Il cambio di stagione di solito, estivo o invernale, è una buona occasione per pensare di cambiare il nostro zaino vecchio e usurato.
Sul mercato esistono ormai centinaia di modelli di tutti i colori e fogge e orientarsi non è semplice. Vediamo quali sono le caratteristiche a cui prestare maggiore attenzione. Anzitutto va detto che lo “zaino universale”, buono per tutte le stagioni e per tutte le attività, non esiste. Così come non usereste la stessa giacca o paio di scarpe in inverno, autunno, estate e primavera, chi va in montagna seriamente e assiduamente deve “rassegnarsi” all’idea di avere almeno un paio di zaini. Diciamo uno estivo e uno invernale, oppure uno leggero e uno medio, secondo le esigenze. Un buon zaino è confortevole, si possono sistemare tutte le cose necessarie ed averle a portata di mano quando servono, rende l’escursione meno faticosa, evita quei dolori alle spalle o alla schiena in grado di rovinare una gita in montagna.
Qui ci riferiamo principalmente dunque ad uno zaino da escursionismo estivo per una giornata. Discorso a parte riguarda gli zaini per uso invernale, che devono avere ovviamente caratteristiche particolari: tra le più ovvie le cinghie di fissaggio degli sci o ciaspole, fettucce per agganciare piccozze e bastoncini da sci, ramponi, casco, e scomparti interni per contenere pala, sonda e quant’altro sia necessario. Torneremo sull’argomento con un post specifico.
Costo
Lo zaino è uno strumento assolutamente fondamentale nell’escursionismo e non si dovrebbe mai lesinare sul suo acquisto. Mettiamo da parte quindi, almeno in questo caso, la taccagneria. Le marche più note garantiscono una buona qualità dei materiali. Per citare le principali: Ferrino, Millet, Berghaus, Deuter, Lowe Alpine, North Face, Salewa, Vaude, Mammut. Un buon zaino estivo da 35 litri per escursioni giornaliere difficilmente può costare meno di 60 euro. Un prezzo “giusto” per un buon zaino potrebbe essere tra 80 e 120 euro. Personalmente, mi trovo bene con gli zaini Deuter in versione leggera (poco più di 1 kg). Ne ho due, uno da 28 e l’altro da 32 litri (per l’inverno uso un più pesante e voluminoso Millet da 35 litri). Tuttavia non esiste una regola universale, ciascuno dovrà scegliere lo zaino in base alle proprie esigenze ed abitudini.
Tessuto
Il tessuto più utilizzato è l’intramonabile Cordura, disponibile in varie grammature, resistente e abbastanza leggero. Di recente si stanno imponendo in commercio tessuti alternativi più leggeri (ripstop), di carattertistiche simili ma meno robusti.
Capacità
Uno dei primi requisti di uno zaino da considerare è il “litraggio”, ovvero la capacità. Bisogna dimenticarsi gli zaini estivi troppo piccoli da 15-25 litri, perché in montagna il tempo può cambiare velocemente ed è sempre opportuno avere con sé il vestiario adatto, comprendente anche pile/maglione e giaccavento imbottita, che sono capi piuttosto voluminosi. Zaini troppo piccoli devono essere stipati all’inverosimile, sono scomodi da portare e poco pratici. Peggio ancora se si è costretti a legare all’esterno i capi che non entrano nello zaino perché non c’è spazio sufficiente. Meglio uno zaino leggermente abbondante piuttosto che uno troppo piccolo, col quale dovremo bestemmiare ogni volta per fare entrare la giaccavento o il maglione, col rischio di far “esplodere” cerniere e cuciture. Normalmente uno zaino per un’escursione da un giorno e di buona capienza si aggira intorno ai 35 litri di capacità. Alcuni hanno una specie di “prolunga” a soffietto incorporata che può aumentare la capacità di circa 10 litri. Utile ma non indispensabile. Lo zaino è una cosa molto personale e va assolutamente provato in negozio, regolando bene le varie cinghie e spallacci e possibilmente caricato con 7-8 kg di peso: è molto importante che lo sentiate comodo, senza sentire “dolorini” strani o sporgenze nella schiena o alle spalle. Se già non vi sembra comodo in negozio, figuratevi dopo 3 o 4 ore di marcia a pieno carico.
Schienale
E’ molto importante, perché lo schienale è la zona di maggior contatto con il corpo. Specie per chi suda parecchio, sono molto utili “le retine” che tengono la schiena distanziata dallo zaino, favorendo ventilazione e traspirazione. Altri zaini hanno una curvatura, tramite stecche interne in alluminio o plastica, che hanno lo stesso scopo, cioè evitare il contatto diretto tra schiena e zaino per far circolare l’aria. Un tempo erano diffusi gli zaini con basto rigido in acciaio o alluminio, specie per trasportare carichi pesanti, ormai caduti in disuso e sconsigliabili.
Cinghie e spallacci
Devono essere regolabili, adeguatamente imbottiti (senza esagerare). Importante la fascia ventrale, che ha la funzione di scaricare in parte il peso dello zaino sulle anche, “liberando” spalle e cassa toracica e conseguentemente anche il respiro. Alcuni modelli hanno anche una fascetta che unisce gli spallacci all’altezza del torace per evitare sbilanciamenti dello zaino a pieno carico: se è troppo bassa però può comprimere il petto e quindi il respiro. E’ importante che tutto il cinghiame sia ben regolabile sulla vostra fisionomia.
Tasche e scomparti interni
I modelli migliori hanno varie tasche e scomparti molto utili. Uno zaino con scomparto alto/basso, con cerniere d’accesso distinte, permette di mettere le cose che si usano di meno nella parte bassa, senza dover svuotare lo zaino ogni volta. Molto utili le tasche porta bottiglie o thermos (evitano che si rovescino durante la marcia con possibili perdite di liquidi). Indispensabile anche il tascone interno per poter trovare subito piccoli oggetti come ad esempio la pila frontale, il portafoglio, i guanti, il coltellino, le chiavi della macchina eccetera. Alcuni modelli più recenti hanno, oltre all’apertura in alto, anche una grande cerniera verticale sul dorso, che permette di aprire lo zaino in senso longitudinale per trovare più rapidamente quello che serve.
Predisposizione sacca “camel bag”
Molto utile il gancio interno per la sacca dei liquidi (camel bag), grazie al quale la sacca non va “in giro” per lo zaino ma rimane in posizione verticale e aderente alla schiena. Negli zaini predisposti c’è anche il foro (a volte doppio dx/sx) per far passare il tubicino col boccaglio. Sugli spallacci una fettuccia elastica serve per bloccarlo in posizione vicino alla testa. Comodo: altrimenti il tubo deve fare un giro più largo e si corre il rischio che non arrivi comodamente a portata di bocca quando serve.
Tasche esterne, retine etc.
Le tasche esterne sono un aspetto controverso: c’è chi le detesta e chi le ritiene invece indispensabili. Potrebbero essere scomode per chi arrampica o fa ferrate: aumentando la volumetria dello zaino, possono impigliarsi ed essere fastidiose. Ma per l’escursionismo sono irrinunciabili: possono contenere la bottiglia d’acqua, occhiali, berretto e quant’altro è utile avere a immediata portata di mano. Ottime quelle a scomparsa, che possono essere ripiegate all’interno quando sono vuote. Valide anche le tasche con “retina”, che si espandono alla bisogna. Le tasche devono comunque essere sempre laterali e non posteriori, in modo da poter prendere qualcosa senza essere obbligati a fermarsi e togliere lo zaino. Il carico più confortevole è quello che sta maggiormente aderente al corpo e ben distribuito sulla schiena senza creare sbilanciamenti. Vietato appendere oggetti all’esterno che sbatacchiano fastidiosamente durante la marcia. La patella che copre la parte superiore dello zaino ha di solito una o più tasche, esterne o interne, sempre molto comode. Importantissimo che una di queste sia abbastanza grande da contenere agevolmente la cartina (abbiamo visto su certi zaini tasche così strette che era impossibile infilarcela!)
Antiacqua
Nessun zaino resiste a lungo sotto la pioggia battente. I modelli migliori hanno una capottina, di solito incorporata in una tasca sul fondo, che ripara lo zaino in caso di pioggia. Se lo zaino ne è sprovvisto si può comprarne una per pochi euro, verificando sia adatta al proprio.
Cinghie, corde, cerniere, ganci eccetera
Le cerniere devono essere robuste e ben scorrevoli, di dimensioni adeguate anche da poter essere usate con i guanti. Quelle esposte dovrebbero essere protette da una patta per evitare che entri l’acqua in caso di pioggia. Idem i ganci, devono essere robusti e pratici da usare con o senza guanti. Preferire la patta con gancio unico, più pratica e rapida da aprire e chiudere. Alcuni modelli hanno retine, cinghiette e cordini vari per fissare oggetti all’esterno: in linea di massima possono essere utili ma non indispensabili. Gli oggetti legati esternamente (comunque leggeri) si possono perdere, e inoltre aumentano il volume del carico creando impaccio. Alcuni modelli hanno delle cinghie di compressione laterali per comprimere meglio lo zaino, quasi inutili se si viaggia leggeri per un giorno. Molto utili invece, anzi indispensabili, sono le fettucce e le asole elastiche per fissare i bastoncini da trekking chiusi, o una piccozza.
Colore
Gli zaini in commercio si trovano in tutte le colorazioni possibili e immaginabili. Al di là del gusto estetico, che è soggettivo e sempre opinabile, vale un ragionamento di fondo: i colori sgargianti sono utili per essere localizzati con più facilità in caso di difficoltà o soccorso. Se siete infortunati su una parete di roccia o su un versante boscoso, indossando abbigliamento e attrezzature con colori neutri rischiate di risultare pressoché invisibili a chi vi cerca, magari dall’alto con l’elicottero. Colori più “mimetici” con tonalità di verde-grigio sono più adatti se vi piace osservare la fauna o fare caccia fotografica, evitando di spaventare anzitempo gli animali (va da sé che anche il resto dell’abbigliamento deve essere consono).
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