Grande Guerra in Lagorai: un’idea di rilancio

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Traversata Cauriol – Cadinon in Lagorai, nel Trentino Orientale

Un’idea di rilancio e valorizzazione del Lagorai e dei suoi grandiosi paesaggi naturalistici, in un percorso carico di storia ed emozioni, tra sentieri arditi  e precipizi vertiginosi che non teme eguali. Un trekking spettacolare che unisce le vette vertiginose di Cauriol  – Cardinal – Busa Alta – Kaiserspitze – Canzenagol – Cadinon  – Coltorondo.

Lagorai, un immenso museo a cielo aperto della Grande Guerra
Teatro della Grande Guerra 15-18 e “prima linea” lungo la sua catena dalla Panarotta a Passo Rolle, il Lagorai è un immenso museo a cielo aperto. Chilometri di trincee ovunque, fortificazioni, resti di baracche e accampamenti militari, postazioni di artiglieria, grotte, caverne, gallerie, cunicoli, iscrizioni. Le caverne del Cardinal sono un unicum in tutto l’arco alpino.  Una fittissima rete di sentieri, camminamenti, strade e mulattiere, percorre ogni versante della Catena del Lagorai lunga 50 km. Un patrimonio  storico enorme e tuttavia poco valorizzato, che sta scomparendo poco a poco.

Il Cauriol simbolo della Grande Guerra
La zona del Cauriol, per le sue aspre ed epiche battaglie, è tra i principali simboli della Grande Guerra in Lagorai. Le cime della zona sono un insieme di precipizi e pareti vertiginose, dove i soldati si fronteggiavano annidati in trincee e caverne affacciate spesso su baratri spaventosi.

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Iscrizione sulla Busa Alta Italiana dedicata a Giacomo Morpurgo

Il Trekking
In questo paesaggio di selvaggia bellezza, può essere realizzato un trekking assolutamente spettacolare e unico al mondo ripristinando i vecchi sentieri militari in buona parte ancora esistenti. Il percorso si sviluppa principalmente lungo le ardite linee di cresta che congiungono le varie cime tutte ampiamente oltre i 2000 metri: Cauriol 2494, Cardinal 2481, Busa Alta Italiana 2456, Busa Alta Austriaca o Kreuzespitze 2513, Canzenagol 2457, Cadinon 2322. Sul Cardinal vi sono ancora le caverne scavate dal battaglione Arvenis, ancora discretamente conservate. La coincidenza dell’anniversario delle celebrazioni dei  100 anni sarebbe un’occasione eccezionale per promuovere l’iniziativa.

Caverna del Comando del Battaglione Arvenis sul versante sud del Cardinal
Caverna del Comando del Batt. Arvenis sul versante sud del Cardinal

Il percorso
Il trekking si sviluppa collegando le cime del tratto di catena rocciosa che collega Cauriol – Cardinal – Busa Alta italiana – Kaiserspitz – Canzenagol e Cadinon (ed eventuale prolungamento verso cima Coltorondo).

Il recupero
Il recupero di trincee e caverne dovrebbe essere di tipo conservativo, con interventi limitati; cordini di sicurezza, scalette e passerelle dovrebbero mettere in sicurezza i tratti più esposti e pericolosi del percorso. Sarebbero necessarie ovviamente tabelle illustrative lungo il percorso.

Scalinate ancora perfette su cima Kruezepstize
Scalinate ancora perfette su cima Kruezespitze

Impulso turistico
Il percorso, attualmente pressoché impraticabile ai “normali” escursionisti per via dei molti tratti esposti privi di sentiero e di qualunque indicazione, è assolutamente spettacolare e si presterebbe a diventare un’attrazione eccezionale per le due valli interessate, ovvero Fiemme e Vanoi. Ci sono già degli ottimi punti di appoggio: il rif. Cauriol in Val Sadole sul versante Fiemme (che è anche piccolo museo della Grande Guerra) e il rif. Refavaie sul versante del Vanoi (con Museo della Guerra a Caoria). In zona esiste anche il nuovo Bivacco Coldosé all’omonima forcella che può essere utilizzato come prezioso punto di appoggio a quota 2163. Entrambe le valli beneficerebbero dell’attrattiva turistica di un trekking unico nel suo genere, da percorrere in uno o due giorni.

Dalla cresta della Busa Alta ialiana verso il Cardinal
Dalla cresta della Busa Alta italiana verso il Cardinal

Realizzazione
La parte più onerosa del progetto riguarda senza dubbio il recupero e consolidamento delle opere belliche. Sarebbe bellissimo che, come simbolo di pace e fratellanza, fossero i due eserciti italiano e austriaco, che un tempo si erano combattuti aspramente, a provvedere ai lavori di recupero in quota col distaccamento di alcuni battaglioni.

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Frontespizio caverna sul Cardinal

Promozione
A livello mediatico sarebbe un progetto sicuramente eccezionale per promuovere il Trentino, la sua storia remota e recente, in una iniziativa unica nel suo genere in regione.

Indotto
Nel progetto possono essere coinvolte varie realtà e associazioni, come ad esempio Alpini, accompagnatori di territorio, guide alpine, vari operatori turistici delle due valli di Fiemme e Vanoi, maestranze locali per i lavori. A progetto concluso il trekking alimenterebbe il turismo in zona, così come avviene per esempio per il Pasubio, visitato ogni anno da migliaia di turisti proprio per il richiamo storico.

Una app per il trekking
Una “app” può essere sviluppata in modo che l’escursionista possa avere lungo l’itinerario informazioni sul percorso, sugli aspetti storici, bellici e culturali dei luoghi.

Il simbolo
La traversata Cauriol-Cadinon potrebbe così diventare il simbolo della grande Guerra in Lagorai, proponendo un percorso eccezionale che dal punto di vista paesaggistico e storico ha davvero pochi eguali.

La traversata
Qui ho pubblicato il resoconto completo, un po’ avventuroso,  della traversata
Traversata Sentieri della Grande Guerra in Lagorai: Cauriol 2494 – Cardinal 2481 – Busa Alta 2510

8 thoughts on “Grande Guerra in Lagorai: un’idea di rilancio

  1. Ne ho parlato diverse volte con alcuni conoscenti del valle del Vanoi, mi piacerebbe tantissimo. Al momento stanno cercando di di farsi finanziare piccoli progetti di tipo puntuale (ad es. il recupero della chiesetta del Cauriol) ma penso che si possa e si debba essere più ambiziosi, specie con l’opportunità dei finanziamenti dei centenario. È vero che si tratta di un territorio su cui insistono più comuni e mettere d’accordo più municipi sembra essere un problema quasi insormontabile ma potremmo sforzarci di impostare un progetto e proporlo ai comuni su cui insistono le vette, in una prima fase quelle dal Cauriol a Forcella Coldosè…. Ho una certa esperienza di progettazione e di finanziamenti comunitari, se riusciamo ad aggregare un po’ di volontari si potrebbe tentare.

    1. ecco, penso che si potrebbe fare molta leva sul volontariato. In ogni caso devono essere interventi sul percorso ridotti al minimo indispensabile: la traversata deve rimanere “selvaggia” ed epica com’è ora, altrimenti gli levi ogni attrattiva.

  2. Lasciare in pace il Lagorai è la sua natura! Esiste già il percorso affascinante del Translagorai senza bisogno di interventi invasivi e non sostenibili. Ció che il tempo ha trasformato deve essere rispettato!

    1. “lasciare in pace il Lagorai” è sicuramente una opzione. Anche io sono combattuto di fronte a certe “valorizzazioni”. Ma se gli interventi fossero rispettosi, non invasivi, limitati al percorso descritto e alla sua messa in sicurezza (ripristinare le zone franate, mettere qualche cartello e cordino) non mi sembrerebbe una brutta iniziativa. Conservare la memoria, piuttosto che tutto vada in malora sotto l’offesa del tempo, è anch’essa una forma di rispetto, non pensi?

      1. Andate a vedere gli interventi sul Fravort e al passo Palù . Baracche senza senso destinate a crollare alla prima nevicata! Idem per la tettoia Metallica alla Herta Müller Haus sul Montalon! Se veramente volete valorizzare il Lagorai lasciatelo come è libero da inutili ed effimeri interventi antropici. Ci sono già troppe funi e passerelle su tante altre montagne! Paolo Frassoni, presidente della Sezione di Trento della Sat.

        1. Vero Paolo, ma gli interventi fatti sul Fravort (e altrove) sono proprio l’esempio di come NON dovrebbero essere fatti gli interventi. Il peggio è stato la tettoia sul ricovero Herta Miller, tra l’altro piegata dalla neve al primo inverno e costata un botto di soldi. La mia idea era volta solo a interventi davvero minimali per garantire un minimo di sicurezza. Poi io non voglio né posso fare nulla, è solo un’idea su cui stiamo discutendo. Mi rendo benissimo conto che progetti del genere possono partire con le migliori intenzioni per poi magari arrivare alle mostruosità delle tettoie demenziali imposte dalla Soprintendenza. E a quel punto forse è meglio stare assolutamente fermi. Ciao

          1. Grazie, spero che il buon senso prevalga! Tanti vedono questo centenario come un occasione per ricevere fondi per progetti insensati!

    2. Concordo, ma solo in parte! Amo i Lagorai e li amo perché sono così come sono. Ma le memorie della Grande Guerra sono indissolubilmente parte dei Logorai, come i cambiamenti provocati alla morfologia dei luoghi da una slavina, dagli alpeggi, dalle transumanze…. La guerra è la storia dell’uomo ma è anche la storia dei luoghi e la memoria va preservata! Concordo però sul fatto che i luoghi non debbano essere snaturati!

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