Se qualcuno avesse proposto di fare, di punto in bianco, un ristorante con 40 posti a Malga Lagorai ci sarebbe stata probabilmente una sollevazione popolare. Ma sono stati furbi, bisogna ammetterlo…
Hanno mimetizzato tutto sotto la foglia di fico della “Translagorai”, la traversata della Catena, così in tanti se la sono bevuta. 3,6 milioni di euro stanziati, di cui ben 3 riguardanti interventi edilizi. Si è sostenuto spudoratamente che questo progetto è nato con l’intenzione di favorire coloro che intendono fare la traversata a piedi. Peccato che nessun intervento, neppure un bivacco, sia previsto in quota dove servirebbe: tutti gli sforzi, soprattutto edilizi, si concentrano in basso, lontani dal percorso in quota, con la realizzazione di tre malghe trasformate in ristoranti.
Il Lagorai non ha alcun bisogno di essere “valorizzato”, e men che meno “riqualificato”. Termini che sono ormai diventati sinonimo puntuale di scempio e sfruttamento. La Cappella Sistina ha forse bisogno di essere valorizzata? No! Anzi, si devono regolamentare gli accessi per non deteriorarla, non aumentarli!
Questo subdolo tentativo di sfruttamento commerciale del Lago e Malga Lagorai è con tutta evidenza funzionale agli interessi economici della vicina stazione di sci del Cermis, e va quindi fermato. Altrimenti sarà l’inizio della fine: l’unica area wilderness rimasta miracolosamente senza speculazione (quasi), sarà perduta per sempre. Qualcuno può davvero sostenere che non c’è abbastanza turismo in Trentino? Che non ci sono abbastanza impianti di sci? Dobbiamo davvero colonizzare ogni angolo di Trentino con lo stesso identico modello di sviluppo?
Il Lago Lagorai è uno degli ultimi santuari naturali rimasti quasi integri, in cui si deve entrare in silenzio e in punta di piedi. Altro che ristorante da 40 posti!
Per chi vuole saperne di più:
Critica ragionata al progetto (scellerato) della Translagorai