Decidiamo di realizzare un nostro vecchio desiderio e, col consueto sprezzo dei bollini del traffico, decidiamo di passare una giornata sull'altopiano delle Pale di San Martino. Partenza letteralmente all'alba ed arrivo al parcheggio degli impianti Colverde alle 8:35. Parcheggio pieno per 2/3, piccola coda alla cassa, ma alle 9:20 eravamo in quota. Giornata stupenda, ci appaiono le propaggini dei Lagorai insieme ai grandi gruppi dolomitici del Latemar e del Catinaccio. Procediamo verso il Rosetta, e si scorgono le Dolomiti nordorientali, si intravedono, lontane ma chiaramente riconoscibili, le Tre Cime di Lavaredo. Alle spalle la maestosa vista delle Pale con l'apparizione del Cimon buon ultimo; purtroppo è stato libero per poco, per il disappunto di Selig e Angela. Ci inoltriamo nell'altopiano tra passaggi non sempre agevoli (a volte conviene individuare il percorso a vista invece di seguire rigorosamente i segni) ma non (ancora) problematici ed il paesaggio cambia. Adesso è veramente lunare, bianco e brullo, con crepacci, rilievi e nevai sempre più frequenti. Affascinante, con uno straordinario candore della roccia; qua e là crescono radi ciuffi di erica e di papaveri alpini, e compaiono alcune pozze glaciali. Ad un certo punto, prima del Passo Pradidali Basso, il sentiero diventa semplice idea di percorso sulla parete inclinata a 45°; tocca percorrerlo inclinati ed appoggiati alla roccia, cercando di volta in volta l'appiglio. La mia compagna decide di fermarsi e tornare indietro, imitatata da altri viandanti; assisto anche ad una autentica scena di panico
. In compenso successivamente incontro un papà teutonico che faceva percorrere al figlio piccolo (e con divertimento di entrambi) un nevaio a passo cadenzato. Io decido di proseguire fino a quando non raggiungo una altura da cui si vedono chiaramente il ghiacciaio (o ciò che ne rimane
), il Passo della Fradusta e la testa della Val Pradidali. Sosta, merenda, foto e ritorno per ricongiungerci al bivio 707/709 e ritornare alla funivia. Purtroppo il tempo è tiranno, l'ultima corsa è alle 16:45
(ma perchè? E' estate piena, potrebbero fare fino alle 17:30-17:45 senza problemi) e non ci sentiamo assolutamente di scendere a piedi, avendo entrambi articolazioni malandate. Quando vogliamo (o dobbiamo) sappiamo correre
. Arrivo in tranquillità, discesa, incontro con un ex collega che aveva fatto il Cimon in solitaria, e ritorno a casa in tranquillità. Splendida giornata, in un ambiente molto bello. Il desiderio è stato esaudito senza delusione. Come abbiamo visto prima, la meta è stata molto frequentata dai girovaghi
. Urge incontro globale
. Ora le immagini: