Si tenta la traversata dalla cima sud della Marzola alla cima nord, in oltre mezzo metro di neve fresca
Escursione nota e stranota, collaudatissima. Relativamente sicura da valaghe. Perciò visto il pericolo, decidiamo per la Marzola. Al
Rifugio Maranza chiediamo info sulla neve, ma non ci sono notizie di prima mano. Uno dei gestori ipotizza 30 cm in cima, io 40 al massimo. Lasciamo le ciaspole in auto e partiamo a piedi coi ramponcelli per
sentiero 412, molto utili visto il fondo di poca neve ma ghiacciata.
La bella salita nel bosco poco sotto al bivacco Bailoni
Vista sul Brenta
Bivacco Bailoni
Veduta della Valsugana dal poggio panoramico poco sopra al bivacco Bailoni
Lago di Caldonazzo
Nessun problema fino al
bivacco Bailoni 1632, anche se ci rendiamo conto che la neve è più del previsto, circa mezzo metro pesante e gessosa: se non fosse per la traccia già battuta, sarebbero dolori. Dal bivacco raggiungiamo facilmente la dorsale e quindi la cima sud, sperando in cuor nostro che qualcuno abbia battuto la traccia fino alla cima nord.
Salendo per la dorsale sud, sullo sfondo la Vigolana
Vista su Trento, a sx il Bondone e sullo sfondo le Dolomiti di Brenta
In vetta a cima Sud!
Invece niente, la traversata è intonsa, una comitiva che pareva intenzionata a farla ha fatto invece dietro front. Ci fermiamo a rimirare i grandiosi panorami sulla città a ovest e sulla Valsugana a est con la catena del Lagorai. Poi decidiamo di provare la traversata alla cima Nord, per poi proseguire lungo al dorsale verso il Chegul. Ci sono circa 60 cm di neve: lungo il crinale sventato con mughi ci sono ovviamente grossi accumuli, in alcuni tratti si sprofonda tranquillamente fino alle chiappe.
Vista sulla Panarotta e lago di Caldonazzo
La traversata a cima Nord è intonsa: l'apriamo noi, a ridosso del faticoso crinale zeppo di mughi
La marcia è faticosa ma non così ostica come poteva sembrare. Lentamente e stando più a ridosso possibile del crinale, evitando i mughi, traversiamo fino alla cima Nord, evitando i pendii ripidi potenzialmente pericolosi.
Primi sprofondamenti in mezzo alla mugara
Il tratto più rognoso, la discesa dalla cima sud
Sullo sfondo la cima Sud appena discesa e, dietro, la Vigolana
Vista su Pergine e Val dei Mocheni
Raggiunta anche la cima Nord, sullo sfondo la catena del Lagorai
Lago di Caldonazzo
Vista su Trento
Veduta su Stivo e Tre Cime del Bondone
Sulla cima nord troviamo una conca per fare sosta pranzo. Quindi tornati brevemente indietro a sella Maranza (il percorso a nord della cima è introvabile e immerso nella neve fonda), prendiamo la stradella che cala lungamente per la dorsale nord per
segnavia 411.
Torniamo a Sella Marzola per prendere il sentiero lungo la dorsale nord
Sella Marzola, sullo sfondo la cima Nord
La discesa per il sentiero 411 nelle neve fonda
Qualcuno ha deciso di farsela in salita: auguri!
Squarci panoramici su Caldonazzo scendendo per la dorsale nord
Calano le tenebre, tramonto sul Baldo e sullo Stivo
La marcia è faticosa, si sprofonda almeno mezzo metro, a volte di più. Calando di quota la neve diminuisce e si cammina più agevolmente. Arriviamo ai
Stoi del Chegul dove prendiamo il “Senter dele Pegore” per
segnavia 413 che ci riporta, con un lungo e bellissimo traversone in costa, prima a
Malga Nuova e quindi al rif. Maranza dove abbiamo la macchina.
Conclusioni: percorso bellissimo e abbastanza facile, grandi panorami, inutili le ciaspole attualmente, ottimi i ramponcelli. Sviluppo 10 km, disl. circa m 700.