Dislivello: 1700 m
Tempo: i cartelli danno 4.30 h all'andata e 3.00 h per il ritorno
Cartine: Kompass 631 e 647, scala 1: 25000
Sentieri: 447, 446 e 434
Importante: segnalo che il sentiero 447 è chiuso per frane (in loc. Canalone Rio Stanghet a quota 1300 m); chi lo percorre lo fa a suo rischio e pericolo (cartelli a 0.40 h dal paese, dopo l'ex Forte Alto; proprio dove inizia il sentiero vero e proprio).
La mia escursione (di dom 19 giugno) copre solo la prima parte dell'itinerario n.3 relazionato da AGH (ne consiglio la lettura e la visione delle foto)
http://www.girovagandointrentino.it/escursioni.htmL'attacco del sentiero inizia dopo aver percorso un dedalo di vie e viuzze degne di un labirinto. Si parte dal parcheggio a fianco della chiesa di Mattarello (da lun. a ven. ci sono limitazioni di orario, max 2 h, nel fine settimana si può parcheggiare liberamente). Lasciata l'auto, si procede (passando per il retro della chiesa) per 100 m circa, lasciando sulla sinistra il bivio per Vigolo Vattaro e si prende Via Guido Poli (strada delle Novaline). Si fanno 30 m e si gira a sinistra seguendo dei cartelli in legno. Dopo 50 m si arriva ad una rotatoria, si prende la 2^ uscita e si passa subito un ponticello (loc. Laste di Mattarello). Lì si trovano i cartelli sent. 446 e 447. Si prosegue sempre su strada asfaltata, al primo bivio si va dritti e subito dopo ci sono i cartelli segn. 446 (partenza sentiero) e 447.
Seguendo il segn.447 si sale ancora dolcemente sempre su strada asfaltata, seguendo i segni bianco e rossi. Al nuovo bivio proseguire dritti, oltrepassando un ponticello; si raggiunge un piccolo slargo e si tiene la sinistra. Si passa quindi davanti a Villa Piani Lunghi (strada dei Forti).
Qui finisce la strada asfaltata e comincia una stradina bianca che porta ad uno spiazzo. A destra, nascosto dalla vegetazione e completamente recintato, l'ex Forte Alto, a sinistra una carrareccia molto riposante che porta a quota 480. Dallo spiazzo parte il sentiero vero e proprio e solo a quel punto si scopre che bisognerebbe tornare indietro perché il sentiero è chiuso (il condizionale è d'obbligo).
Il sentiero prosegue in mezzo al bosco e in pochi minuti si raggiungono Le Fontanelle dell'Ors (quota 480-quasi 1.00 h dal parcheggio),
completamente asciutte. In 10' circa si arriva poi ad una grotta Stol del Taffner. Si cammina sempre tra alberi radi e a quota 750 c. gli stessi spariscono improvvisamente e davanti a noi si apre la splendida balconata su Mattarello e Trento. E' il caso di fermarsi perché poi si camminerà ancora parecchio in mezzo al bosco senza grandi panorami. A pochi minuti dalla balconata, un cartello "Stol de Caminata" invita a vedere una grotta (200 m sulla sinistra). Giunti a Pian dei Zirezari (quota 1117) c'è un cartello che indica una sorgente d'acqua a 0.15 h.
A quota 1360 si apre uno spiazzo ricco di vegetazione, siamo in loc. "La Selva"(piazzola per l'elicottero). Da questo punto in una ventina di minuti si arriva alla zona frana (quasi 3.00 h dall'auto)

).
E qui comincia l'avventura, che racconto perché nelle mie uscite non fila sempre tutto liscio :'(. Da questo momento scrivo in I^ persona perché ciò che scrivo non fa parte della descrizione del percorso per il Becco della Ceriola.
Sono in zona frana, il terreno è fangoso (è piovuto la notte precedente). Vedo 2 pioli sulla destra e nessun altro segnale. Non mi convince risalire un bosco scivoloso e sopra una frana. Supero con attenzione la stessa, camminando in piano su materiale instabile. Spero di trovare il sentiero dall'altra parte, ma niente. Torno indietro dov'erano i pioli. Niente

. Ripasso la frana e trovo un canalone (ecco, penso, è il famoso
canyon della relazione

). Nessun segno bianco e rosso

. Pareti davanti a me. Il sentiero dove sta? Mi metto a risalire il canalone (sembra breve, ma così non è) tra sassi mobili e un ghiaione che sarebbe bello fare in discesa (ginocchia permettendo) della serie 2 passi avanti e uno indietro

.
Ridete, ridete

. Prendo a salire il vallone che poi diventa un valloncello,...aggiro una paretina di pochi metri e caparbiamente vado avanti. Finito il ghiaione comincio a ravanare tra i mughi

:'(. Ravana e ravana, vedo la croce del Becco della Ceriola e sento delle voci
Forse un eco che viene dal Becco. Il mio altimetro segna 1680 m

. Oddio quasi quasi arrivo sul Becco per la via più diretta

.
A quel punto decido di tornare indietro :'(, quella non è giornata. Scendo tra quota 1400 e 1300 (avessi un Gps

) e cerco a fatica il punto in cui avevo preso il ghiaione. Vedo più frane ma non ricordo il punto esatto in cui ero passata. Tutto sembra così diverso dal mattino. Che si fa? La stanchezza si fa sentire e sono lontana da una soluzione.

.
Guardo il canalone verso il basso e penso al da farsi. Scendo ancora, l'altimetro dà circa 1300 m (sarà giusto? Lo oso sperare). Punto l'occhio sulla destra e vedo 2 funi

. Mi calo tenendomi su un paio di mughi. Ecco dov'erano le funi, sembrano uscite dal cappello del mago

. Due ore abbondanti prima ero lì vicino, ho girovagato un po' per la Ceriola

.
A quel punto mi riprendo e la voglia di arrivare al Becco torna. E Becco sia.
Sinceramente non ho ancora capito dov'è il passaggio...
Procedo con la relazione della mia escursione. Con un po' di attenzione si sale per ripido sentiero aiutati in alcuni punti da corde fisse. In poco tempo il sentiero si fa più dolce e diventa molto piacevole

. Siamo in località Doredondo, dove si lascia il segn.447 e si prende il 446 (15' circa dalle corde fisse). Il sentiero procede tranquillamente incontrando sulla sinistra il 450 che proviene da Vigolo vattaro. Altri 10' e si arriva al Sas de l'Aquila (1711 m).
Si procede (segn.434) quindi sotto il Becco della Ceriola fino ad un bivio, dritti si scende a Malga Imprech e a Malga Palazzo, a sinistra si sale al Becco della Ceriola (1.30 h circa dalla frana).
In vetta il paesaggio a 360° è bellissimo. La croce metallica mi sembra persino bella (effetto stanchezza)

. Uno sguardo alla lunga cresta che porta a Cima Campigolet, Cima Vigolana e Becco di Filadonna.
Sono felice di essere lì

. Uno sguardo all'orologio e devo scendere subito perché si è fatto tardi.
In tutto il giorno ho incontrato solo 3 camosci sul vallone (fuori pista) che mi hanno buttato giù ogni ben di Dio. Sembrava di giocare a flipper

.
Per il rientro, scendere a ritroso fino a Doredondo (segn 446) e da lì fino a Malgheta (952 m) per bella mulattiera a tornantini. In loc. Malgheta c'è uno spiazzo con tavolini, panchine, una costruzione in legno e un crocefisso. A sinistra parte il segn. 447 bis (non segnato), a destra una riposante carrareccia, all'inizio ripida poi molto rilassante che porta alla Batteria Fortificata Doss Fornas (Forte completamente coperto dalla vegetazione), quota 755. Per carrareccia, per brevi tratti di sentiero e poi carrareccia ancora, si arriva alla strada delle Novaline

e, ripercorrendo a ritroso la parte iniziale dell'escursione, si arriva al parcheggio
