Come mi sono ripromesso (ma poi smentendomi, ovviamente) decido di chiudere con gli sci e iniziare la stagione escursionistica. La cosa non mi stimola particolarmente: caldo, dolori alle ginocchia, insetti. Ma l'amore per la montagna vince sempre e, seppur con poco entusiasmo, decido per un bel giro in cresta che possa occupare tutta la giornata.
Partenza più rilassata del solito (4.30 da Verona) e in breve sono in Val Passiria. Arrivato a San Leonardo cerco con accuratamente un parcheggio stando attento a trovare una zona tranquilla (in Passiria sono molto sospettosi circa gli "italiani"). Nella zona del campo sportivo trovo il mio posticino, anche all'ombra. Parto dunque dal fondovalle (650 metri) e mi avvio percorrendo il paese che sta poco sopra. Utilizzando il comodo mytrails con Kompass trovo i vicoli giusti che mi portano alle prime indicazioni. Il sentiero 11 prende quota tagliando i tornanti della strada per passo Giovo e passando per varie baite
Vista sulla bassa PassiriaDopo un bel tratto non troppo stimolante, esco nei pascoli a quota 1700 dove finalmente la visuale si apre verso la Val di Plan ma purtroppo le belle vette sono già molto annuvolate.
La dorsale che si segueIl Monte FumaioloLa Val di Plan con La Clava sulla sinistraPrendo quota per verdi pascoli fino ad un punto dove il sentiero abbandona la dorsale per tagliare il versante SO di cima Saxner. In breve giungo ad una forcella a cavallo tra Passiria e Val Racines.
Le spettacolari vette delle Alpi Breonie illuminate dal soleRiguardo con occhi un pò rattristati il brullo paesaggio che 5 mesi prima avevo percorso con gli sci su favolose nevi polverose. Alcune persone stanno sopraggiungendo dal più comodo itinerario che parte da Passo Giovo. Mi muovo velocemente verso la vetta del Fumaiolo.
La bassa Passsiria, in fondo si riconosce Monte LucoAlcune persone davanti a meSenza troppa fatica sono sulla vetta e mi godo lo splendido panorama un pò coperto dalle solite nuvole estive.
Dal Monte Fumaiolo verso il Gran PilastroLa cresta lungo la quale prosegue il mio itinerario verso la Cima d'AltacroceMonte FumaioloLa prossima tappa è la Punta di Montecroce: scendo brevemente di un centinaio di metri ad un passo e riprendo la salita costeggiando alcuni laghi di montagna dove non esito a soffermarmi per osservarne la bellezza.
Da Kompass: lago di MaloA pelo d'acquaPiù su si trova lo specchio d'acqua principale del gruppo.
I laghi e sullo sfondo Monte FumaioloSalgo ad una spalla per ripido sentiero, dopodichè lo abbandono per avventurarmi lungo una stretta e esposta dorsale erbosa. Con qualche passo in arrampicata facile ma su terreno precario, giungo alla Punta di Montecroce, salita a febbraio con gli sci sempre dalla Val Racines.
La Punta di Altacroce dalla MontecroceOsservo la cima più alta del mio itinerario e noto che la cresta è molto più angusta di come l'avevo immaginata. Difficile intuire, da qui, come il percorso si snodi sui vari gendarmi e per i pericolosi prati scoscesi. Non esito ulteriormente e vado a vedere: scendo ad un'altra forcella dove incontro numerosi greggi di pecore.
Pecorelle al pascoloMi ritrovo nuovamente in salita e le gambe iniziano a sentire la stanchezza dei 2000 metri di dislivello già percorsi. A questo si aggiungono le difficoltà del percorso. Il sentiero, aggirata una suggestiva formazione di roccia chiara che contrasta i colori scuri (qui più comuni), inizia a farsi stretto e taglia dei prati estremamente ripidi sotto i quali si intuiscono dei vertiginosi baratri: affronto con estrema calma, e usando molto le mani, questo tratto, dopdichè mi riporto in cresta.
Il sentiero si fa difficoltosoAlle mie spalle si nota la traccia molto espostaIn alcuni punti riesco a tirare il fiato ma la preoccupazione maggiore è l'idea di tornare indietro nel caso di un tratto esposto ancora innevato sul versante nord. Detto fatto, il sentiero si snoda anche dal lato settentrionale sovrastando alcune levigate placche inclinate.
Sul lato nordPer fortuna la neve è presente in pochi punti e riesco a destreggiarmi anche su questo terreno. Le difficoltà calano in prossimità della croce ed in breve sono sulla favolosa vetta.
Poco sotto la vettaPunta di Altacroce 2743 metri. In lontananza la bella Wildspitze, salita con gli sci due settimane primaLe regine della Val di Plan, Altissima e Cima delle Anime, sono ora ben visibiliIl caldo è molto intenso anche a questa quota e decido di scendere abbastanza in fretta per trovare un torrente dove attingere acqua. Il sentiero 14 cala diretto per la parete sud con strettissimi tornanti dove non conviene sbagliare.
Camosci di vedettaAbbandonato questo tratto spacca gambe, il percorso ora scende in traverso lungo il grande ghiaione dove si possono notare gli invitanti praticelli sottostanti
Le belle malghe sottostantiVisuale stupenda su Altissima e Cima delle AnimeLo StullerMut e La ClavaGiungo in breve alla Hochalm e mi ristoro brevemente in questo luogo incantato
HochalmSarebbe bello se la discesa finisse qua ma purtroppo ancora 1600 metri di dislivello e svariati chilometri mi separano dall'auto. Tornato alla collina StullerMut, inizio a scendere su strada forestale.
Lo StullerMut e i Monti SarentiniIl luogo è davvero incantevole e la discesa è molto gradevole. Ogni tanto mi volto per osservare la Punta di Altacroce, ora lontana.
Punta di AltacroceScorcio sulla ClavaAd una certo punto la forestale scende un ripido pendio a tornanti che non esito a tagliare data l'estrema semplicità di orientamento. In breve giungo al bosco e il sentiero si fa molto ripido passando per numerosi rivoli d'acqua. Tagliata una mulattiera, esco finalmente su un'altra forestale poco sopra il paesino di Stulles. Velocemente mi porto all'abitato e, trovato il primo bar, mi scolo una coca in un sol sorso.
La Clava da StullesParzialmente ristorato, affronto la parte più noiosa della discesa: evitanto di tagliare la strada asfaltata per i prati privati, (giusto per non farmi sparare dai valligiani) mi porto all'imbocco del sentiero 10. Un inquietante nastro da lavori in corso sbarra il percorso ed un cartello in "tedesco" incomprensibile fa capire che potrebbero esserci dei problemi più avanti. Sperando in qualche semplice lavoro di disbosco, inizio a scendere per questo itinerario. Per un bel tratto lo trovo perfetto finchè, molto più giù, scopro l'inghippo: un ponte, che attraversa un agitato torrente, è totalmente crollato. Impossibile guadarlo ma la fortuna è dalla mia parte. Sulla sinistra, un muro di cemento per rallentare il corso dell'acqua è di poco sotto la superficie, quel che mi basta per non dovermi immergere totalmente nel torrente. Esso è interroto per circa un metro e i flutti scorrono violenti in quello stretto passaggio: mi faccio un pò di coraggio e salto dall'altra parte: anche questa è fatta! Mi attende un ultimo tratto boscoso e infine, attraversando ridenti prati, giungo sulla strada provinciale: un paio di chilometri e arrivo soddisfatto all'auto.
Una gita stupenda e di ampio respiro su una bella cresta, ideale in questa stagione ancora non matura. Tutte queste mète sono facilmente raggiungibili dal Passo Giovo e rappresentano una manna per lo scialpinismo (Montecroce e Fumaiolo anche in pieno inverno con rischi valanghe più sostenuti) dai loro morbidi lati nord (Racines, Monteneve).
Sviluppo: 27,5 Km
Dislivello: 2400 metri
Difficoltà: la cresta est della Punta Altacroce richiede passo fermo e assenza di vertigini.