Cima Sera, sullo sfondo la Presanella
Neve per fare decentemente scialpinismo non ce n’è, quindi proseguo la stagione “esplorativa”, a piedi, su una cima dove non sono mai stato. Stavolta la mèta è
Cima Sera m 1908, sopra il
passo Duron. Vista la quota non troppo elevata e la probabile (poca) neve nella parte finale della cima, oltre ai ghiaccioni sui sentieri, porto i fidi ramponcelli. Da
Ponte Arche risalgo il Bleggio e prendo la strada per
Passo Duron.
Ristorante Passo Duron; la stradella nella faggeta
Poco prima del passo parcheggio presso il ristorante e mi incammino lungo la forestale. Dopo qualche centinaio di metri la strada si biforca, io prendo quella a monte con
segnavia 463 che si inoltra lungo un costone e attraversa una bella faggeta. Sulla via ci sono dei cartelli esplicativi: uno segnala la presenza di “massi erratici”, anche di notevoli dimensioni, trascinati a valle durante il periodo glaciale. Lo stradello-sentiero non è particolarmente entusiasmante: freddo e in ombra, quasi sempre chiuso in un bosco fitto e che traversa un lungo costone impervio. Solo ogni tanto si apre qualche bello squarcio sul
Brenta meridionale e sul
Carè Alto.
La splendida radura di Malga Stabio
Entusiasmante invece è l’arrivo a
Malga Stabio 1453, in una vasta radura pianeggiante e innevata che si apre quasi improvvisamente dopo la lunga marcia nel bosco. Un posto davvero da sogno, che risplende di luce e di sole. Faccio una mini sosta per scaldarmi e fare il punto. A NE vedo il ripido versante occidentale di Cima Sera: non deve essere male con gli sci e con neve decente.
Arrivo a Malga Stabio
Malga Stabio, esterni e interni
Vecchia foto scolorita di malgari appesa alle pareti
Verso il Doss dell'ora con lo sfondo del Caré Alto
Il sentiero prosegue per la
Bocchetta Piazzola 1567, dove una giovane aquila sta guadagnando quota con ampi veleggiamenti: che spettacolo emozionante! Ora il percorso svolta decisamente per guadagnare la
dorsale sud che si impenna in prossimità della cima.
Dalla Malga guardando verso la vicina Bocchetta Piazzola
Beccata anche l'aquila che si alza i cielo con lo sfondo delle Tre Cime del Bondone
Da Bocchetta Piazzola verso M. Frisec
Appena fuori dalla faggeta si spalancano le viste grandiose sull’
Adamello verso ovest, e sul
Bleggio ad est fino alla lunga
dorsale Bondone - Monte Stivo. Verso nord svetta la
Presanella e il
Gruppo di Brenta meridionale. Verso sud la vista è chiusa dai ripidi versanti dei crinali che si diramano da
cima Gaverdina e
Dosso della Torta.
Eccomi sulla dorsale sud che si affaccia sul Bleggio
Il facile tratto finale alla vetta
Caré Alto, Corno di Cavento, Crozzon di Lares
Dai pressi della cima guardando verso sud, sotto a dx la radura con Malga Stabio
A pochi metri dalla cima, con la Presanella che svetta all'orizzonte
Raggiunta la cima si è quasi a sbalzo su Ragoli, Preore, verso ovest si vede bene la grande “Busa di Tione”. Alla partenza avevo immaginato, per non tornare dalla stessa via dell’andata, di scendere per la dorsale di nord ma il percorso mi appare subito proibitivo, scosceso e zeppo di neve. Tuttavia scorgo delle tracce nella neve che scendono per la
dorsalotta di NO e che decido di seguire. Calzo i ramponcelli e inizio la discesa. La neve è sventata, con tratti farinosi e altri duri, ma coi ramponcelli si scende bene.
Discesa per la dorsale NO, sullo sfondo il Monte Iron
Dopo aver perso circa 250 metri di quota, le tracce piegano verso ovest e con divertente discesa nella neve fresca calo nel bosco rado fino a intercettare la strada forestale che torna verso Malga Stabio. In una radura con chiazze d’erba mi fermo a mangiare riscaldato dal tepore del sole, quindi riprendo il cammino del rientro seguendo stavolta la forestale più in basso e completando così un ottimo giro ad anello.
Eccomi quasi in fondo verso Malga Stabio, il sole volge al tramonto
Tramonto verso la Busa di Tione
Ancora il Carè Alto, verso il Cavento a dx si distingue una grossa valanga "a pera"
Veduta al tramonto del Brenta meridionale
Dislivello 900 metri, sviluppo 12 km. Complessivamente una escursione facile, priva di difficoltà anche se il dislivello non è proprio leggerissimo. Da rifare sicuramente in estate senza neve. La piana della malga dev’essere uno spettacolo!
In rosso la salita, in verde la discesa
Qui un foto panoramica a 360° (realizzata per gentile concessione da Val-Hoabonti
http://dl.dropboxusercontent.com/u/3668401/panoramiche/cima_sera/cima_sera.html