Lago di Caldonazzo visto salendo a cima nord
Pur essendo di Trento non ho mai fatto la
ferratina intitolata a Giordano Bertotti. Quindi visto il perdurare della neve in quota, decido di colmare questa lacuna. Dal
Passo Cimirlo mi porto in auto fino all’attacco del sentiero attrezzato (posteggiando un po’ più avanti nello spiazzo al bivio con la forestale alla Fontana del Gal.
Salendo i primi contrafforti rocciosi, sullo sfondo il Calisio
Il
sentiero E418 che si stacca dalla strada sale abbastanza ripido dapprima nel bosco, poi, uscendo dal limite della vegetazione, ecco i primi notevoli
squarci panoramici su Trento, molto belli. Si punta verso i notevoli roccioni risalendo un ripido costone, a tratti esposto, dove iniziano i brevi tratti attrezzati con cordino molto facili.
Il crinale roccioso dove inizia il sentiero attrezzato
Vista su Trento
Fioritura tra le rocce: Globularia cordifolia
Canedin e Paganella, dietro le Dolomiti di Brenta
Giunto alla base delle rocce, trovo il libro firme della ferrata, quindi un tratto ripido abbondantememte staffato che permette di superare una serie di rocce fino ad una stretta gola tra pareti di roccia verticali abbastanza insospettabili, trattandonsi della modesta Marzola. In particolare c’è una colossale lama di roccia appoggiata alla montagna che pare in precario equilibrio.
Il colossale pilastro appoggiato alla parete
Vista su Trento e il M. Bondone
Si arriva al punto più “tecnico” con un paio di scale quasi verticali. Nulla di che. Non ho l’imbrago ma forse in questo tratto non sarebbe male averlo, basta una vertigine, un malore o una distrazione e c’è tutta l’altezza per farsi molto male
. Comunque chiamare “ferrata” questo percorso attrezzato, mi pare decisamente esagerato.
L'attacco del percorso attrezzato
Superato il tratto più impegnativo, ci si inerpica con percorso vario e piacevole, per tratti di sentiero nel bosco e sulle rocce, con vedute panoramiche sempre più ampie, veramente molto belle e sorprendenti. Si sbuca quindi su una specie di poggio con una grande croce in legno e la solita
vista mozzafiato sulla Val d’Adige.
I due scaloni, il tratto più "impegnativo"
Infine il passaggio da brivido su una passerella che si affaccia su un baratro abbastanza spaventoso, anche se largo pochi metri. Una lapide ricorda la triste fine di Antonio Zacchia qui precipitato fatalmente nel 1898.
La passerella sul baratro e la lapide
Arrivati allo
Spiaz delle Patate, proseguo per bellissimi boschi per strada forestale fino agli
Stoi del Chegul (vecchie caverne di guerra trasformate in casette). Quindi con un lungo e conosciuto traversone su stradella forestale, fatto ormai decine di volte, risalgo la dorsale nord fino alla
Cima nord delle Marzola 1738, dove finalmente mi fermo per sosta panini e per contemplare il formidabile panorama sulla Val d’Adige a est e sulla Valsugana a ovest.
La dorsale alla cima nord
La dorsale con vista sul fianco est
Sella della Marzola, vista sulla Vigolana
Sella della Marzola, verso cima sud
Daphne cneorum, bella e velenosa
Vista su Trento
Lago di Caldonazzo
Marzola cima sud
Veduta sulla Vigolana versante nord: ancora molta neve!
Mi dirigo ora, calando leggermente alla
Sella della Marzola, verso la
cima Sud, quindi scendo al
bivacco Bailoni. Col il
sentiero 412 calo ancora fino al bivio per
Malga Nuova, quindi con lungo traversone in splendide faggete fino al bivio per loc. Fontana dei Gal, dove prendo la forestale che mi riporta fino alla macchina.
Bivacco Bailoni
Rifugio forestale Fontana del Gal
Bel giro facile, molto vario con grandiosi panorami. Disl. circa 1000 m, sviluppo circa 12 km.
Il percorso