Cartina: Tabacco 040
Dislivello in salita: 1200 m ca.
Ore di cammino: 5
Chiedo venia ma non ho fotografie. Partito con macchinetta con batterie "quasi nuove", la stessa mi ha mollato al primo scatto...
Si raggiunge il lago di Valdurna (ca. 1550 m), posteggiando all'ultimo parcheggio utile, a pagamento (3 euro a giornata, custodito da una nonnina che parla solo in sudtirolese): il lago e il paese sono accessibili in auto solo ai residenti e ai pochissimi turisti alloggiati (almeno dalle 7 alle 19). Da qui sono già individuabili i cartelli con il sentiero da seguire, il 16. Si costeggia il lago e si percorre per un po' una comoda forestale. Da qui parte il sentiero, a tratti eterno, che con una lenta progressione conduce fino in quota, a 2436, Flaggerscharte. Poco distante ci sono l'omonimo rifugio ed il lago, ancora parzialmente coperto di ghiaccio. Già alla forcella si può notare la traccia segnata che porta a cima S. Giacomo. Dopo una sosta al lago, preferendo allungare un poco, si ritorna sui propri passi, prendendo il sentiero 13 (tutto ben segnato con cartelli e segnavia), in direzione Tellerjoch. Sentiero a tratti esposto e un poco franato, con ancora qualche accumulo nevoso. Utile aiutarsi con le mani nei tratti più incerti e nello strappetto finale, tanto per issarsi su. Al passo, sulla sx, si può notare la via segnata alla cima, a quota 2742 m, con qualche punto in cui stare all'occhio. Ridiscesi si prende il sentiero che dalla sella prosegue verso destra, e poco più in basso indicato con direzione Durnholz (D sulla mappa). Proseguendo così si scende rapidamente, attraversando prima una bella zona di prateria alpina (in cui ho trovato delle schegge di granata, che poi ho scoperto essere colpi esplosi dal Battaglione Bergamo in un esercitazione di non so quando), infine una zona a mugo, che, come forse avrete notato, sotto il sole tende a diventare una specie di giungla torrida... Si ritorna comodi al lago, che si può costeggiare nel bosco sull'altro versante, e da qui al parcheggio. Dove la nonnina vi chiederà com'è andata. Se la capite... Alcuni nomi sono in tedesco perché l'Alpenverein mette i cartelli solo in tedesco (quasi ovunque).
La zona ricorda in parte per geologia, flora, paesaggi la zona del Cimon Rava, tanto per darvi qualcosa da immaginare.