In vetta al Becco di FiladonnaStuzzicato dai bei reportage di Gabi in Vigolana, ho deciso ieri di tornare, a distanza di diversi anni, su questa bella montagna a pochi km da Trento. L'obiettivo non era tanto la cima, fatta diverse volte, ma vedere da vicino il grande pozzo carsico a SO di Cima Vigolana: la
Busa della Caldera.
Con l'occasione avevo intenzione, partendo da Passo Sommo e salito il Becco di Filadonna, di prolungare il giro al Becco della Ceriola e rientrare da Malga Palazzo (giro abortito per tempo incerto). Dal
Passo Sommo 1343 prendo la comoda forestale fino all'ex alberghetto, ora fatiscente, dove una volta arrivano gli impianti. Quindi per l'ex pista, segnavia
451, risalgo la ripida costa erbosa e quindi entro nella mugara dove il sentiero si snoda tortuoso.
Vista sulla Vigolana Arrivo sul ciglio del versante e noto la diramazione del “Sentiero per esperti” Gentilini, mai fatto (chi lo conosce?). Proseguo e in breve sono sulla cima del
Cornetto m 2060.
Salita per l'ex pista verso il Cornetto
Cima Cornetto 2060
Sentiero in cresta verso il Becco di FiladonnaLe nuvolaglie hanno già avvolto il Becco di Filadonna, che raggiungo dopo un lungo traversone sottocresta seguendo il
sentiero 425. Sulla cima una visione orribile: c'è una ressa da metropolitana di Tokyo nell'ora di punta! Poi scopro che ho beccato in pieno il
raduno della sezione Sat di Besenello 
. Il sole va e viene, il panorama sulla Valsugana è nullo per nebbioni incessanti. Vedo il lago di Caldonazzo in uno squarcio improvviso per pochi secondi.
Cima Becco di Filadonna
Il Becco di Filadonna visto dalla sella ovestDopo una sosta dove attendo inutilmente una schiarita per fare almeno qualche foto, riparto col
sentiero 450. Dopo un traversone risalgo C
ima Vigolana 2148, quindi calo, con qualche passaggetto di 1° grado, fino a
Bocca Lavinella 2045.
Cima Vigolana
Verso Bocca LavinellaQui vedo meglio il mio obiettivo, la
Busa della Caldera, circondata da alte mugaie. Non vedo sentieri né tracce di avvicinamento, cerco di fissare nella memoria osservando dall'alto un punto di approccio meno ostico e scendo col
sentiero 453.
Sullo sfondo lo Spizom, nella conca la Busa della Caldera, colossale dolina del diametro di circa 80 metri
Busa della CalderaArrivo come previsto in una splendida radura pratosa con larici sparsi, ma non ci sono sentierini o tracce, come speravo, che vadano verso la Busa della Caldera, nascosta da altissime mugaie pressoché impenetrabili. Dopo un po' di girovagamenti, mi pare di trovare un pertugio nella vegetazione, mi ci infilo e
inizio il ravanamento, subito durissimo.
La bellissima radura nei pressi della Busa della Caldera
Inizia il ravanamento tra altissime e terrificanti mugaie...So che la distanza è breve, quindi insisto districandomi tra mughi fitti e tentacolari, infilandomi in ogni buco possibile. Dopo vari giri viziosi, tentativi e avanti e indietro e scorticamenti vari, arrivo sul ciglio del pozzo, che però è parzialmente nascosto da altri mughi invalicabili. Riesco a malapena a fare qualche foto. Vedo il ciglio opposto, sembra sia possibile scendere a piedi ma è irraggiungibile da dove sono io per le cortine impenetrabili di mughi. Faccio un tentativo da sud, dove i mughi sembrano meno fitti ma arrivato quasi sul ciglio è impossibile proseguire.
L'unica foto decente della Busa della Caldera, nell'unico punto avvicinabile che sono riuscito a raggiungere...Direi che basta così, ora cerco di uscire da quel labirinto vegetale e dopo mezz'ora di tentativi riguadagno la radura di partenza. Faccio una sosta, il tempo peggiora, dovrei riguadagnare la bocchetta di Lavinella e riprendere il 450 e poi il 434 per il Becco della Ceriola. Aspetto un po' per vedere come si mette, nuvoloni scuri si addensano sulla Cima del Campigolet. Ok rinuncio. Inizio il rientro.
Scendo col 453 per la bellissima valletta che conduce a
Pozza Arionda 1752, dove una mandria di vacche sta ruminando sui bei prati verdi.
La radura a sud di Bocca Lavinella
Scendendo col bel sentiero 453
Scendendo verso Pozza Arionda
Nei pressi di Pozza Arionda
Ruminanti nei pressi di Pozza AriondaQuindi proseguo verso
Busa del Giaz, dove però sbaglio strada prendendo una specie di forestale ma mi accorgo ben presto dell'errore. Torno indietro e riprendo il
453 che con un lunghissimo traversone passa sotto la
Terza e Seconda Cima, quindi arriva poco sotto al
Cornetto.
Risalendo verso Busa del Giaz
La bella strada forestale verso Busa del Giaz
Traversone finale verso il Cornetto
Da sotto il Cornetto guardando indietro sul percorso fattoPer evitare la stessa via dell'andata scendo col
425 fino nei pressi di
Costila Paradiso, altra struttura che serviva gli impianti di sci. Prendo un “taglione” di strada pseudoforestale non segnata e poi scendo per l'ex pista fino a prendere la strada forestale che mi riporta a Passo Sommo.
Discesa per l'ex pista
Passo Sommo
Il percorsoGran bel giro, assai poco frequentato a parte la cima del Becco di Filadonna. La riserva naturale di Scanuppia è davvero sorprendente. Molto belli i boschi e gli inaspettati pascoli. Terrificanti le mugaie. Affascinante la geologia di tipo "carsico" che caratterizza tutta la Vigolana, con doline e pozzi, tra cui l'Abisso Bosentino, uno dei pozzi più profondi d'Italia.
Sviluppo del percorso km 22,5, dislivello 1350.
altre foto su
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