Era da una decina d'anni che volevo andare a vedere il lago e la vedretta di Lares, ma il notevole dislivello e l'impossibilità di effettuare un percorso ad anello senza montare sul ghiacciaio mi avevano sempre spinto a rinviare la gita.
Poi l'anno scorso ho letto che era stato segnato dalla SAT il percorso che dai Pozzoni, passando per il lago della Busa del Morto, scende fino al lago di Lares. Il weekend del 16-17 luglio presentava le condizioni ideali, tempo stabile e temperature basse, e quindi siamo partiti per questa grande e splendida sgroppata, che provo a raccontare.
Sabato 16
Lasciata l'auto al ponte Rosso in val di Genova, siamo scesi lungo il sentiero delle cascate, trovando subito un primo problema: sentiero della val Siniciaga chiuso per lavori di esbosco. L'ordinanza sindacale parlava però di chiusura lavori antro il 14 maggio quindi, con circospezione data la presenza di cavi sospesi, siamo saliti. Abbiamo così percorso la lunga e sinuosa val Siniciaga, fermandoci a pranzo al laghetto poco sopra i ruderi della baita Altar. Al termine della valle, siamo arrivati al passo Altar, snodo di teleferiche della Guerra, da cui per la prima volta abbiamo visto il rifugio Carè Alto. Visione ingannevole... Il traverso sull'alpe Niscli per raggiungerlo, tra i massi dell'Adamello, ci ha richiesto più di due ore, ma alla fine abbiamo salito gli ultimi gradini del bus del gat fino al rifugio, dove siamo arrivati all'ora di cena.
Un po' più di 1600 metri di dislivello, più o meno 9 ore di percorrenza, incluse le soste.
Ottimo trattamento al rifugio e comodissima la camerata, consigliabile.
Domenica 17
Partiti attorno alle 7, siamo saliti alla sella di Niscli e alla cima dei Pozzoni, dove ci siamo persi tra le vestigia del villaggio Austriaco di Guerra. Scesi al passo dei Pozzoni, abbiamo seguito i chiari e frequenti segnavia tra massi e lingue di neve che ci hanno fatto penare non poco essendo ormai piuttosto inconsistenti. Passati sopra il lago della Busa del Morto, con la sua caratteristica forma a cuore, abbiamo raggiunto la morena sulla sx idrografica della vedretta di Lares, che scorre ormai almeno 50 metri più in basso. Per lunghi tratti non si tratta di una vera morena, ma piuttosto di una dorsale di granito lisciata dal ghiacciaio e ricoperta di massi erratici. Il percorso lungo la morena è stata la vera sorpresa: è disseminato di trincee e postazioni, con alcuni bunker in cemento armato ancora in buono stato di conservazione.
Scesi dalla morena rocciosa, siamo arrivati al punto chiave della gita: l'emissario della vedretta di Lares, che deve essere guadato. Fortunatamente la temperatura bassa e l'ora non tarda (circa mezzogiorno) ci hanno permesso di guadare agevolmente, dopo aver ammonticchiato qualche sasso per creare un paio di piccoli appoggi. Al guado siamo stati raggiunti da un ragazzo che ci ha detto di essere uno dei tracciatori del sentiero, e che si spera a breve la SAT intervenga per tendere almeno un cavo di sicurezza. Ci ha anche detto che in genere in agosto di lì non si passa. L'alternativa è risalire per qualche centinaio di metri per raggiungere la vedretta e attraversare sul ghiacciaio - semplice e piatto, bastano i ramponcini (noi avevamo con noi i ramponi, che evidentemente non ci sono serviti).
Siamo così finalmente arrivati al lago di Lares, con sosta panino, prima di affrontare la terribile discesa in val di Genova (indicata sui cartelli a 4 ore di cammino): spaccagambe nella parte alta, dove però almeno c'è il supporto della vista magnifica sulla Presanella, ancor più spaccagambe sotto la malga Lares, dove in più è a tratti fangosa e piena di rocce e radici umide.
Più o meno 600 metri in salita, 1900 in discesa, 10 ore di percorso, incluse le soste e il vagare tra le postazioni.
Il sentiero Pozzoni - Lares è veramente entusiasmante, e anche tutto il resto del giro è molto bello, tranne l'ultima parte di discesa. Ovviamente da non fare con il bagnato o, peggio, la nebbia!
Qualche foto:
Ricordo dei caduti Austroungarici nei pressi del bait dei Cacciatori
Tutta la zona era percorsa da numerose teleferiche
Tantissime genziane in val Siniciaga
Il laghetto nella parte alta della val Siniciaga
Dal passo Altar, la sinuosa val Siniciaga
Dall'altra, finalmente si vede il Carè Alto. In primo piano, la partenza delle teleferica per i Pozzoni. Il passo Altar era un importante snodo.
Sul lungo traverso dell'alpe Niscli
Il rifugio è ancora lontano, dietro la cresta
Ultimo sforzo per salire la scala del bus del Gat
La chiesetta russa al mattino
Riprendiamo la strada percorsa il giorno prima: mulattiera di guerra tra i massi
Si attraversa l'emissario della vedretta di Niscli su un ponte tibetano. Al mattino l'acqua è poca.
Dopo una faticosa salita, ai Pozzoni la vista si apre: Carè alto, Folletto, Corno di Cavento, Crozzon di Lares, con i laghi di e Pozzoni e della Busa del Morto
Particolare del lago dei Pozzoni ghiacciato
Il caratteristico lago della busa del Morto, a forma di cuore, con sullo sfondo la Presanella
Pozzoni: resti di cucine con vista sul Carè Alto
Postazioni con vista sulla Presanella
Bellissimi cuscini fioriti
E qualche residuato
Lungo la vedretta di Lares, feritoia di un bunker con vista sul corno di Cavento
Altra postazione con vista Presanella
Il lago di Lares ed il laghetto alla base della vedretta di Lares: passaggio chiave della giornata
La parte terminale della vedretta non vede più il lago di Lares
Si scende per rocce levigate, con vista sul Brenta
Eccoci a metà del guado, la parte più problematica è alle spalle. Corno di Cavento e vedretta di Lares
Dall'altra, si risale la gobba granitica lisciata dal ghiacciaio, che ci separa dal lago di Lares. Il percorso è sempre ben tracciato
Vista sul Brenta e sulla zona del guado
E finalmente, al lago di Lares: Carè Alto, Folletto, Corno di Cavento, Crozzon di Lares e Crozzon del Diavolo