Gran gita altoatesina quella di domenica 14 agosto, alla scoperta di posti che non conoscevo ma che avevo intuito magnifici dalla panoramica goduta l'anno prima dal Corno del Renon e da alcune recensioni in rete (in primis quella di AGH
). L'Alpe di Villandro non mi ha deluso, anzi mi ha lasciato a bocca aperta per la sua grandiosità, con le sue vastissime praterie che si perdono a vista d’occhio, punteggiate di baite e piccoli masi. Una delle cime più importanti è, oltre a Cima S. Cassiano / Kassianspitze (che sarebbe stata poi la meta del Ferragosto, ma il tempo ci ha messo lo zampino), il Monte Villandro di 2509 metri, il nostro obiettivo.
Siamo saliti da est quindi dalla val d'Isarco (eravamo alloggiati a Velturno) fino al “rifugio” Gasser Hutte, in realtà un albergone al quale abbiamo potuto evitare la tosatura del parcheggio di 4 euro (con tanto di colonnina-biglietteria a oltre 1700 metri!) avendo lasciato l'auto a Villandro e proseguito poi con il bus SAD (gratuito in quanto possessori della Klausen Card) delle 9.03.
Partiti poco dopo le 9.30 abbiamo preso la forestale n.6 alzandosi lentamente di quota, superando Mair in Plun e raggiungendo presto la Pfroderm Alm (m 2130), da dove ci si può rendere conto della grandiosità dell’Altopiano. Uno strappo più deciso conduce ai 2186 metri della Totenkirchl poi si prosegue in leggera salita fino ai 2208 m del Totensee. Da qui uno strappo molto duro risale circa 160 m e porta alla dorsale est della nostra meta. La salita è facilissima, il paesaggio vastissimo. La vista spazia a 360 gradi, verso sud ed est svettano inconfondibili le guglie delle Dolomiti, le Odle, il Sassolungo, la Marmolada, a nord conosco meno cime. Poco dopo le 12, dopo aver superato la cima secondaria dello Zewolfernock (m 2430) e conseguente breve contropendenza, siamo in vetta al Monte Villandro, con gigantesca croce, pacchiano mappamondo di cemento e cannocchiale turistico, per fortuna senza il gettone! Una mappa di orientamento sfasata di una sessantina di gradi e corredata da pesanti placche metalliche da sfogliare che danno qualche dato sulle cime non aiuta molto a orientarsi nelle poco note cime verso nord. Poche nubi, temperatura più che mite.
Dopo una breve sosta e le foto di rito ripartiamo, dapprima scendendo a quota 2409 poi risalendo verso il Monte Forcella Sarentina / Sarner Scharte. Toccata la bella e amplissima (anche troppo, non deve essere facile orientarsi in caso di nebbia) cima panoramica quotata a 2468 metri, che si raggiunge senza difficoltà (grandiose vedute sulla Val Sarentino e in lontananza, verso sud, la Val d’Adige), proseguiamo verso la Forcella dove, a quota 2380 m, si trova lo Schart Bivak (gli ultimi 20-30 m verso il bivacco sono l'unico tratto non banale della discesa, ma non si può certo parlare di sentiero difficile)
Da questa forcella il sentiero n. 3 scende nell'ampia conca di Plattenalm punteggiata di pozza e popolata da mucche e cavalli. Si prosegue a lungo tra qualche pietraia e tratti di sentiero bordeggiati da pini mughi, fino ad arrivare a un lungo traversone che porta in leggera salita verso la Sella dei Sentieri (m 2058). Sono le 16.40, il bus è alle 17.32 e l'indicazione "parcheggio 1 h" suscita una certa perplessità più che timore. E in effetti, senza neppure forzare il ritmo, il sentiero 7 ci riporta alla strada in 35', uscendo sulla stessa non alla Gasserhuette ma al parcheggio Kaser, un tornante più in basso, ma adeguatamente provvisto di fermata per cui alle 17.35 risaliamo tranquillamente sul mezzo pubblico. Difficoltà tecniche nulle, dislivello totale 900 metri circa, sviluppo 18,9 km.
Prime immagini della salita e della Chiesetta dei Morti (Totenkirchl)