alla ferrata Susatti, e qui la sorpresa: la ferrata è chiusa per lavori. Attimo di sconforto e poi si cerca di salvare la mattinata, inerpicandoci per il sentiero attrezzato delle Laste. Sentiero ripido, attrezzato con cordini e qualche gradone per superare qualche salto di roccia. Il caldo è infernale. Poco prima della Chiesa di San Giovanni visitiamo alcune postazioni militari, gallerie, trinceramente, etc.
Arriviamo al Bivacco Arcioni e decidiamo di salire a Cima Capi dalla ferrata Foletti, normalmente utilizzata come rientro dalla Susatti.
La ferrata è semplice, divertente. Arriviamo alle trincee davanti a Cima Capi e qui ritroviamo un altro cartello che ci diffida dal proseguire. Vabbè, foto e marcia indietro. Incrociamo una gradevolissima signora che ce l’ha col mondo intero perché glia hanno chiuso, a suo dire senza motivo, la ferrata Susatti. Lei, dice, l’ha fatta la Domenica precedente ed era perfetta! Brontolando convince il (povero) marito a seguirla in giù per la Susatti, io penso che se i manutentori avessero tolto una corda, che so, il Mercoledì, la signora imparerebbe forse un po’ di educazione. C’è un divieto e, per come la penso io, va rispettato.
Noi, nel frattempo torniamo al bivacco Arcioni, dopo aver fatto di nuovo la Foletti con pause lunghissime perché, nel frattempo, tutta la Germania e gran parte del nord Italia, hanno deciso di fare la Foletti in senso opposto, chiaramente, al nostro. Sbuff!
Una birra e ripartiamo. Ci accorgiamo troppo tardi che si poteva forse visitare delle altre gallerie, ma vabbè, lo faremo quando torneremo per percorrere la Susatti ripristinata.
Torniamo a Biacesa in fretta e a casa per pranzo.
Va bene così.