Il paese semiabbandonato di Quaras, tra Altopiano di Piné e Val di Cembra
Visto il freddo micidiale sulle cime abbiamo optato per un giro a bassa quota. Quella che doveva essere però una semplice passeggiata di tutto riposo, al ritorno è diventata una imprevista e dura ravanata. La mèta è
Quaras, un
paese semiabbandonato tra l’Altopiano di Piné e la val di Cembra.
Il vecchio sentiero che collegava Bedollo con Quaras
Da
un tornante della strada per Bedollo a quota 1150 prendiamo una stradella che scende per una ripida strada selciata, quindi una deviazione (cartelli) con sentiero
406B/E5 cala dentro Val Brutta. Raggiunto l’impluvio, il sentiero esce dall’angusta valle sul versante meridionale e con un traversone su un sentiero con alte massicciate di muri a secco, raggiunge
Quaras a quota 970 m.
Le grandi massicciate con muri a secco lungo il sentiero
Una chiesetta e un gruppuscolo di case aggrappate sul costone. In giro non c’è un’anima ma il paesotto non ha l’aria di essere così abbandonato, diverse case infatti sono state ristrutturate. Sui muri delle case ci sono delle
vecchie scritte confinarie, risalenti probabilmente alla prima metà del secolo scorso. Bello il grande cristone appeso ad un muro di una casa, che un tempo era la scuola (chiuderà nel 1969).
Il bel "cristone" sulla facciata di quella che un tempo era la scuola
La scuola elementare di Quaras (foto per cortesia di Silvia Petri)
Alcune case sono state ristrutturate, altre sembrano abitate
Sui muri ci sono ancora le vecchie scritte confinarie
Tradizione e modernità
Mentre stiamo fotografando una originale
marionetta segnavento, esce
un’arzilla vecchietta a controllare cosa stiamo facendo. L'aria pare inizialmente incazzosa ma il mio "Buongiorno, come andiamo?" sgela la situazione. Scambiamo due chiacchiere: è una delle poche persone residenti (circa 7 in tutto il paese), si chiama Eduina e
vive qui da sola a 93 anni(!) e non si lamenta affatto. A lei piace il posto dove è nata e ci sta benone. Ha una casa a Pergine ma non le interessa, vuole vivere qui.
Una delle poche residenti: la signora Eduina, vive a Quaras da sola a 93 anni!
Marionetta segnavento
Ha “girato il mondo” dice, essendo stata a Milano(!), e in Belgio come emigrante. Sostiene che suo marito scende dal cielo tutte le notti per farle compagnia, e che nell’anniversario della sua morte 10 anni fa
ha visto 1000 angeli avvolgere il paese in una fantastica nottata di stelle. Sono "davvero fortunata" ci dice convinta, mentre noi ci guardiamo di sfuggita un po' perplessi.
L'ottimismo non manca anche vivendo in solitudine: "Sono fortunata" dice la signora Eduina
Ci rallegriamo di tanto ottimismo e, salutata la simpatica vecchina, riprendiamo il cammino. Proseguendo si arriverebbe alle celeberrime Piramidi di Segonzano ma noi dobbiamo rientrare verso Est. Non c’è nessuna indicazione ma grazie a zio Gps imbrocchiamo la traccia presso la presa dell’acquedotto che svolta decisa verso N e poi a NE.
Scorcio verso la Valle di Cembra, sta arrivando il tramonto e noi andremo puntualmente ad infognarci...
Qui però incappiamo in una brutta sorpresa. Un incendio di qualche anno fa ha sconvolto il paesaggio: il sentiero si perde in uno sfacelo di tronchi e ramaglie. Proviamo a insistere e ci infognamo in una selva di rovi pungigliosissimi, dalla quale usciamo col fiato corto e coi pantaloni e gambe scorticati. Per fortuna poco a monte troviamo una strada forestale che ci toglie dai casini. Ci inoltriamo quindi verso Val Brutta dove la strada finisce improvvisamente presso l’impluvio. Tre caprioli fuggono lesti tra l’infame boscaglia. Proviamo a proseguire, ravanando dove scorre un piccolo rio nel tentativo di raggiungere i masi di Gausaldo.
La radura coi masi di Gausaldo
Masi abbandonati ridotti in ruderi
Un disastro di schianti ci fa deviare risalendo il costone a est dove finalmente troviamo una stradella che ci conduce alla bella radura sotto Gausaldo. Quindi con solito rientro al buio rientriamo alla macchina a Bedollo per la forestale, dove il freddo ormai notturno si fa pungente. Come "premio" dopo la ravanata, un tramonto mozzafiato sull'Altopiano di Piné coi due laghi di Piazze e Serraia che risplendono nella notte.
Altopiano di Piné visto da Bedollo
Giro interessante salvo la dura ravanata di ritorno tra i rovi, che si può probabilmente evitare rientrando col sentiero, non ufficiale, che sta più in basso. Sviluppo km 8,21, dislivello m 300.
Il percorso