Monte Bruffione visto dal Monte Boia 2583Monte Bruffione 2665, sabato 16 giugno 2012La salita al Monte Bruffione, accuratamente pianificata e ispirata da una precedente gita di Selig, è sconvolta da un orrendo imprevisto: dopo quasi due ore d’auto, arrivato a Condino un cartello avvisa che
la strada per Malga Aperta è chiusa! (fino al 31 luglio). Con tanto di ordinanza del sindaco. Bestemmie. Il bello è che la sera prima avevo avuto un presentimento, ma visitata una pagina dell’Apt non c’era nessun avvertimento. Improvviso allora un piano B consultando febbrilmente le cartine (la Trekkart 81 e la pessima Kompass 103). Che fare? Potrei provare a partire da Brione ma è un massacro di chilometri improponibile. Riesco comunque a salire a lungo per una forestale, imbroccando tutti i bivi senza indicazioni, fino a una magnifica radura con ampi pascoli:
Malga Serollo m 1715! Sono 200 metri di dislivello “guadagnati” rispetto a Malga Aperta, anche se devo partire parecchio più indietro.
Malga Serollo m 1715Il Monte Bruffione (al centro e innevato), mostruosamente lontano, visto dai pressi di Malga SerolloMi incammino con la preoccupazione di trovare la multa al ritorno, ma a questo punto me ne impipo. Prendo il
sentiero 258 che sale gradualmente fino ad una baita dei cacciatori ristrutturata, quindi scollinando un piccolo passo diventa un lungo ma facile traversone fino al
Passo Brealone 2109. I panorami sono grandiosi: le montagne intorno sono punteggiate di pascoli verdissimi e malghe.
Malga SerodinePasso BrealonePoco dopo passo Brealone ecco i
magnifici Laghetti di Bruffione 1888. Mi piacerebbe vederli da vicino, forse al ritorno, non so bene ancora che giro farò.
Laghetti di BruffioneDopo il passo vedo finalmente la cima di questo benedetto Bruffione: sembra spaventosamente lontana. Poco più a ovest troneggia l’imponente Cornone di Blumone 2843.
In lontananza spunta il Monte Bruffione, davanti le creste da Monte Boia a Monte DoieCornone di BlumoneValle di BruffionePasso BruffioneDistese di anemoni nei pressi di Passo BruffioneAl Passo di Bruffione 2145 (piccolo bivacco aperto) mi rendo conto di non aver guardato bene le carte: bisogna perdere quasi 300 metri di dislivello per scendere verso Malga Bondolo! Orrore. Non so che fare: osservando le cime circostanti mi viene l’idea pazza: se invece di scendere salissi per le creste? Non ci sono sentieri né tracce ma a occhio non sembrano proibitive, c’è qualche saliscendi ma quello che preoccupa piuttosto è la traversata finale in cresta dal Monte Boia al Bruffione: la cresta sembra piuttosto tormentata. Decido di provare, speriamo bene. Attacco la micidiale rampa erbosa a sud di
Cima Bondolo 2384 (che poi scoprirò mi sarei potuto evitare) quindi per aerea cresta mi dirigo scendendo verso Passo di Bondolo 2303.
Il passo Bruffione visto da Cima DoieMalga Bondolo vista da Cima DoieEcco il primo inghippo: per risalire dall’altra parte c’è una paretina rocciosa ripida, molti appigli ma anche molta roccia friabile ad occhio. Meglio di no: scendo di quota per cercare un altro passaggio. Aggiro un costone riprendo a salire per una valletta andando a riguadagnare la cresta. Ora inizia la lunga traversata verso Monte Boia 2583 (le carte Kompass e Trekkart divergono sui nomi delle cime e sulle quote, va a sapere qual è la toponomastica). La cresta è abbastanza rognosa perché è in buona parte un ammasso caotico di macigni, e bisogna fare dei bei giri viziosi sfruttando i costoloni erbosi ed evitando le infami pietraie ma soprattutto i brutti precipizi sul lato nord. Mi consolano gli strepitosi e selvaggi panorami.
La cresta verso il Monte Boia e e BruffioneCreste e precipizi...Salendo al Monte BoiaCol del Boia visto da nordIn cima al Monte Boia vedo meglio il Bruffione e la cresta da fare, che sembra brutta... ci sono precipizi sul lato est, macigni sulla cresta che pare molto accidentata. E infatti comincia il su e giù, poi una lunga serie di stop improvvisi perché la cresta si interrompe a precipizio e devo tornare indietro per aggirare, con dei traversi non difficili ma abbastanza delicati, i numerosi salti di roccia che impediscono il proseguimento in cresta. La marcia diventa lentissima, procedo con la massima attenzione. Il versante SSO del Bruffione è totalmente innevato, e anche la parte alta del versante est. Ed ecco la fregatura finale: prima di raggiungere il sospirato Passo del Boia c’è l’ennesimo salto di roccia: impossibile proseguire. Per fortuna poco prima c’è un canalino abbordabile per calarsi sul versante ovest della cresta. Purtroppo nelle condizioni peggiori: ammasso di macigni coperti di neve alta. In certi punti tiene, in altri si va giù un metro sperando di non fracassarsi le caviglie.
La cresta verso il Passo Boia, sullo sfondo il BruffioneCon molta attenzione e saggiando scrupolosamente gli appoggi coi bastoni, riesco a scendere pian piano, aggirare la cresta e guadagnare il passo del Boia camminando qua e là su file di macigni libere da neve. Riguadagnata faticosamente la cresta, affronto lo strappo finale su placconate di granito (almeno così mi pare) e per dorsale fino alla
vetta del M. Bruffione 2665.
In vetta!Verso il Lago NeroVerso il ghiacciaio dell'AdamelloSono le 15 passate, ho fatto parecchia fatica ma ce l’ho fatta anche stavolta, anche se fino all’ultimo non ero affatto sicuro di riuscire ad arrivare in cima per via della maledetta cresta. Si alzano le nebbie, il sole va e viene, squarci nelle nuvole mostrano spettacolari vedute verso nord sui
ghiacciai dell’Adamello. Faccio una sosta per foto, barretta, e recupero forze. Verso le 16, dopo aver atteso uno spiraglio nelle nebbie che si stanno alzando, riparto. Potrei tornare indietro al Passo del Boia e scendere per il versante est col sentiero 257, ma c’è troppa neve per i mie gusti. Non ne avessi avuto abbastanza, decido di proseguire per la cresta
verso la Bocca dei Casinei, ma ecco ancora frequenti e fastidiosi salti di roccia che mi obbligano a giri viziosi o arrampicate un po’ esposte che mi danno noia. La marcia ridiventa lentissima, è un continuo avanti e indietro a cercare il passaggio tra macigni instabili e sassi aguzzi.
Cresta NNE verso Bocca dei CasineiDiscesa dal Bruffione verso il Passo del LagoSi sta facendo tardi e decido di tagliare: mi infilo nel primo canalino utile e taglio per andare a prendere il 257b. Purtroppo c’è un nevaio di mezzo: ancora sofferenza e passo di lumaca sulla neve infida, che a volte sprofonda improvvisamente. Torrentelli ovunque gorgogliano sulle rocce e sotto la neve. Finalmente raggiungo il
257b, che poi si congiunge col
251. Al
Passo del Lago 2350 vedo il bel
Lago dei Casinei 2059.
Lago CasineiScendendo per il sentiero 251 verso Bocchetta di RamàOra scendo più speditamente verso
Bocchetta di Remà 2202 (camosci, marmotte e trincee) quindi per comoda mulattiera di guerra verso la
Sella di Bondolo 1944, che salto prendendo una scorciatoia. Magnifica la spianata erbosa sopra la malga omonima, col torrente che disegna anse tortuose nei prati.
La magnifica spianata dei pascoli di Malga BondoloDorsale verso Bocchetta di Ramà, coi trinceramenti della Grande GuerraIl sole ormai al tramonto filtra tra le nuvole con lame di luce che illuminano il grandioso anfiteatro di origine glaciale denominato "Acqua Forte". In lontananza il fragore dei torrenti rimbomba nella valle.
Tramonto... Volgo un ultimo sguardo in alto, verso la cima del Bruffione, che appare lontanissima e quasi irraggiungibile. Sembra quasi incredibile che fino a poche ore prima fossi là in cima. Raggiunta
Malga Bondolo 1834 il sentiero si congiunge con la strada forestale sterrata e cementata nei tratti più ripidi, fino a
Malga Aperta 1537, assolutamente deserta. Qui leggo un cartello: “Bruffione ore 4”. Inizio la discesa per la forestale pregando ora di trovare il previsto sentiero che, con uno strappo finale di 300 metri di dislivello, mi dovrebbe riportare alla macchina. Scendo per circa 2 km e al tornantino, a 1450 metri di quota, ecco l’agognanto sentiero (cartelli divelti a terra con “Malga Serollo). Metto “le ridotte” e inizio a salire lentamente verso Malga Serollo. Alle 20.15 arrivo finalmente alla macchina. Non c'è la multa sul parabrezza
(speriamo non arrivi a casa)
Arrivo a Malga SerolloCe l’ho fatta anche stavolta, sano e salvo, e andato tutto bene nonostante il ravanage sulle creste e il contrattempo della strada chiusa che mi ha stravolto i piani, ma la soddisfazione è tanta come sempre in queste lunghe galoppate solitarie
. Un giro abbastanza duro, ma assolutamente consigliabile (anche senza il ravanamento per le creste), con panorami grandiosi e selvaggi.
Se ci si limita ai sentieri ufficiali, non ci sono difficoltà. In tutta la giornata ho incontrato alcuni ciclisti al Passo Bruffione e un ragazzotto, poi più nessuno. Dislivello 1500 m, coi vari saliscendi, sviluppo 25 km.
Altre foto su
https://picasaweb.google.com/116989451028654413444/MonteBruffione265516Giugno2012#Scendo da Malga Serollo, vista sul lago d'IdroIl percorso