Autore Topic: [LATEMAR] Traversata del Latemar - Cimon 2846 - Ferrata dei Campanili  (Letto 34982 volte)

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La parte iniziale della ferrata dalla Forcella dei Campanili: abbastanza facile ma costantemente esposta

Ho colmato finalmente una vergognosa lacuna: il Gruppo del Latemar, di cui conoscevo troppo poco. Decido di tentare mercoledi 21 agosto, viste le previsioni strepitose, la traversata del Latemar da Passo Feudo a Passo Costalunga. Mi informo all’Apt per sapere se esiste servizio pubblico di corriera per rientrare in qulche modo a Predazzo. Esiste: metà gestito dalla SAD (Alto Adige) fino a Vigo_Pozza, l’altro tratto da Pozza a Predazzo da Trentino Trasporti. Alle 8.30 sono a Predazzo, appena metto il naso fuori dall’auto prendo paura: 7 gradi! Gli impianti Latemar (circa 10 euro solo andata) mi portano a passo Feudo m 2175.


Da passo Feudo inizia la salita verso il Rif. Torre di Pisa


La traversata del Latemar: in viola la spettacolare Ferrata dei Campanili


Rifugio Torre di Pisa


Le guglie spettacolari nei pressi del rifugio


La celeberrima "Torre di Pisa"

Di qui inizio la traversata salendo al rif. Torre di Pisa 2671. Mi affaccio sull’immenso anfiteatro roccioso del Latemar, fa davvero impressione: un deserto in alta quota. All’orizzonte il profilo inconfondibile del “Cimon” di 2845 metri, massima elevazione che se tutto va bene dovrei salire. Dopo un tè al rifugio inizio la traversata vera e propria: a poca distanza incontro la famosa “Torre di Pisa”, un enorme pilastro di roccia inclinato alto 20 metri.


Papavero alpino


La rampa micidiale del Cimon, 2846 metri, massima elevazione del Latemar: si raggiunge abbandonando il sentiero e salendo per traccia e ometti


Deserto roccioso

Scendo leggermente di quota in alcune strette gole rocciose, quindi giunto sul fondo dell’altopiano Lastè di Valsorda inizio l’attraversamento, pressoché pianeggiante, di vaste lande rocciose fin sotto la Forcella dei Campanili 2684, che si raggiunge con un leggero strappo.


A sx la Forcella dei Campanili dove inizia la ferrata


"Cuscino" di Silene


In marcia verso Forcella dei Campanili


Il sentiero basso n 18, molto più in alto corre il traversone della via ferrata


Dalla Forcella dei Campanili, vista sul Catinaccio, perfino un bimbo non resiste alla tentazione della foto :)

Primo colpo al cuore: grandioso panorama sul Catinaccio, da rimanere a bocca aperta. Ma non c’è molto tempo per i sentimentalismi, alla forcella ci si imbraga col set da ferrata e via. Io mi intruppo tra due gruppi per poter fare qualche foto decente davanti e indietro, perché le foto in parete senza persone non dicono una mazza. Davanti dei giovinastri non troppo esperti, dietro una famigliola di tedeschi con due coraggiosi ragazzini (coraggiosi anche i genitori però). L’inizio non è particolarmente difficile, si va su per la parete agganciati al cordino, poi si fa un lungo traversone su strettissime cenge larghe quanto la suola di una scarpa (se non a volte inesistenti).


L'attacco della ferrata dalla Forcella dei Campanili


Si iniziano le danze: un traversone molto esposto lungo una microscopica cengetta :)

La parete è molto esposta: chi ha problemi di vertigini qui suderà freddo. Seguono altri traversoni senza alcuna assicurazione, spesso esposti, in cui non è assolutamente il caso di inciampare perché lo sfracellamento è garantito.


I ragazzini sembrano molto più a loro agio dei rispettivi genitori :)


L'aereo traversone


La parte iniziale della ferrata, a parte l'esposizione non proprio banale, non presenta particolari difficoltà


Il traverso sfrutta delle piccole cenge, a tratti inesistenti per cui bisogna attaccarsi al cavo..

Dopo i traversoni senza assicurazone arrivano i i punti cruciali, stavolta attrezzati, di cui avevo letto su altre relazioni: si tratta di forcelle strettissime e ripidissime, con dei baratri spaventosi ai lati, specie verso nord dove si aprono delle voragini terrificanti con 1000 metri di vuoto. La prima forcelletta si traversa stando appesi alla corda come salami, poggiando i piedi su una specie di ponte terroso. Per fortuna il tratto è breve, poi ci si arrampica sull’altro versante tirandosi su a braccia per il cavo, con pochi  appoggi sulla paretina verticale.


Ecco la prima forcelletta da brivido


Il baratro spaventoso...


Il passaggio avviene sul filo di una specie di ponte terroso


Uno dei tanti traversoni senza assicurazioni: non difficili ma da prestare molta attenzione, un inciampo sarebbe fatale...

Dopo altri traversi senza protezioni su ghiaioni sotto ai quali ci sono bei salti, ecco l’altra forcella da brivido da superare. E’ strettissima e con dei macigni incastrati: sotto, si spalanca l’abisso senza fine. Per attraversare la forcelletta bisogna anzi passare proprio su uno di questi massi incastrati, e ci si chiede se terrà. Si cerca di passare ripidamente, con grosso sospiro di sollievo quando si è dall’altra parte.


L'altra forcella da brivido coi macigni incastrati


Ancora traversoni senza alcuna protezione


Meravigliose macchie di Potentilla nitida

Ancora costoni ripidi da attraversare in costa, senza protezioni, un piede in fallo e ciao :) Arrivato sulla dorsale tutto si semplifica e cessa la fastidiosa esposizione, pressoché continua dalla partenza. Abbandono il sentiero e per tracce con ometti sono in vetta facilmente al Cimon del Latemar 2846, massima elevazione del gruppo.


Verso il crinale del Cimon, altro traverso senza assicurazioni


Il percorso coi traversoni senza protezioni

Una Madonnina “fa la guardia” a un panorama che lascia letteralmente senza fiato. Mi fermo almeno un’ora a guardare e fare foto: si vede tutto! Cevedale, Gran Zebrù, Adamello, Catinaccio, Pale, Marmolada, Sella, Sassolungo, Sciliar, Pelmo, Civetta… e praticamente quasi tutto il Lagorai!)


In vetta al Cimon del Latemar 2846


La Madonnina in vetta, sullo sfondo troneggia la regina: la Marmolada


In contemplazione del panorama


Zoomata sulle Pale di S. Martino

Una gioia per gli occhi, la giornata è splendida anche se c’è una leggera foschia, ma è comunque uno spettacolo meraviglioso, incredibile. Guardo l’ora, circa le 14, a malincuore lascio la vetta e affronto la discesa fino a riprendere il sentiero più in basso, dove iniziano di nuovo i traversoni, stavolta assicurati, per diversi canalini ripidi e assai malagevoli se non fosse per i cordini di sicurezza.


Discesa dal Cimon per riprende il sentiero/ferrata




Forcella che si affaccia, con 1000 metri di vuoto, sopra la zona di Carezza


Oltrepassato il Cimon, riprende la ferrata attraversando i ripidi e accidentati versanti sud


Ancora macchie di meravigliosa Potentilla nitida


Verso l'ultima forcella da tremarella, forse il tratto più impegnativo

So che mi aspetta un ultimo passaggio critico, il più rognoso, letto nelle relazioni, mi chiedo quando arriverà. Supero una coppia di tedeschi ed eccolo!  C’è l’ennesima forcelletta con baratro spaventoso sul lato nord. Il problema, se così si può dire, è che bisogna sporgersi letteralmente nel vuoto per vedere delle provvidenziali staffe dove mettere i piedi. La paretina è a strapiombo e bisogna aggrapparsi con le braccia alla fune, allargando i piedi alle staffe che obliquano verso la forcella. Per fortuna il tratto è breve perché in quella posizione non si resisterebbe a lungo, a meno di non essere una scimmia :) .


L'ultimo tratto critico per arrivare al bivacco Rigatti è superata :)

Traverso la forcella alla svelta e sono sull’altro versante, ancora uno strappo quasi verticale, ma con molti appigli, e sono in cima a un piccolo passaggio roccioso che si affaccia finalmente sul Bivacco Rigatti m 2620, un puntolino arancione molto più in basso. La ferrata ora cala verticale per un ripidissimo canalino, gli appigli sono parecchi e senza troppe preoccupazioni discendo finalmente al bivacco dove posso finalmente allentare le chiappe sui prati :) .


Ecco finalmente il Bivacco Rigatti


Discesa al Bivacco Rigatti


Bivacco Rigatti, dispone di 9 posti

Il tratto rognoso è finito, mi illudo, levo imbrago e casco e mi rilasso un attimo. Dopo una breve sosta, cerco di capire dove caspita proceda il sentiero verso Costalunga perché non c’è nessuna indicazione specifica. L’unico cartello  indica il sentiero “18” che scende verso valle ma dopo essere sceso per 50 metri non mi convince, riguardo le carte che sono molto confuse. Soprattutto non vedo traversoni di sentiero a valle che dovrebbero andare verso est. Torno al bivacco e proseguendo verso lo “Schenon” trovo una vaga traccia quindi dei segni di sentiero molto scoloriti. Eccolo dov’era! Ma perché non mettere una tabella? Mah. Con un lungo e insidioso traversone, variamente esposto, su roccioni inclinati e infidi per il ghiaino, raggiungo la dorsale. Qui la Trekkart indica addirittura un inesistente traversone sul dirupatissimo versante est!


La salita allo Schenon segue una esile cengia, col traccia di sentiero dai segni molto scoloriti


Bivacco Rigatti visto dallo Schenon

I segni proseguono invece verso la cima dello Schenon 2802 e quindi salgo fino in vetta. Qui incontro un gruppetto di escursionisti della Toscana che mi ha preceduto lungo la salita, hanno fatto il sentiero basso che corre sotto la ferrata. Sono tutti leggermente in ambasce per l’arrampicata appena fatta, hanno anche due cani poco “pratici” di montagna, si sono fidati di una vecchia carta Tabacco che non riportava il sentiero come “alpinistico” (puntinato).


In vetta allo Schenon 2790

Iniziamo a scendere assieme verso est, il primo tratto è facile ma arrivati ad una specie di sella sotto la quota 2757 i segni bianco/rosso (ora più visibili) iniziano a scendere sul versante sud (la Trekkart indicava il sentiero a nord!): un labirinto infernale di ripidi canalini con roccioni e ghiaie, cengette, con molti passaggi esposti dove bisogna aiutarsi con le mani. Uno scivolone e ciao.


Discesa dal Col Cornon


Vista da urlo sulle Pale

I cani sono molto timorosi ma per fortuna i toscani non sono alle prime armi e se la cavano egregiamente con calma ammirevole, anche se in molti passaggi delicati devono letteralmente sollevarli di peso :( . Il che rallenta tantissimo ovviamente la marcia. Rallento anche io per dar loro una mano nei tratti più ostici. Il sentiero è molto peggio del previsto e si procede al rallentatore, con molti passaggi di 1° grado su roccette infide. Non ho idea quanto ci abbiamo messo ad attraversare quei maledetti costoni, un’eternità...


Impegnativa discesa per canalini col gruppo di toscani e i due cani sollevati di peso nei tratti più ostici


Scendendo verso Forcella Latemar Piccola

Arriviamo indenni alla forcella Latemar Piccola 2526 dove il sentiero si fa più umano e si biforca. Dopo rapida consultazione scendiamo per il ramo a sud di Cima Pope, che pare meno faticoso rispetto all’altro che scende per il ghiaione. Nel frattempo però mi rendo conto che si è fatto terribilmente tardi.


Forcella Latemar Piccola

Lascio i toscani al loro destino, ma ormai fuori pericolo, e mi involo verso valle. Sono convinto di avere l’ultima corriera alle 18.40, sono già le 18 ma dovrei farcela anche se sono vagamente preoccupato. Mentre scendo mi viene un dubbio e ricontrollo sul foglietto degli orari: leggo con orrore “ultima corsa 18.28”. Riparto in una affannosa corsa verso valle coi piedi che ormai fumano, l’occhio sempre all’orologio.


Ultime foto verso la Roda di Vael al tramonto

La discesa sembra non finire mai. Cristo non ce la faccio! L’ultimo km vado giù quasi correndo! A circa 500 metri dal passo Costalunga vedo in lontananza la corriera Sad che arriva alla piazzola. Noooo!!! Parto in un galoppo disperato e sbracciandomi nella speranza che mi vedano. Gli ultimi trecento metri devo fare una specie di ridicola corsa a ostacoli per via delle transenne per il bestiame, fermandomi ogni volta per scalvalcare la staccionata o il filo elettrico (vi lascio immaginare con quale agilità dopo 10 ore di pesante escursione!). Quando l’autista sta ormai per risalire sul mezzo per ripartire, arrivo trafelato alla fermata per stampare poderosamente il piede sul maledetto predellino della corriera! Dopo 10 ore in giro per le montagne avendo scollinato valli, vette e forcelle per chilometri, arrivo esattamente alle 18.28 al passo, ovvero all’ultimo minuto utile per acciuffare l’ultima corsa!!! Incredibile come ci si riduca sempre a fare queste corse assurde :)
Scendo fino a Vigo di Fassa da seduto, uno dei viaggi più belli del mondo nonostante sia ancora grondante di sudore per la corsa micidiale degli ultimi km e con lo sprint da finale olimpica degli 800 metri. Dopo mezz’ora di attesa a Vigo dove rifiato, arriva la corriera da Canazei che mi riporta alla partenza degli impianti di Predazzo, ormai deserti, che sono ormai le 20.30. Sano e salvo, anche stavolta :)
Disl 1200, sviluppo km 16.


L'itinerario della traversata

Considerazioni finali: giro spettacolare, non lunghissimo ma abbastanza impegnativo. Panorami stupefacenti, tra i più spettacolari mai visti, specie dalla vetta del Cimon. Su certe relazioni ho letto che la ferrata dei Campanili sarebbe “facile”, ma non sono affatto d’accordo. Non è tecnicamente difficile ma l’esposizione pressoché continua, i diversi tratti non assicurati e gli arditi passaggi delle forcellette vertiginose, con baratri spaventosi e parecchi passaggi esposti, secondo me sono da sconsigliare a chi è alle prime armi e soffre l’esposizione. Io per dire, l’ho trovata più impegnativa della Ferrata ovest della Marmolada, che secondo alcuni non è facilissima. Partendo presto con gli impianti del Latemar, e magari avendo una seconda auto a Costalunga, si può fare tutto il giro in giornata con relativa calma.
« Ultima modifica: 25/09/2017 21:07 da AGH »
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Offline Alan

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posti fantastici, da fare in queste prossime settimane di ferie!! Bellissimi!! Bella giornata Agh, molto fortunato :)

Offline gabi

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Sono senza parole, traversata bellissima, foto straordinarie e relazione molto piacevole. Bravo, non sapevo ti piacesse la corsa ad ostacoli  :P

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Sono senza parole, traversata bellissima, foto straordinarie e relazione molto piacevole. Bravo, non sapevo ti piacesse la corsa ad ostacoli  :P

non lo sapevo neanche io, fino a l'altro ieri. Ma in verità non mi è piaciuta troppo, specie alla fine di una escursione così lunga  :P
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Offline JFT

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Ottima relazione.
Che dire, escursione da urlo.
Dalla tua descrizione, però, desumo che la ferrata sia oltre le mie possibilità. Sono toscano, ma non sono esattamente un cagnolino da sollevare di peso...  ;D

Comunque posto splendido... Sono stato in giugno alla Torre di Pisa, ma avevamo pestolato li intorno, c'era ancora un  monte di neve.

Bello, comunque.
"La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli."
Friedrich Nietzsche

Offline pianmasan

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La ferrata l'ho percorsa tre volte. Devo dire in tutta sincerità che rispetto ad altre non mi ha fatto tutta questa impressione di difficoltà. E' orizzontale, ben attrezzata, il sentiero corre su cengia non troppo stretta. Mah, sono passati tanti anni... Ha secondo me ha un grosso handicap: l'avvicinamento lunghissimo da Pampeago. Il gestore del Torre di Pisa, Camillo Gabrielli, che porta(va) su al rifugio tutta la sua numerosa prole e teneva aperto dall'ultima alla prima neve, mi disse che il rifugio lui voleva farlo alla forcella dei Campanili, cioè all'inizio della ferrata. Per qualche motivo burocratico o cos'altro, non gli permisero di erigerlo là.
Il gruppo è bellissimo, è un mondo strano, di roccia mezza morta e assai friabile, dove guglie e pinnacoli non mancano.
Il tratto dopo la forcella Grande non lo conosco. 
Hai fatto un gran bel giro.

Offline SPIDI

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L' ho fatta molti anni fa ad inizio carierà  ::)  partendo dalla località Forno, risalendo lungo il "canal delle bore " fino al Bivacco Latemar  :)  andata e ritorno per lo stesso itinerario  :)
Bisogna andare dove pochi sono andati per vedere   
ciò che pochi hanno visto

Offline AGH

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Dalla tua descrizione, però, desumo che la ferrata sia oltre le mie possibilità

non so come tu vada in montagna ma, da quel poco che ho potuto capire leggendoti, se non soffri l'esposizione direi che dovrebbe essere essere alla tua portata. Tecnicamente non è difficile, ma l'ambiente è severo, sei quasi a quasi 3000 metri e con molte esposizioni e precipizi... Prova, mal che vada torni indietro e fai il sentiero basso  ;D
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Offline AGH

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La ferrata l'ho percorsa tre volte. Devo dire in tutta sincerità che rispetto ad altre non mi ha fatto tutta questa impressione di difficoltà. E' orizzontale, ben attrezzata, il sentiero corre su cengia non troppo stretta. Mah, sono passati tanti anni... Ha secondo me ha un grosso handicap: l'avvicinamento lunghissimo da Pampeago. Il gestore del Torre di Pisa, Camillo Gabrielli, che porta(va) su al rifugio tutta la sua numerosa prole e teneva aperto dall'ultima alla prima neve, mi disse che il rifugio lui voleva farlo alla forcella dei Campanili, cioè all'inizio della ferrata. Per qualche motivo burocratico o cos'altro, non gli permisero di erigerlo là.

ecco il tuo Camillo :)


"Da Pampeago" cosa intendi? Giù alla partenza degli impianti o dai pressi del passo Pampeago? Comunque con gli impianti da Predazzo ti porti un bel po' in quota, poi c'è una orettina al rif. torre di pisa, e forse un'altra scarsa alla forcella dei Campanini dove parte la ferrata, non mi pare un avvicinamento lunghissimo. La ferrata la danno h. 1,5 (aggiungere 20'+15' se si sale al Cimone), poi di solito la gente ritorna col sentiero basso, la tabella da ore 2.10 al rif. torre di Pisa. Sulle difficoltà non saprei che dirti, ovviamente sono soggettive, io non amo molto le esposizioni, comunque nelle relazioni mi sforzo (non è detto che ci riesca) di essere più neutrale possibile, tenendo presente le capacità di un escursionista medio. Quando leggo su certe relazioni che la ferrata dei campanili "è facile", mi vengono i brividi se penso all'idea di portarci qualche amica non troppo pratica: come minimo, passata la paura, mi piglierebbe a sassate... :)
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Offline Selvagem

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Bellissimo il lunare Latemar (pure esso senz'acqua!!! >:(). Io non sono tipo da ferrata ma pur di poter tornare al Rigatti, uno dei bivacchi più spettacolari del Trentino, sarei disposto a fare anche  la Campanili, se l'hai fatta tu la posso fare anch'io  :P. Comunque complimenti e un consiglio, se vai da solo ti puoi portare anche una MB all'arrivo, basta che dopo........ sia tutto in discesa  ;D
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Offline AGH

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Bellissimo il lunare Latemar (pure esso senz'acqua!!! >:(). Io non sono tipo da ferrata ma pur di poter tornare al Rigatti, uno dei bivacchi più spettacolari del Trentino, sarei disposto a fare anche  la Campanili, se l'hai fatta tu la posso fare anch'io  :P.

certamente, per uno un po' pratico non vedo particolari problemi :) Mi chiedevo piuttosto, ci sarà acqua da qualche parte nei pressi del Rigatti?

update: "L'acqua si trova solo all'inizio della stagione in una gola sul versante sud della Torre Christomannos, a fianco del sentiero che conduce a Forcella dei Campanili" (dai sito Sat)
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Offline angela

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Bellissima giornata ti sei preso, hai potuto godere appieno di panorami veramente splendidi.

Una standing ovation per l' esemplare prestazione ginnica, da bravo eroe, sprezzante delle fatiche precedentemente accumulate.
Sarebbe stato bello da vedere :)
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Pyotr Ilyich Tchaikovskj

Offline nantes

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Un gran bel giro; la traversata parziale l'ho fatta 3 anni fà (sic... come i passa i ani... ) partendo dal passo Costalunga fino alla forcella piccola, traversando poi fino alla forcella dei Campanili e scendendo sul versante nord dal forcellone quindi con un lungo traverso ritornando al costalunga.
Sulla relazione avevo scritto che presentava passaggi "tosti" ma sempre protetti, devo ammettere però che i traversoni "in libera" sono parecchi e richiedono sempre molta prudenza, come dici tu "un inciampo e ciao!".
A rivedere le immagini mi hai fatto tornare la voglia di rifarla  :)

Offline AGH

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Sulla relazione avevo scritto che presentava passaggi "tosti" ma sempre protetti, devo ammettere però che i traversoni "in libera" sono parecchi e richiedono sempre molta prudenza, come dici tu "un inciampo e ciao!".
A rivedere le immagini mi hai fatto tornare la voglia di rifarla  :)

si ma per te è troppo corta: dovresti partire dal fondovalle di Tesero, salire i Cornacci (Cornon) e via. Così la traversata sarebbe veramente completa :)

PS: meno male che mi conforti nei giudizi, senò fago la figura del fifòn :)
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ho trovato questa foto in rete
http://www.naturamediterraneo.com/Public/data2/albertotn1/latemar%2018.jpg_2005115144911_latemar%2018.jpg

la scaletta se non vado errato è sulla ultima forcella poco prima di arrivare al Rigatti: ora non c'è più ed al suo posto ci sono delle staffe che obliquano sulla parete. Mi sbaglierò ma il passaggio era più facile con la vecchia scaletta...

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