Primavera su Trento vista dal Calisio nei pressi del rifugio Campel
La gigantesca
fortezza del Calisio, con il suo complesso sistema di
casematte per artiglierie in caverna e le
due cupole corazzate girevoli, è una delle più sofisticate realizzazioni del
Genio Militare Austriaco del primo conflitto mondiale.
Una delle cupole corazzate in una foto dell'epoca: sull sfondo si distinguono il Canfedin e Cima Paganella (foto
Ecomuseo Argentario)
Ne avevo sentito parlare diverse volte: sul
Calisio ero salito anni fa, ma sempre distrattamente. Dopo le entusiamanti escursioni "belliche" al
Corno Battisti in Vallarsa, a
Cima Rocca in Val di Ledro, sul
Monte Celva alle porte di Trento, tre escursioni quasi "sotterranee" nel dedalo di gallerie scavate nella roccia, era venuto il tempo di tornare sul Calisio, a pochi km a nord di Trento, per approfondire.
Il piccolo ma bel parco nei pressi del rif. Campel
Segnavia
Il bosco è pieno di Anemome epatica
Approfitto di mezza giornata buona per partire dal
rif. Campel a m 750. L'escursione è elementare, parcheggio nello spazio poco sopra il rifugio (chiuso per lavori) e attraverso il parco fino a raggiungere il
sentiero 403 che risale dolcemente la dorsale sudest seguendo la falsariga della strada militare. Ci vuole circa 1 ora e mezza per raggiungere la bella cima pianeggiante e ultrapanoramica del
Calisio a quota m 1096, con grandiosa vista su
Trento, sulla
Val d'Adige e
Valsugana.
Punto panoramico verso Trento e il Monte Bondone
La vista verso nord, l'altopiano di Montevaccino e, sullo sfondo la Piana Rotaliana con la Rocchetta, la Catena delle Cime di Vigo
Schema delle galleria sotto la cima
Si possono osservare i pozzi dove erano alloggiate le artiglierie, i resti dei basamenti delle cupole girevoli, poca roba in tutto. Ma la parte più interessante è tutta sottoterra: spostandosi verso il ciglio in direzione NO, il
sentiero 401 cala con rapidi zig zag, e con un
breve, facile passaggio attrezzato con staffe e cordino, scende fino all'
imbocco delle gallerie principali.
La pila è obbligatoria perché dopo pochi metri si piomba nel buio.
Il tunnel principale
Ci sono
varie diramazioni, una a sx risale un cunicolo ripido e buio fino a delle postazioni che guardano verso
Bosco e
Montevaccino. Un altro penetra nelle viscere della montagna, fa un paio di secche curve fino a sbucare in una
grossa galleria, decisamente ripida e dal fondo disagevole in sassi e ghiaino, che risale la montagna fino a sbucare poco sotto la cima.
Il dedalo di gallerie
Diramazione: a sx verso la galleria principale che attraversa tutta la montagna fino alla cima
Sulle pareti si vedono ancora i segni dei martelli pneumatici utilizzati per scavare le gallerie
Torno giù ed esploro tutte le diramazione rimanenti. Una è chiusa da una
grata che impedisce l'accesso a un pozzo verticale: un cartello avvisa del pericolo "Attenzione presenza di forre profonde". Chissà cosa c'è la sotto. Cerco
pipistrelli ma non ne trovo, in compenso trovo delle
strane cavallette, abbastanza impressionanti, ammassate a centinaia, forse migliaia, in fondo ad una grotta: dovrebbe essere il Troglophilus nenglecta, un ortottero cavernicolo, privi di ali e con occhi molto ridotti, ma dotati di zampe e antenne lunghissime e molto mobili.
Una presenza inquietante sulle rocce emerge dal buio...
Le cavallette cavernicole della specie "Troglophilus"
Verso l'uscita
Il breve passaggio attrezzato verso la cima
Quindi con
strada militare quasi pianeggiante rientro senza problemi alla macchina. Molto interessante anche questa visita al Calisio,
una facile mèta alle porte di Trento, da fare anche in mezza giornata. Volendo, si può fare un anellone col periplo completo della cima, oppure aumentare il dislivello partendo più in basso da
Martignano o
Montevaccino.
Vista su Trento dal versante NO
Qualche nota storica dal sito Trentinograndeguerra Parte integrante della cintura armata della città di Trento, il monte Calisio ospita quella che lo storico Jeschkeit definisce la più grande fortezza di Trento e la più moderna di tutto il fronte austro-ungarico. Qui la guerra non giunse mai, ma nel giro di poco più di un anno dall'agosto 1915 al novembre del 1916 l'esercito imperiale costruì una fortificazione all'interno della montagna. In soli quattro mesi vennero scavate oltre 10 mila tonnellate di roccia utilizzando mezzi tradizionali ed esplosioni controllate per non intaccare la capacità di resistenza della montagna. Oggi il Calisio offre la possibilità di visitare gallerie, caverne, basamenti in calcestruzzo di una batteria antiaerea, di un riflettore e di postazioni di batterie oltre a punti di osservazione.
Da
http://www.trentinograndeguerra.it/context.jsp?area=101&ID_LINK=250&id_context=546